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A) PSEUDOSOPRANNATURALISMO.<br />

LA RIVELAZIONE DIVINA<br />

1° Il Tradizionalismo nega alla ragione umana la capacità di conoscere la verità religiosa e<br />

stabilisce come unico criterio di verità e di certezza la tradizione orale del genere umano.<br />

Esso argomenta così:<br />

In principio era «la Parola» (Gv. 1,1) cioè la Rivelazione; senza questa «Parola» nessuna<br />

conoscenza di Dio sarebbe possibile.<br />

Dio perciò la comunicò ad Adamo ed è stata tramandata fino a noi. Il Lamennais, uno dei principali autori<br />

di questa teoria (+ 1854) che si ostinò (a differenza degli altri - De Bonal (+ 1840), Bautain (+ 1867)<br />

Bonnety (+ 1789), Ventura (+ 1861) che si sottomisero e ritrattarono l’errore dopo la condanna della<br />

Chiesa, - ritiene la ragione individuale incapace di arrivare alla conoscenza naturale di Dio. Vede invece<br />

nel consenso generale di tutti i popoli all’idea di Dio una conferma della Rivelazione. Questo<br />

tradizionalismo rigido è stato condannato dalla Chiesa (D. B. 1617).<br />

Il Tradizionalismo Mitigato (Beelen, Schanz, Laforet, ecc.) invece non è stato condannato. Esso<br />

non nega la capacità della ragione a conoscere Dio, ma pretende che essa abbia bisogno di essere<br />

preparata a questo per mezzo della istruzione. In pratica tutti i popoli discendendo da un unico ceppo,<br />

cui Dio in principio aveva fatto la Rivelazione, anche errando nelle loro religioni, portarono in queste<br />

concetti della Rivelazione primitiva.<br />

Finché restano entro questi limiti, purché non pretendano che la Rivelazione sia assolutamente<br />

necessaria per raggiungere la conoscenza ratura1e di Dio (nel qual caso andrebbero contro il Concilio<br />

Vaticano) non vanno contro l’insegnamento cattolico. Del resto è facile distinguere che se in via di fatto,<br />

tracce della Rivelazione son giunte presso tutti i popoli, se per caso a qualcuno non fosse giunto niente di<br />

questa Rivelazione, può colla sola ragione, giungere alla conoscenza naturale di Dio.<br />

2° Il Fideismo esagera la funzione della fede nella conoscenza della verità, negando che<br />

l’oggetto della Apologetica sia la credibilità, poiché sarebbe impossibile a dimostrarsi: «bisogna credere<br />

senza le prove» esso dice.<br />

Questo errore di antichi protestanti è stato rispolverato e rimesso a nuovo ai nostri giorni con<br />

l’esistenzialismo di Severino Kierkegaard e con la teologia dialettica di Carlo Barth. Con la più grande<br />

sfiducia nelle forze della intelligenza umana, si diffida delle prove razionali del Cristianesimo, o, per lo<br />

meno, si cerca di ridurle al minimo. Anche qualche cattolico ha sentito l’influsso di queste teorie. Di qui il<br />

richiamo della Enciclica «Humani generis» (1950) che riafferma la possibilità di «provare con certezza<br />

l’origine divina della Religione cristiana con la sola luce della ragione» e che taccia di errori quanti «non<br />

ammettono il carattere razionale dei segni di credibilità della fede cristiana».<br />

3° Il Luteranesimo pure segue il fideismo, con uno pseudosoprannaturalismo individuale. Infatti<br />

caso ammette, come unica fonte per conoscere le verità religiose, la Bibbia, interpretata<br />

individualmente, con illuminazione divina.<br />

Al lato opposto ci sono gli errori del<br />

B) NATURALISMO ASSOLUTO<br />

I principali li possiamo catalogare nel<br />

1° Razionalismo. É un sistema che afferma il dominio supremo e assoluto della ragione umana in<br />

tutti i campi, sottoponendo al suo controllo ogni fatto e ogni autorità, non escluso il mondo<br />

soprannaturale e la stessa autorità di Dio. Questo sistema tende a umanizzare il divino quando non lo<br />

elimina, o a naturalizzare il soprannaturale quando non lo nega. Già nei primi secoli della Chiesa Anomei,<br />

Nestoriani e Pelagiani seguirono questa via, ma questo razionalismo stretto ed esclusivo si sviluppò<br />

nell’Umanesimo, con la valorizzazione dell’uomo e della sua ragione al di sopra di ogni autorità; si<br />

concretò nel naturalismo di Bernardino Telesio, di Giordano Bruno, di Tommaso Campanella passò alla<br />

costruzione soggettiva di Des-Cartes, fino all’Enciclopedia del sec. XVIII. Il razionalismo nega per. ciò la<br />

Rivelazione e ammette solo quello cui giunge la ragione.<br />

2° Agnosticismo. Nega la possibilità o la capacità di conoscere qualche verità: ignoramus,<br />

ignorabimus (non sappiamo, non sapremo) è il suo motto. La parola Agnosticismo fu usata per la prima<br />

volta dall’inglese Huxley.<br />

L’Agnosticismo si è affermato in correnti filosofiche:<br />

a) Agnosticismo positivistico (Conte, Littrè, Spencer) che re. stringe l’ambito della conoscenza<br />

umana al fenomeno e al fatto sperimentale. Si ferma ai fatti e agli esperimenti, senza risalire alla origine<br />

delle cose, a Dio e alla Rivelazione, che giudica inconoscibili.<br />

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