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LE RELAZIONI DIVINE<br />

Benché la parola «Spirito» convenga a tutte e tre le Divine Persone, pure dall’uso della Scrittura<br />

viene dato come nome proprio alla Terza Persona, come impulso della volontà e santità.<br />

Si dice Amore in quanto è l’Amore sostanziale del Padre e del Figlio.<br />

Si dice Dono in quanto l’amore è il primo di tutti i doni.<br />

Allo Spirito Santo vengono dati ancora altri nomi come: Paraclito (cioè Avvocato), Dito di Dio,<br />

Fonte viva, Fuoco, Unzione, Carità, ecc.<br />

Le proprietà personali<br />

Sono quelle che costituiscono le tre Divine Persone e cioè: 1 - la Paternità, che costituisce il<br />

Padre; 2 - la Filiazione, che costituisce il Figlio; 3 - la Spirazione passiva, che costituisce lo Spirito Santo.<br />

GLI ATTI NOZIONALI. Sono quelli atti secondo i quali le divine Persone procedono e si distinguono.<br />

Sono perciò due: I - la Filiazione e II la Spirazione.<br />

LE NOZIONI DIVINE sono le caratteristiche o note che ci fanno distinguere le Persone Divine.<br />

Secondo S. Tommaso sono cinque:<br />

Due convengono al Padre, e cioè:I - l’Innascibilità, perchè il Padre non procede da nessuno, e II - la<br />

Generazione o Paternità, perchè genera il Figlio.<br />

Due al Figlio, e cioè: III - la Filiazione per cui procede dal Padre, e IV - la Spirazione attiva<br />

comune col Padre.<br />

Uno allo Spirito Santo, e cioè: V - la Spirazione passiva con cui procede dal Padre e dal Figlio.<br />

La perfetta uguaglianza delle Persone<br />

Terminando questo capitolo dove abbiamo insistito sulla distinzione delle Divine Persone non sarà<br />

male ritornare al concetto della Unità di Dio. Non bisogna dimenticare che le divine Persone, realmente<br />

distinte fra loro sono un solo pio. Perciò «nelle Persone la proprietà e nella Essenza l’Unita» (Prefazio<br />

della SS. Trinità). «Tutte e tre le Persone sano coeterne e coeguali a sé stesse» (Simb. Atanasiano).<br />

Tutte e tre sono identiche in ogni sorta di perfezione e a tutte si deve l’unica adorazione che si<br />

deve a Dio.<br />

Per questo la Chiesa non istituì feste liturgiche che si riferissero soltanto al Padre, come erano<br />

state richieste, e le feste che riguardano il Figlio o lo Spirito Santo si riferiscono ai misteri della<br />

Incarnazione del Verbo o alla missione esterna dello Spirito Santo, appunto per non creare confusione in<br />

chi dalla distinzione delle Persone non avesse saputo vedere l’Unità di Natura (Cfr. Leone XIII, Encicl.<br />

Divinum Illud, 9 Maggio 1897).<br />

L’Unità di Dio è così perfetta che le tre Divine Persone si penetrano e dimorano l’Una nell’Altra.<br />

Questa dottrina è di fede dal Conc. di Firenze che dice: «Per questa unità il Padre è tutto nel<br />

Figlio e tutto nello Spirito Santo; il Figlio è tutto nel Padre e tutto nella Spirito Santo; lo Spirito Santo è<br />

tutto nel Padre e nel Figlio» (D. B. 704).<br />

Questa verità è conosciuta nella scrittura: «Non credete che io sono nel Padre e il Padre è in me?»<br />

(Gv. 14, 10). Così pure S. Paolo dice: «lo Spirito Santo è in Dio, come lo spirito dell’uomo è nell’uomo» (I<br />

Cor. 2, 10-11).<br />

Questa unità di inabitazione con termine tecnico viene chiamata «circumincessione» dai Greci, e<br />

«circuminsessione» dai Latini. La prima significa un circolo vitale per cui la vitale Essenza divina rifluisce<br />

dal Padre per il Figlio nello Spirito Santo. La seconda, più chiara e più sicura, significa l’»inabitazione»<br />

ossia l’immaneza di una Persona nell’Altra.<br />

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