18.01.2013 Views

Visualizza

Visualizza

Visualizza

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

126<br />

L’ATTO DI FEDE<br />

SPIEGAZIONE: - Si è detto nella tesi: «volontà libera». Oggetto proprio della volontà è il bene.<br />

Una cosa conosciuta come bene in modo intrinsecamente evidente la volontà non può non volerla, quindi<br />

non resta più libera.<br />

I beati del Cielo non possono non amare Dio, perchè vedono che è il Sommo Bene. Nella fede<br />

invece, l’evidenza della credibilità è estrinseca. Non ci dà l’intrinseca evidenza di Dio, ma solo la certezza<br />

morale che esclude ogni dubbio prudente. Perciò l’intelletto non resta perfettamente quietato e può<br />

essere assalito da dubbi, siano pure imprudenti, per allontanare i quali è necessario l’esercizio della<br />

volontà. I misteri, per esempio, della SS. Trinità, dell’Incarnazione, anche colla evidenza della credibilità<br />

rimangono intrinsecamente o- scuri. Perciò resta alla volontà di accettare o di por resistenza: essa resta<br />

libera nella scelta e non è costretta a dover credere.<br />

Ben disposta - Perchè la volontà dia il suo influsso nell’atto di fede è necessario che sia ben<br />

disposta, cioè in un atteggiamento di rettitudine che voglia escludere gli ostacoli che si oppongono al<br />

raggiungimento della verità e del bene; deve fuggire la leggerezza per cui l’uomo facilmente è distratto<br />

dalle cose del senso e dimentica le eterne; deve allontanare tutto quanto sa di sensualità, di superbia e di<br />

attaccamento alla terra. L’esperienza pratica ci dice che molti uomini non aderiscono alla fede perchè<br />

presi dalle loro passioni.<br />

PROVA: A) - dalla Scrittura. Gesù ha messo come prima condizione alla salvezza la Fede. «Chi<br />

crederà sarà salvo, chi non crederà sarà condannato» (Mc. 16,16). Ciò suppone il concorso della volontà<br />

dell’uomo che liberamente può accettare o respingere la fede. Perchè possa credere è necessaria fra le<br />

altre condizioni, la sua buona volontà. S. Giovanni in più punti riporta la parola di Gesù che afferma come<br />

i Giudei non credono perchè «non sono da Dio»; «non cercano la sua gloria»; «hanno per padre il diavolo»<br />

(Gv. 5,31; 7,16; 8,42 ss.). «Amano di più le tenebre che la luce» (3,19). Tutte queste frasi indicano la<br />

necessità delle buone disposizioni della volontà per credere, e al tempo stesso come questi uomini siano<br />

rimasti liberi di scegliere quelle cattive opere senza esser costretti a venire alla fede. Però questa libertà<br />

dà loro una terribile responsabilità: «Chi crede in Lui, non viene giudicato, ma chi non crede è già<br />

giudicato» (Gv. 3,18).<br />

S. Paolo loda la fede di Abramo, libera e generosa, che perciò gli viene imputata a merito di<br />

giustizia (Rom. 4, 1-5).<br />

B) - dalla Tradizione. Abbiamo visto sopra il pensiero della Chiesa nei Concilii.<br />

Ma fino da principio i Padri insistono in questo concetto. S. Ireneo dice che Dio lascia liberi gli<br />

uomini, non solo nelle opere, ma anche nella fede. E. S. Agostino: «Che cosa è il credere se non<br />

l’acconsentire che è vero ciò che è detto? e il consenso è di colui che lo vuole… non può credere se non<br />

colui che vuole» (Stromata 1 e 2).<br />

CONCLUSIONE: Da quanto si è detto abbiamo visto che i principi che producono prossimamente<br />

l’atto di fede investono tutte le facoltà dell’uomo: intelletto e volontà; e richiedono pure l’aiuto di Dio,<br />

che colla sua grazia che previene, aiuta e accompagna, illumina la intelligenza, e ispira la volontà perché<br />

l’uomo possa emettere l’atto di fede.<br />

Alcune proprietà dell’atto dì fede<br />

Da quanto abbiamo detto risulta che l’atto di fede è ragionevole e soprannaturale, è libero e<br />

meritorio, è oscuro, è certo, è doveroso.<br />

Riesamineremo qui tutte insieme queste proprietà, soffermandoci solo su quei punti che ancora<br />

non abbiamo sviluppato.<br />

É ragionevole. La via alla fede è preparata da argomenti razionali, come abbiamo visto<br />

nell’Apologetica. L’assenso alla fede non è un moto cieco dell’anima. Chi giunge all’atto di fede non<br />

agisce irrazionalmente, ma ne pone i fondamenti coi più profondo e retto raziocinio, per quella luce che<br />

Dio ha dato alla ragione umana. Parlando dei miracoli e delle profezie portammo la dichiarazione del<br />

Conc. Vaticano: «Affinché l’ossequio della nostra fede sia secondo ragione, agli interni aiuti dello Spirito<br />

Santo, Dio volle unire argomenti della sua Rivelazione» (D. B. 1790).<br />

La Chiesa per sé stessa, e cioè per le note che la contraddistinguono è un grande perpetuo motivo<br />

di credibilità. Si capisce che ogni uomo afferra questi motivi razionali secondo la capacità della sua<br />

intelligenza. Così una persona di studio può percorrere la via verso la fede scientificamente, seguendo<br />

quel percorso che traccia l’Apologetica. Un fanciullo una persona incolta si baseranno sulla autorità dei<br />

genitori, o del Sacerdote, o di altra persona competente degna della loro stima. Anche questa via è per la<br />

loro capacità una via razionale, dato che non potendo esaminare più profondamente, hanno sufficiente<br />

garanzia della onestà e serietà di chi loro insegna. In casi straordinari, Dio può intervenire con fatti<br />

miracolosi, come fece con Saulo sulla via di Damasco.<br />

Tra fede e ragione non vi può essere contraddizione essendo Dio l’autore e dell’una e dell’altra.<br />

Quando appaiono dei contrasti ciò significa che ciò che sì afferma come di fede non è tale, o ciò che la

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!