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LE VIRTÙ E I DONI DELLO SPIRITO SANTO<br />
Esse sono: la prudenza, la giustizia, la fortezza, e la temperanza che corrispondono alle facoltà<br />
operative comprendenti tutta l’attività morale dell’uomo e cioè, rispettivamente: la ragione, la volontà<br />
l’appetito irascibile e l’appetito concupiscibile.<br />
La prudenza è la virtù cardinale che ci inclina ad agire ragionevolmente e rettamente.<br />
Prima che virtù morale, come sono le altre, la si direbbe virtù intellettuale in quanto dà il<br />
giudizio di rettitudine, ma è pure morale in quanto questo giudizio si conclude nelle cose da compiere.<br />
La giustizia è la virtù cardinale che ci fa dare a ciascuno il suo.<br />
La fortezza è la virtù cardinale che dà il potere di superare le difficoltà e i pericoli.<br />
La temperanza è la virtù cardinale che modera le tendenze, i moti, le azioni, cioè gli appetiti<br />
sensibili.<br />
Le altre virtù morali trovano come abbiamo detto, il loro fondamento nelle cardinali. Ne<br />
enumeriamo alcune.<br />
La prudenza è necessaria nella pratica di tutte le altre virtù per tenersi nel giusto mezzo.<br />
La giustizia è cardine della virtù della religione che ci fa dare a Dio il culto dovuto; della<br />
obbedienza che ci inclina a sottomettere la nostra volontà a quella dei superiori, quali rappresentanti di<br />
Dio.<br />
La fortezza è cardine della magnanimità, della munificenza della pazienza, della costanza.<br />
La temperanza è cardine della castità, della penitenza, della umiltà, della mansuetudine.<br />
La grazia si distingue realmente dalle virtù della fede e della speranza, almeno quando sono<br />
informi (cioè per l’uomo in peccato).<br />
Riguardo alla carità - e alle altre virtù quando sono informate dalla carità - gli Scotisti negano la<br />
distinzione reale, mentre i Tornisti e la maggior parte dei Teologi l’ammettono.<br />
I DONI DELLO SPIRITO SANTO<br />
I DONI DELLO SPIRITO SANTO sono certe perfezioni dell’uomo con le quali egli è messo nella<br />
disposizione di seguire bene l’istinto dello Spirito Santo. (S. Th. 1a 2 ae. q. 68 a. 3).<br />
I doni sono sette e sono rammentati nelle Scrittura: (Is. 11, 2 s) «Riposerà sopra di lui lo Spirito<br />
del Signore: spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di<br />
pietà e lo riempirà lo spirito del timore del Signore<br />
La Liturgia li ripete nella festa dello Spirito Santo e nella amministrazione del Sacramento della<br />
Cresima.<br />
La sapienza ci distacca dalle cose del mondo e ci fa gustare le cose di Dio.<br />
L’intelletto ci fa conoscere più intimamente le cose della fede.<br />
Il consiglio ci rende pronti a giudicare rettamente nelle cose difficili riguardanti la salute eterna.<br />
La fortezza ci muove a superare le tentazioni e i pericoli con prontezza, forza e costanza.<br />
La scienza illumina la mente a giudicare rettamente delle cose create e specialmente ad<br />
emettere l’atto di fede.<br />
La pietà ci inclina a onorare Dio come Supremo Signore e Padre e le creature per amore di Dio.<br />
Il timore ci porta a riverire Dio filialmente e ad evitare ciò che gli dispiace.<br />
La differenza fra doni e virtù 1 consiste in questo: nella virtù l’uomo agisce secondo le regole della<br />
prudenza soprannaturale, nei doni invece, agisce per un istinto ed una mozione speciale dello Spirito<br />
Santo.<br />
I doni quantunque secondo una solida sentenza se ne distinguano realmente, hanno una relazione<br />
con le virtù: l’intelletto e la scienza con la fede; il timore con la speranza; il consiglio con la prudenza; la<br />
pietà con la giustizia; la fortezza (dono) con la stessa (virtù); la sapienza con la carità. Anzi a questa virtù<br />
si ricollegano tutti i doni, come le virtù morali con la prudenza.<br />
Secondo S. Tommaso (la 2ae q. 68 a. 4): «l’anima dell’uomo non è mossa dallo Spirito Santo se non<br />
venga unita a Lui in qualche modo, come lo strumento non è mosso dall’artefice e non per un contatto o<br />
per qualche altra unione: e la prima unione dell’uomo è per mezzo della fede, della speranza e della<br />
carità; perciò queste virtù sono presupposte ai doni come delle radici dei doni; per cui tutti i doni<br />
appartengono a queste virtù come una derivazione delle medesime».<br />
1 Il BILLOT nel suo trattato «De Virtutibus Infusis», Roma 1928, rappresenta le due cose con una nave mossa dal motore<br />
(cioè con forza interna: le virtù) e da vele mosse dal vento, forza che viene dal di fuori: i doni.<br />
Più appropriato ci sembra il classico esempio di S, Teresa la quale raffigura l’uomo che agisce secondo le virtù,<br />
nel bambino sorretto per mano dalla mamma: egli cammina lentamente con le sue forze aiutato dalla mamma. (Figura dell’aiuto<br />
della grazia divina). Raffigura invece i doni del bambino portato in braccio dalla mamma: egli arriva prima e fatica meno. Anche in<br />
questo caso ha una parte attiva in quanto non sfugge dalla mamma ed è lieto di essere portato, ma al tempo stesso si tiene<br />
passivamente nelle braccia materne.<br />
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