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LE DIVINE PERSONE RIGUARDO ALLE CREATURE<br />

presso di lui» (Gv. 14,23). «Non sapete che siete tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in Voi?» (I Cor.<br />

3,16). «La carità di Dio è diffusa nei vostri cuori, per lo Spirito Santo che ci è stato dato» (Rom. 5,5).<br />

Tutti questi passi ci dicono che la missione invisibile nelle anime avviene per la grazia santificante<br />

data o accresciuta. Per mezzo di questa la presenza di Dio nell’anima non è solo nel modo con cui Dio è<br />

presente in tutte le cose, ma in un modo speciale e soprannaturale con cui Dio si dona alla creatura e la<br />

rende partecipe della Natura Divina. Avviene perciò non solo una elevazione soprannaturale ma una<br />

inabitazione della SS. Trinità nell’anima: «Verremo da lui e faremo la nostra dimora in lui» (1. c.). Quindi<br />

con lo Spirito Santo è nell’anima il Padre e il Figlio, sia per l’azione «ad extra» di Dio, sia per la<br />

«circuminsessione» per cui tutto il Padre e tutto il Figlio è nello Spirito Santo.<br />

LA NOSTRA CONOSCENZA DEL MISTERO DELLA SS. TRINITÀ<br />

Abbiamo detto dei misteri in genere.<br />

Riguardo a questo mistero altissimo che ci riferisce alla vita intima di Dio a maggiore ragione<br />

dobbiamo dire: non si può capire o dimostrare colla sola ragione. È necessaria la Rivelazione. Così ha<br />

dichiarato il Conc. Vaticano quando ha detto che ci sono alcuni misteri che «con la sola ragione né si<br />

possono capire né dimostrare» (D. B. 1816); e certamente il mistero della SS. Trinità è il più alto.<br />

Gesù stesso nel Vangelo ha dichiarato che nessuno conosce il Padre o il Figlio eccetto colui al quale «il<br />

Figlio lo abbia voluto rivelare» (Mt. 11,27),e che «l’unigenito Figlio.., stesso ce lo ha narrato» (Gv. 1,18).<br />

Non si può dimostrare colla sola ragione, che Dio è Trino; ce lo dice la Rivelazione.<br />

Non si può conoscere colla sola ragione, perchè, anche dopo che ci è stata rivelata l’esistenza del<br />

Mistero, l’intima sua natura ci resta profonda ed oscura.<br />

Però non si può dimostrare che nel Mistero della SS. Trinità ci sia qualche ripugnanza.<br />

Ripugna ciò che è contraddittorio, come se dicessi che nello stesso tempo e sotto lo stesso aspetto<br />

una cosa è e non è. Così ripugnerebbe se dicessi che in Dio c’è una sola Natura, e al tempo stesso tre<br />

Nature, che è un Dio solo e al tempo stesso sono tre Dei; oppure che vi sono tre Persone e al tempo stesso<br />

è una sola Persona. Invece la Natura è una e le Persone tre. Perciò la mia intelligenza non arriva a<br />

comprendere come questo avvenga, ma anche in questa oscurità non può dimostrare assolutamente che vi<br />

sia ripugnanza tra questi termini.<br />

Il nostro modo di parlare della SS. Trinità<br />

Oltre ai nomi propri di cui abbiamo parlato ci sono dei nomi appropriati, che cioè di per sé sono<br />

comuni alle tre Divine Persone, ma che si sogliono appropriare ad una Persona di preferenza che alle altre<br />

per la speciale somiglianza e relazione coll’attributo proprio di questa Divina Persona. Così al Primo è il<br />

Principio si appropria il nome di Onnipotente, Creatore, Eterno. Al Figlio che procede per l’intelletto, si<br />

appropria il nome di Sapienza, Causa esemplare. Allo Spirito Santo che procede per via di amore i nomi di<br />

Carità, Paraclito, Santificatore.<br />

Nell’uso dei nomi poi si debbono evitare quelle espressioni che portassero confusione fra Unità e<br />

Trinità. I Teologi sono soliti indicare che:<br />

A) - I nomi sostantivi concreti e astratti che esprimono direttamente l’Essenza Divina e gli<br />

attributi assoluti si debbono usare al singolare. Così si dirà che Dio è uno, uno il Creatore, unica<br />

l’Onnipotenza, unica la Divinità; e così non si può dire che ci sono tre Dei, tre Onnipotenti, tre Divinità.<br />

B) - I nomi aggettivi, che si riferiscono alle Persone, si possono enunciare al plurale. Quindi si può<br />

dire: Tre sono le Persone eterne, tre le Persone Onnipotenti, ecc.<br />

Quando nel Simbolo Atanasiano si dice: «Non sono tre gli Eterni, ma uno t’Eterno» questa parola è<br />

usata come sostantivo.<br />

C) - I nomi aggettivi che significano una processione non si possono enunciare per i nomi<br />

sostantivi astratti: così non si può dire che l’essenza divina è generante o generata.<br />

D) - I nomi che esprimono una distinzione debbono usarsi in modo che non significhino una<br />

divisione di Natura o confusione di Persone. Così si dirà che Dio è Trino ma non triplice; che altra Persona<br />

è il Padre e altra il Figlio, ma non che altra cosa è il Padre e altra cosa il Figlio; non si dirà che Dio è<br />

singolo, perchè questa espressione sembrerebbe negare la Trinità; nè che sono tre Persone diverse o tre<br />

individui: ciò supporrebbe tre Nature.<br />

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