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GLI ATTRIBUTI DI DIO<br />
Troviamo la ragione di questa distinzione virtuale nella stessa S. Scrittura, che parla di Dio giusto<br />
e misericordioso, mite e forte.<br />
S. Tommaso (1, Sentenze 22, 1) spiega così: «Tutte queste cose si dicono di Dio e delle creature<br />
non in senso equivoco, ma secondo una ragione di analogia. Per cui, nella creatura, la ragione di sapienza<br />
non essendo la ragione di bontà, occorre che questo sia vero anche in Dio. Ma c’è differenza in questo:<br />
che in Dio di fatto sono la stessa cosa, mentre nella creatura differiscono in realtà e non soltanto per una<br />
distinzione di ragione».<br />
Da quanto abbiamo detto si vede che è sbagliata la sentenza dei Nominalisti (come Maimonide,<br />
Ockam, Gregorio di Rimini) che riducevano a semplici nomi l’Essenza e gli attributi divini; semplici parole<br />
senza nessuna distinzione, indicanti tutte la medesima cosa, sotto il medesimo aspetto. Per il nostro modo<br />
di concepire, invece, come abbiamo detto, ci si presentano con una distinzione logica virtuale, per cui la<br />
nostra mente attraverso i vari aspetti delle perfezioni create si sforza di elevarsi a Dio, atto<br />
semplicissimo.<br />
Divisione degli attributi<br />
Nel considerare gli attributi divini, si possono fare più divisioni. Alcuni si possono considerare sotto<br />
un aspetto:<br />
a) - negativo cioè rimovendo le imperfezioni che sono nelle creature. Esempio l’immensità,<br />
l’eternità, ecc.<br />
o positivo cioè considerando in modo eminente in Dio le perfezioni che incontriamo nelle<br />
creature: verità, sapienza, bontà, ecc.<br />
b) – In assoluti, che cioè spettano a Dio considerato in sé stesso, come la semplicità, l’infinità,<br />
ecc.<br />
o relativi in quanto cioè hanno un riferimento alle creature, come la creazione, la provvidenza,<br />
ecc.<br />
c) – In quiescenti che indicano il modo di essere come l’eternità, la semplicità,<br />
e operativi che indicano il modo di operare come l’onnipotenza, la provvidenza, ecc.<br />
Nella breve esposizione dei principali attributi, seguiremo questa ultima divisione.<br />
ATTRIBUTI QUIESCENTI<br />
Seguendo la dichiarazione del Conc. Vaticano I, posta in principio di questo capitolo, esamineremo<br />
i vari attributi o perfezioni di Dio. Fra gli attributi divini, quiescenti, ne esamineremo particolarmente sei:<br />
la semplicità, l’infinità, l’immensità, l’immutabilità, l’eternità, l’unità dì Dio.<br />
La semplicità di Dio<br />
TESI - Dio è l’Essere semplicissimo, e perciò esclude da sé ogni composizione.<br />
È DI FEDE<br />
dal Conc. Vaticano I citato: «Una sola Essenza, Sostanza o Natura assolutamente semplice».<br />
La tesi è contro i Pagani, adoratori degli idoli, i Panteisti, gli Immanentisti.<br />
SPIEGAZIONE: La composizione può essere: 1) - fisica, come nelle cose composte di materia e di<br />
forma, o di parti quantitative, come l’uomo composto di anima e di corpo, come un sasso formato di tante<br />
molecole; 2) - metafisica che risulta dalla reale distinzione fra potenza e atto, sostanza e accidenti,<br />
essenza ed esistenza; 3) - logica che risulta dal genere prossimo e la differenza specifica, dalla natura<br />
specifica e le note che la individuano: per esempio Pietro, appartenente al genere umano è nella natura<br />
specifica di questo determinato uomo, con questi precisi lineamenti e caratteristiche.<br />
In Dio è esclusa qualunque specie di composizione.<br />
PROVA: A) - dalla Scrittura. In più luoghi essa dice: «Dio è Spirito» (Gv. 4, 24; 2 Cor. 3, 17) e<br />
perciò si deve adorare in spirito e verità; anzi essa dichiara apertamente che si deve escludere in Dio tutto<br />
ciò che è materiale. Isaia (40, 18) rimprovera il popolo di aver fatto delle immagini che pretende<br />
rassomigliarle a Dio. Gli Atti (17, 29) dicono: «Essendo progenie di Dio non dobbiamo stimare che il Divino<br />
sia somigliante all’oro o all’argento o alla pietra scolpita dall’arte e dall’invenzione dell’uomo».<br />
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