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202<br />
L’UOMO<br />
uno che commette un peccato personale, ma un abito negativo in quanto ci priva di beni che avremmo<br />
dovuto avere non naturalmente, ma per la disposizione data da Dio.<br />
Causata dalla azione volontaria di Adamo. Abbiamo detto altrove della volontarietà in Adamo,<br />
ma parte pure da questa sua volontà il fatto che il peccato originale in noi è un peccato proprio di<br />
ciascuno inerente all’anima di ogni uomo. Ogni peccato, per essere tale, è necessario che sia volontario.<br />
Risulta anche dalla condanna delle proposizioni 46 e 47 di Baio (D. B. 1046-1047): «il volontario non<br />
appartiene alla ragione di peccato.., e il peccato originale ha vera ragione di peccato senza nessun<br />
riguardo alla volontà per cui ebbe origine». Però, come nota S. Tommaso (In II Sent. 33, q. 2a 1 ad 2): «fra<br />
tutti i peccati il. minimo è l’originale, perchè ha il minimo di volontario. Infatti non è volontario per<br />
volontà di questa persona ma per la volontà del principio di natura soltanto». Perfino al peccato veniale,<br />
essendo commesso per la volontà della persona, si deve maggior pena positiva che al peccato originale.<br />
Dunque è un peccato volontario, non di persona, ma di natura, di cui abbiamo la volontà nella<br />
causa. Ed allora in qual modo è peccato proprio di ciascuno e inerente all’anima di ciascuno?<br />
Fonte e principio della natura umana. Alcuni hanno detto che le nostre volontà erano già incluse<br />
in Adamo. Ma ciò è contrario alla verità. Le nostre volontà non esistevano ancora.<br />
Abbiamo già scartato l’ipotesi di chi lo spiega considerando Adamo soltanto CAPO MORALE di tutto<br />
il genere umano. Se come CAPO MORALE di tutto il genere umano avesse avuto per questo solo fatto la<br />
responsabilità della volontà di ciascuno di noi, dovrebbe risultare da qualche legge positiva. Ciò invece<br />
non risulta.<br />
Ma anche se Dio lo avesse fatto conoscere ad Adamo, senza che lo sappiamo noi, questa ragione<br />
non deve essere assolutamente disgiunta da quella che è una ragione, vorremmo dire, fisica.<br />
Adamo è la fonte e il principio di tutta l’umanità. In lui era in seme tutta la natura umana. In un<br />
seme sono già, potenzialmente, tutte le virtù e le qualità di una pianta. Da un nocciolo di pesca nascerà<br />
un arboscello, poi, un albero che produrrà pesche della stessa specie. Così gli alberi successivi che<br />
nasceranno dai noccioli di quelle pesche. Ammettiamo che da un nocciolo venisse tolta radicalmente una<br />
qualità: le pesche derivanti da questo nascerebbero tutte prive di quella qualità. Accenniamo a questo<br />
esempio, per intendere, senza fermarci al dettaglio della necessità di innesti.<br />
Ora è chiaro che in Adamo era in seme tutta la natura, tutti gli uomini discendenti da lui. La sua volontà<br />
perciò riguarda tutta la natura umana. In lui potenzialmente era tutta la natura umana. Se da una fonte<br />
esce acqua o petrolio, fino all’ultimo del corso si avrà rispettivamente acqua o petrolio. Solo da altre fonti<br />
potrebbe venire una materia diversa.<br />
«In quo omnes peccaverunt»: «Nel quale tutti peccarono» ci dice S. Paolo, come abbiamo visto<br />
precedentemente. In lui dunque tutti peccammo, e mentre non ci passa la sua colpa personale, riceviamo<br />
la colpa di natura, e cioè siamo privi della giustizia originale, che la natura umana non ha più. «Questo<br />
dono era stato dato divinamente a tutta la natura umana» come dice S. Tommaso (S. Th. q. 100 a 1) 1 . Per<br />
questo si propaga, come abbiamo dimostrato, non per esempio o imputazione, ma per generazione, nello<br />
stesso istante in cui l’anima viene infusa nel corpo.<br />
Come in Adamo abbiamo peccato non solo perchè nostro capo morale ma perchè ci ha trasmesso la<br />
sua vita, così in Cristo, novello Adamo, riceviamo la vita non solo perchè è il nuovo Capo morale, ma<br />
perchè ci dona la sua vita divina, facendoci partecipi della sua grazia innestandoci come Membra nel suo<br />
Corpo Mistico.<br />
Da notare che il Battesimo, mentre ci dona di nuovo i doni soprannaturali e cioè la grazia<br />
santificante, non ci restituisce i doni preternaturali.<br />
Conseguenze del peccato originale<br />
IN QUESTA VITA - Come abbiamo avuto occasione di dire, in questa vita il peccato originale priva<br />
della grazia santificante (è di fede) e dei, doni preternaturali che erano stati dati ai nostri progenitori (è<br />
certo e lo constatiamo).<br />
Inoltre il demonio ha preso sopra il genere umano una dominazione, come abbiamo detto nel<br />
precedente capitolo.<br />
Con questo si spiega quanto ha definito il Conc. di Trento e cioè che l’uomo «è stato deteriorato<br />
nell’anima e nel corpo» (v. sopra). Questo decadimento dunque è relativo allo stato anteriore al peccato.<br />
1 S. TOMMASO (S. Th. 1. a 2. ae q. 81 a 1), spiega ancor più chiaramente: «Tutti gli uomini che nascono da Adamo possono<br />
considerarsi come un sol uomo in quanto convengono nella natura che ricevono dal primo padre… Molti uomini derivati da Adamo,<br />
sono come molte membra di un sol corpo. E gli altri atti di un membro del corpo, per es. una mano, non è soltanto per la volontà<br />
della mano, ma per la volontà dell’anima che muove le membra.., così in questo uomo generato da Adamo, il disordine non è<br />
volontario per la sua volontà, ma per la volontà del primo padre che muove, per la generazione, tutti coloro che derivano per origine<br />
da lui, come la volontà dell’anima muove tutte le membra all’azione».