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232<br />

GESÙ REDENTORE<br />

Sangue della sua Croce… e ci riconciliò nel corpo della sua carne per mezzo della morte» (Col. 1,20 ss.).<br />

«Nel quale abbiamo la Redenzione per il suo sangue» (Ef. 1,7; cfr. Col. 1,14).<br />

d) La sostituzione volontaria. Il Sacrificio di Gesù non è subìto da Lui solo fisicamente, ma<br />

liberamente accettato dalla sua obbedienza e dal suo amore. Per disobbedienza di Adamo gli uomini<br />

diventano peccatori, per l’obbedienza di Gesù diventano giusti (Cfr. Rom. 5,12-21).<br />

Il suo Sangue è il prezzo del riscatto. «Ha dato sè stesso qual prezzo di riscatto per tutti» (Tim. 2,<br />

6); «Cristo ci ha amato e ha dato sé stesso per noi, offerta e vittima a Dio in profumo di soavità», (Ef.<br />

5,2).<br />

Pur limitandoci a questi brevi cenni, già vediamo come nella dottrina di San Paolo è chiaro che<br />

Gesù, colla sua Passione e Morte ha soddisfatto alla giustizia divina, ha cancellato i nostri peccati e ci ha<br />

donato la vita divina. Approfondiremo ancora questo insegnamento di S. Paolo nella dimostrazione delle<br />

tesi successive.<br />

F) – nei Padri. Nei primi tre secoli essi più che altro ripetono le stesse frasi della Scrittura, dove,<br />

abbiamo visto che la dottrina della Redenzione è presentata chiaramente.<br />

S. Clemente Romano (Cor. 7,4) dice: «Guardiamo attentamente al Sangue di Cristo e conosciamo<br />

quanto sia prezioso al cospetto di Dio e del Padre, questo che sparso per la nostra salvezza, l’offrì per<br />

penitenza a tutto il mondo».<br />

S. Ireneo (Ad. Haer. 3,16 - 9), «Uno e medesimo è Cristo Gesù Figlio di Dio, che per la sua<br />

passione ci ha riconciliato a Dio… Egli veramente ci ha salvato».<br />

S. Clemente di Alessandria, (Pedag. 22): «.È duplice il Sangue del Signore: uno carnale col quale<br />

siamo stati redenti dalla morte, e l’altro spirituale, col quale siamo stati consacrati» 1 .<br />

Dal quarto secolo l’insegnamento dei Padri si fa sempre più sistematico.<br />

S. Eusebio di Cesarea esponendo le varie cause della morte di Gesù dice: «La prima (causa) ce la<br />

insegna lo stesso Verbo che è il Signore e Re tanto dei vivi che dei morti; la seconda è perché Egli vuoi<br />

lavare le nostre macchie, Egli che per noi si è sacrificato e si è fatto disprezzare; la terza è perché come<br />

vittima di Dio e come immenso sacrificio si offrisse a Dio altissimo per tutto il mondo» (Demonst. Ev. 4,<br />

12).<br />

Nello stesso senso parlano S. Cirillo di Gerusalemme, S. Basilio, S. Gregorio Naz., S. Giovanni<br />

Crisostomo, S. Cirillo di Alessandria, ecc.<br />

S. Agostino (D. Trin. 4, 13-17): «Con la sua morte ha offerto per noi l’unico verissimo sacrificio..,<br />

purificò, abolì estinse tutto ciò che c’era di colpa; e colla sua risurrezione…, chiamò… giustificò…<br />

glorificò nella nuova vita, noi predestinati».<br />

1 I Teologi riscontrano in questi Padri, e in genere, negli Orientali, una interpretazione della Redenzione che chiamano<br />

teoria mistica in quanto insiste nella ragione della Incarnazione, per la quale la natura umana viene divinizzata. Si contrappone la<br />

teoria realistica che insiste maggiormente nella idea della Redenzione operata dal Sacrificio della Croce. Di fatto una non esclude<br />

l’altra. Le poche citazioni portate mostrano già come gli stessi Padri che seguivano la teoria mistica, non tralasciano di contemplarla<br />

parlando del Sacrificio di Gesù. D’altra parte nella teoria realistica è chiaro che la morte di Gesù non avrebbe avuto valore<br />

equivalente se Egli non fosse stato il Figlio di Dio, fatto Uomo.

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