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SEZIONE SECONDA<br />

SPIEGAZIONE SCOLASTICA DEL DOGMA<br />

CAPITOLO PRIMO<br />

LE DIVINE PROCESSIONI<br />

La parola processione non si deve qui intendere nel senso materiale di movimento successivo da<br />

un luogo a un altro; ma nel senso di ORIGINE DI UNO DALL’ALTRO. Procedere significa provenire, venire<br />

da.<br />

La processione importa sempre una operazione la quale può essere:<br />

1) - transeunte che cioè passa dalla causa all’effetto: per esempio nelle creature il figlio proviene dal<br />

padre, ma non resta nel padre.<br />

2) - immanente che cioè resta in chi compie l’operazione, come il pensiero resta nella mente.<br />

In Dio c’è una operazione che, quantunque sia formalmente immanente, pure è virtualmente<br />

transeunte in quanto ha come termine un soggetto ad extra, cioè al di fuori di Dio, causato dalla divina<br />

potenza, come nella creazione. C’è però, anche un’altra operazione formalmente e virtualmente<br />

immanente che cioè rimane intimamente («ad intra») nella vita divina. In questo caso non abbiamo una<br />

causa e un effetto, ma un principio da cui ha origine un’altra Persona. Per cui in Dio la processione si può<br />

definire: 1 - passivamente ed è: l’origine di una Persona Divina da Una o da due altre, con la<br />

comunicazione della identica Natura e 2 - attivamente ed è: l’operazione immanente con cui viene<br />

comunicata la vita divina alla Persona che procede dall’altra o dalle altre».<br />

Il Padre non procede da nessuno<br />

Il Padre non è creato, né generato. Lo abbiamo visto nel Simbolo Atanasiano: «Il Padre non è stato<br />

fatto da nessuno, né creato, né generato».<br />

Il Conc. Fiorentino contro i Giacobiti dichiara: «Il Padre, tutto ciò che ha, non lo ha da un altro,<br />

ma da Sé, ed è il Principio senza principio» (D. B. 704).<br />

La processione del Figlio<br />

TESI - La Seconda Persona della SS. Trinità, cioè il Figlio procede dal Padre da tutta l’eternità<br />

per vera generazione spirituale; per via di intelletto.<br />

É DI FEDE<br />

la prima parte, dalle parole del Conc. di Nicea e del Simbolo Atanasiano, già riportate e del Conc.<br />

Laterano IV (D. B. 432): «E il Padre, generando il Figlio ab aeterno, gli ha dato la sua Sostanza».<br />

É TEOLOGICAMENTE CERTO<br />

la seconda parte contro Durando il quale negava che il Figlio procedesse per via di intelletto.<br />

SPIEGAZIONE: da tutta l’eternità. - L’idea di Figlio, nelle cose umane fa necessariamente pensare<br />

al padre che esiste prima del figlio. In Dio non è così. Il figlio esiste da quando esiste la vita divina, cioè<br />

da sempre e possiamo spiegarlo dalle ultime parole della tesi:<br />

per vi di intelletto le quali esprimono il modo con cui è avvenuta questa generazione: con un atto<br />

di conoscenza. Questo atto di intelletto nel conoscere Sé stesso, non è un atto che passa come nella<br />

conoscenza che ha l’uomo, ma resta in Dio e costituisce la Seconda Persona. Ora, quando ha cominciato<br />

Dio Padre a conoscere Sè stesso? - Da quando è, cioè ab aeterno, sempre. Dunque, da quando il Padre è,<br />

anche il Figlio è. Perciò non è posteriore al Padre, come fra gli uomini i figli sono dopo il padre, ma è<br />

Eterno come Lui.<br />

per vera generazione spirituale. La generazione si definisce origine di un vivente da un principio<br />

vivente e congiunto in somiglianza di natura. Si dice: «da un principio vivente» in quanto il generante

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