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CAPITOLO TERZO<br />
LA NATURA ASSUNTA<br />
S. Tommaso (S. Th. 3, q. 4) asserisce che qualunque creatura, materiale o immateriale poteva<br />
venir assunta da Dio, tuttavia con maggiore convenienza poteva assumere la natura umana. Era meno<br />
conveniente unire una creatura irrazionale essendo fatta l’unione secondo l’essere personale. Guardando<br />
alla natura Angelica sarebbe sembrata più conveniente per la maggiore dignità, ma la necessità della<br />
riparazione, cui era ordinata l’Incarnazione fa vedere la maggior convenienza della assunzione della<br />
natura umana. Inoltre nell’uomo c’è la parte spirituale somigliante agli Angeli, c’è la parte sensitiva e<br />
vegetativa, come negli animali e nelle piante c’è la parte minerale, come negli esseri inanimati: l’uomo è<br />
un piccolo cosmo e il Verbo assumendo la natura umana prendeva e innalzava come in una sintesi e<br />
«rìcapitolazione» tutte le cose create. In Lui, tutte le cose create, danno una lode infinita a Dio.<br />
Quello che non avrebbe potuto assumere il Verbo, sarebbe stato una persona umana, la quale<br />
avendo completo il suo essere proprio, ossia la sua sussistenza, non avrebbe potuto formare in Lui<br />
un’unica Persona, quindi vi sarebbe stata solo una unione accidentale, come voleva Nestorio.<br />
La Natura Umana del Verbo è perfettissima, ma non in modo assoluto (ciò che ripugna a una<br />
natura creata), ma in modo relativo, per cui Gesù anche come Uomo è superiore non solo a tutti gli<br />
uomini, ma anche agli Angeli, nonostante che di per sè la natura umana sia inferiore alla natura angelica.<br />
Detto questo in modo generale della natura assunta dal Verbo, vediamola ora analiticamente<br />
riguardo alle perfezioni e a quelle debolezze che non ripugnano colla dignità e il fine della Incarnazione.<br />
Vedremo perciò:<br />
1 - LA GRAZIA, le virtù e i doni del Cristo.<br />
2 - LA SCIENZA, ossia le doti intellettuali.<br />
3 - LA LIBERTÀ E LA POTENZA, ossia le doti della volontà.<br />
4 - LE DEBOLEZZE DELLA UMANITÀ.<br />
LA GRAZIA Dl CRISTO<br />
In Cristo si trova una duplice specie di grazia: 1.a) – La grazia di unione che risulta dalla stessa<br />
unione ipostatica, per cui, senza alcuna altra grazia creata, di per sè, formalmente, come radice e causa<br />
consacra e santifica sostanzialmente, rendendola cara a Dio la stessa natura umana del Cristo. 2.a) – La<br />
grazia santificante qualità creata e soprannaturale per la quale veniamo fatti partecipi della natura<br />
divina e diventiamo figli adottivi di Dio 1 . Con essa, tratteremo delle virtù e dei doni dello Spirito Santo in<br />
Cristo, e della sua impeccabilità.<br />
La grazia di unione<br />
TESI - In Cristo uomo vi è la grazia di unione che consiste nello stesso essere personale del<br />
Verbo in quanto comunicato gratis alla natura assunta; in altre parole: l’anima di Cristo è stata resa<br />
santa e gradita a Dio per Io stesso fatto della Unione ipostatica 2 .<br />
É SENTENZA PIÙ COMUNE<br />
dei Teologi, contro gli Scotisti che ammettono sì, che come radice e causa l’Unione Ipostatica<br />
produca questa grazia, ma non formalmente di per sè, ma solo in quanto esige e produce la grazia<br />
santificante creata.<br />
PROVA: A) - dalla Scrittura. La parola «Cristo» usata nel Vecchio e Nuovo Testamento significa<br />
«l’Unto del Signore» cioè il «Consacrato dei Signore». Il Salmo 44,8 dice: «Per questo ti ha unto Dio, Dio<br />
tuo coll’olio della letizia al di sopra dei tuoi compagni». Così Isaia 6,1; S. Paolo, Eb. 1,8; 2 Cor. 1,21; gli<br />
Atti 1,27, ecc.<br />
1 Ricordare, che quantunque il Cristo possegga pienamente la grazia santificante, non può dirsi Figlio adottivo di Dio.<br />
2 A differenza della grazia santificante, che è Grazia creata la grazia di unione è grazia increata e sostanziale.