18.01.2013 Views

Visualizza

Visualizza

Visualizza

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

134<br />

L’ESISTENZA DI DIO<br />

continua, «Dio è noto per sé riguardo a sé stesso, non riguardo a noi, perciò ad affermare la sua reale<br />

esistenza non si può giungere se non dimostrativamente per mezzo delle creature».<br />

L’argomento di S. Anselmo può avere forza di conferma, quando per altra via, è dimostrata l’esistenza di<br />

Dio come Essere necessario.<br />

C) - DAI DOCUMENTI DELLA CHIESA. Nel Conc. Vaticano I l’Ontologismo fu condannato<br />

indirettamente, perché diceva il Relatore: questo gravissimo errore «non può essere trattato per<br />

incidenza». Perciò, pur non fermandosi espressamente su questo punto, in attesa di un esame più<br />

particolare, lo comprende nel dire che Dio si conosce «dalle cose create per mezzo della luce della<br />

ragione».<br />

Il S. Uffizio (18 settembre 1861), condannò la seguente proposizione degli Ontologisti:<br />

«L’immediata cognizione di Dio, almeno abituale, è essenziale all’intelletto umano, in modo che senza<br />

questa non può conoscere niente: «infatti è la stessa luce intellettuale». E il 14 Dicembre 1887, fra le<br />

proposizioni del Rosmini condannate c’era questa. «Nell’ordine delle cose create all’intelletto umano<br />

viene manifestato qualche cosa di divino in sé stesso».<br />

Per la dimostrabilità della esistenza di Dio, il Conc. Vaticano I (D. B. 1806) definisce: «Se alcuno<br />

avrà detto che Dio uno e vero, Creatore e Signore nostro non si può conoscere con certezza colla luce<br />

naturale della ragione umana, per mezzo di quelle cose che sono state fatte, sia scomunicato». S. Pio X<br />

nel Motu proprio del 1 Settembre 1910, dichiara che Dio: «Si può conoscere con certezza e perciò si può<br />

anche dimostrare». Pio XI nella Enc. Studiorum ducem dice: «Quegli argomenti coi quali Tommaso insegna<br />

che Dio esiste e che è l’Unico Essere sussistente di per sé stesso, sono anche oggi, come nel Medio Evo, gli<br />

argomenti più solidi di tutti per provarlo».<br />

LE PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO<br />

Veniamo a studiare questi argomenti di San Tommaso (S. Th. 1, q. 2, a. 3) di cui parla l’Enciclica<br />

citata.<br />

Sono «cinque vie» che provano filosoficamente l’esistenza di Dio però esse sono strettamente<br />

connesse con ciò che dice la Rivelazione Cristiana, perché il risalire dalle creature al Creatore lo abbiamo<br />

veduto indicare chiaramente nel brano della «Sapienza» e della «Lettera ai Romani» ricordati poco sopra.<br />

Tutte e cinque inoltre, si riducono a un argomento generalissimo che è questo: «Ciò che esiste non di per<br />

sé stesso esiste per mezzo di un altro che esiste di per sé stesso». In altre parole: se un essere non ha in<br />

sé stesso la ragione della sua esistenza, bisogna che l’abbia ricevuta da un altro. Se questo pure a sua<br />

volta non ha in sé la ragione della sua esistenza, bisogna risalire ancora ad un altro; e così di seguito,<br />

finché non si giunge a un Essere che ha in sé stesso la ragione di esistere.<br />

I a via: il moto<br />

La prima via, e la più manifesta è quella che si desume dal Moto.<br />

Qui quando parliamo di moto, non intendiamo soltanto il moto locale di una cosa che passa da un<br />

luogo all’altro; ma qualunque passaggio da uno stato ad un altro, sia di una cosa corporea, che spirituale.<br />

I filosofi, con S. Tommaso, lo chiamano: Passaggio dalla potenza all’atto. Per esempio: un pezzo di ferro<br />

freddo, è nell’atto di essere freddo, però può, cioè è in potenza, di diventare caldo. Se col fuoco lo<br />

riscaldo diventa caldo in atto. Il passare dal freddo al caldo è moto, non in senso locale, ma in senso<br />

filosofico.<br />

Ora ecco, in breve, l’argomento di S. Tommaso:<br />

1) - È certo - e lo constatano i sensi - che nel mondo vi sono cose che si muovono.<br />

2) - Tutto ciò che si muove è mosso da un altro, come il ferro che è mosso dal fuoco per divenire<br />

caldo.<br />

3) - Ma non si può continuare all’infinito fra cose moventi e cose mosse.<br />

4) - Dunque è necessario ammettere un Essere che muove tutto senza essere mosso, e cioè un<br />

Motore immobile:<br />

ciò che è DIO<br />

SPIEGAZIONE - Chiariamo meglio il ragionamento: non si può continuare all’infinito.<br />

Quando uno esaminando le cose che si muovono vuol risalire alla prima che ha impresso il moto, fa<br />

un esame e un ragionamento (che i filosofi chiamano a posteriori, cioè risalendo da ciò che è venuto<br />

dopo). Per esempio: vedendo il ferro che è caldo si domanda: «Come è passato dalla potenza all’atto di

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!