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GLI ATTRIBUTI DI DIO<br />

SPIEGAZIONE: Secondo la frase di Pier Lombardo (1 Sententiae dist. 37) ripresa da S. Tommaso (S.<br />

Th. 1, q. 8 a. 3), Dio è in tutte le cose «per essenza, per presenza e per potenza».<br />

Queste tre parole esprimono la verità contro l’errore di alcuni filosofi e ancora dei Calvinisti,<br />

Sociniani secondo cui Dio colla sua sostanza è solo in cielo e raggiunge le cose solo collo sua potenza; e<br />

contro alcuni Razionalisti come Remusat e Combie: i quali dicono che Dio è dappertutto colla sua forza,<br />

non colla sostanza.<br />

Egli invece è in ogni luogo:<br />

Per essenza in quanto è la causa di essere di tutte le cose; per potenza in quanto colla sua<br />

onnipotenza regge e governa tutte le cose; per presenza in quanto nessuna cosa gli è nascosta ed è<br />

presente dappertutto.<br />

PROVA: A) - dalla Scrittura: «Non c’è nessuna creatura invisibile al suo cospetto: e tutte le cose<br />

sono svelate al suo sguardo» (Ebr. 4, 13). Egli «scruta i cuori» (Salm. 7, 9) fino all’intimo. «Non è lontano<br />

da ciascuno di noi; poiché in Lui stesso viviamo, ci moviamo e siamo» (Atti 17, 17). E il Salmo 138 fa una<br />

viva descrizione della sua presenza dappertutto: «Signore tu mi scruti e mi conosci quando sto fermo e<br />

quando mi alzo. Intendi i miei pensieri da lontano… Quando la parola non è ancora sulla mia lingua, ecco,<br />

o Signore, tu conosci tutto… Dove andrò lontano dal tuo Spirito? dove fuggirò dal tuo cospetto? Se salgo in<br />

cielo, tu ci sei, se scendo nell’inferno, sei presente. Se prenderò le penne (andando lontano) come<br />

l’aurora e se abitassi all’estremità dei mari, là pure la tua mano mi conduce e mi terrà la tua destra».<br />

Tutte queste frasi ci dicono colla immensità di Dio la sua ubiquità. Ma non sono tutte queste cose<br />

che circoscrivono la sua presenza: «Se il cielo, e il cielo dei cieli non ti comprendono quanto più questa<br />

casa che hai edificato?» (Il Paral. 6, 18).<br />

B) – dalla Tradizione. S. Agostino (Ep. Dardan. 14) dice: «Dio è così diffuso dappertutto che nel<br />

solo cielo è tutto, e nella sola terra è tutto, e in cielo e in terra è tutto: e non contenuto in nessun<br />

luogo, ma dovunque è tutto in sé stesso». Questo pensiero del grande Dottore ci fa capire (come poi<br />

riprende S. Tommaso - C. Gent. 3, 68) - che Dio essendo dovunque non è diviso dagli spazi dei luoghi quasi<br />

che fosse una parte qui e una là, ma è da per tutto e in ogni parte di luogo.<br />

C) - dalla Ragione. Dio essendo infinito e semplicissimo esclude ogni limitazione. Quindi non può<br />

essere circoscritto ad un luogo. Essendo la causa di tutte le cose, deve essere presente almeno colla sua<br />

potenza con cui dà e conserva l’essere alle cose. Ma siccome non c’è distinzione reale fra la sua Potenza o<br />

Essenza e le sue operazioni, dove è presente colla sua potenza, è presente pure colla sua Sostanza.<br />

Il pensiero della presenza di Dio in ogni luogo è motivo di gioia, di fiducia, di perfezione. «Cammina alla<br />

mia presenza e sii perfetto» (Gn. 17, 1) ci dice il Signore. Basta riflettere a questo e possiamo avere la<br />

gioia di poter vivere e muoverci in Lui, nostro Padre, in cui poniamo la nostra fiducia, il nostro amore e<br />

questo pensiero ci chiamerà ad esserGli sempre fedeli per non disgustarlo, e raggiungere, così, la<br />

perfezione.<br />

OBIEZIONI - Perché si dice «Padre nostro, che sei nei cieli?». È forse limitata al cielo la sua<br />

presenza? No, ma si dice così per ricordarci che il cielo è la sede particolare della sua gloria e del suo<br />

splendore, dove un giorno, se gli saremo fedeli, andremo a vederlo «faccia a faccia». Così quando si dice<br />

che Dio è «vicino a chi lo invoca» (Sal. 144, 18) si vuoi significare il modo speciale con cui si unisce e aiuta<br />

l’anima fedele dandole la sua grazia, come vedremo nei trattato della Grazia.<br />

L’immutabilità di Dio<br />

Mutazione significa passaggio da uno stato a un altro, dalla potenza all’atto. Dio è immutabile non<br />

solo nella sua Sostanza, ma anche nella sua cognizione e volizione, attributi operativi che, come abbiamo<br />

detto, non si distinguono sostanzialmente dalla sua Sostanza.<br />

TESI - Dio è assolutamente immutabile.<br />

É DI FEDE<br />

dal Conc. Laterano IV, (c. 1) «Dio è incommutabile», e dal Vaticano I: «incommutabile sostanza».<br />

PROVA: A) – dalla Scrittura. Lo stesso passo più volte riportato «Io sono Colui che è» coi suo<br />

tempo di presente ci dice fermamente la continua eguaglianza senza alcun mutamento. Molti altri passi<br />

riprendono lo stesso pensiero: «Io sono il Signore e non muto» (Mal. 3, 6) «Presso il quale non c’è<br />

mutamento, né ombra di vicissitudine» (Gv. 1, 17), «Non è Dio… come il figlio dell’uomo che muti» (Num.<br />

23, 19).<br />

B) - dalla Tradizione - Ci fermeremo ai pensiero di S. Agostino: «L’Essere è nome di immutabilità.<br />

Tutte le cose che cambiano cessano di essere quello che erano, e cominciano ad essere quello che non<br />

erano… Che vuol dire «Io sono Colui che sono», se non «Sono eterno?» «…non posso subir mutamento?»<br />

(Serm. 7, 7).<br />

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