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264<br />

LA GRAZIA ATTUALE<br />

«Dio vuoi salvi tutti gli uomini» (1 Tim. 2, 4) e lo vuole sinceramente. Per la salvezza è necessaria<br />

la grazia non solo esterna, ma interna. Ora se alcuni si. dannano, non è perchè non hanno ricevuto le<br />

grazie, ma perchè non vi hanno acconsentito.<br />

NECESSITÀ DELLA GRAZIA ATTUALE<br />

Non ci ripetiamo qui sulla necessità della grazia per conoscere la verità. Ne abbiamo già parlato<br />

nei trattati della Rivelazione e della Fede (p. 43, 235, s.) 1 . Ci fermiamo invece alla necessità della grazia<br />

attuale per operare il bene. Vediamola perciò di fronte alle varie opere.<br />

NELL’ORDINE NATURALE<br />

TESI - L’uomo decaduto può compiere qualche opera moralmente buona con le sue forze,<br />

senza la grazia soprannaturale e la Fede.<br />

É DI FEDE<br />

contro i Luterani e i Calvinisti che dicono che: «tutte le opere dei peccatori (cioè dei non<br />

rigenerati) sono necessariamente peccato».<br />

Il Concilio di Trento (D. B. 817) definisce «Se alcuno dirà che tutte le opere compiute prima della<br />

giustificazione sono peccati, sia scomunicato».<br />

É CERTO<br />

contro altri Protestanti e Baio e Giansenio che anche senza la grazia della fede può essere fatta<br />

qualche opera moralmente buona; dalla condanna della prop. di Baio: «Tutte le opere degli infedeli sono<br />

peccato e le virtù dei filosofi (pagani) sono vizi».<br />

Così pure è sentenza comune che l’uomo decaduto può compiere qualche opera moralmente<br />

buona con solo concorso naturale di Dio, senza la grazia attuale, dalla condanna di varie prop. di Baio fra<br />

cui: «il libero arbitrio, senza l’aiuto della grazia di Dio è capace solo di peccare» (D. B. 1028).<br />

PROVA: A) - dalla Scrittura. «Rivolgetevi a me e io mi rivolgerò a voi» (Zac. 1,3). «Venite e<br />

cercate me, dice il Signore. Se i vostri peccati saranno come la cocciniglia saranno resi bianchi come la<br />

neve» (Is. 1,16). Dunque i peccatori possono compiere opere buone prima di essere mondati dal peccato.<br />

Così il Pubblicano del Vangelo (Lc. 18,13) fa penitenza e torna a casa giustificato.<br />

Per gli infedeli: Il Signore invita Nabucodonosor (Ez. 29, 19-20) a riparare i peccati con le<br />

elemosine e loda Ciro (Ez. 44, 28 e 45, 1) perché aveva fatto restaurare il tempio. Non avrebbe fatto ciò<br />

se queste loro opere fossero state peccato.<br />

Gesù stesso riconosce alcune opere degli infedeli, quando richiede dai suoi l’amore per i nemici<br />

«se amate chi vi ama, che ricompensa ne avrete? Non fanno ciò anche i pubblicani?» (Mt. 5,46).<br />

S. Paolo rimprovera gli infedeli per non aver compiuto il dovere di glorificare Iddio pur avendolo<br />

conosciuto (Rom. 1,20; v. 254).<br />

B) - dai Padri: S. Agostino (De spiritu et littera 27,48) afferma che gli empi compiono «alcune<br />

opere buone» che però non servono alla salute eterna (appunto perchè non soprannaturali).<br />

S. Girolamo (In Ep. ad Gal. 1,15) cita varie opere buone di «molti senza la fede e il Vangelo di<br />

Cristo» e fra queste nota «l’ossequio ai genitori, l’aiuto ai poveri, il rispetto ai vicini, il non prendere le<br />

cose altrui».<br />

II TESI - L’uomo decaduto non può moralmente, senza l’aiuto della grazia, osservare tutta la<br />

legge naturale, né compiere tutto il bene naturale, né superare tulle le gravi tentazioni.<br />

SPIEGAZIONE, Abbiamo detto «moralmente» e cioè non è che fisicamente l’uomo non possa per le<br />

singole azioni compiere cose buone nell’ordine naturale, ma per la ferita lasciata dal peccato originale è<br />

così difficile che sempre agisca bene che solo l’aiuto della divina grazia, può dargli questa possibilità.<br />

Se ciò è vero per la legge naturale, a maggior ragione lo è per l’osservanza della legge positiva rivelata, in<br />

quanto questa è ordinata alla vita eterna. Per questo secondo caso la tesi diventa di fede definita, non<br />

1 Tuttavia parleremo pure della grazia necessaria all’inizio della Fede.

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