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CAPITOLO QUINTO<br />
LA MERAVIGLIOSA PROPAGAZIONE<br />
La diffusione del Cristianesimo è veramente meravigliosa. Subito fin da principio si operano<br />
conversioni in massa, che hanno dello strabiliante.<br />
Già il giorno della Pentecoste, dopo il discorso di Pietro, sono 3.000 poi ancora 5.000 uomini che si<br />
fanno battezzare e così entrano nella Chiesa; in seguito a qualche settimana si trovano ad essere una<br />
moltitudine crescente di uomini e di donne (At. 2,41; 4,4; 5,14).<br />
Per gli Ebrei, passare ai Cristianesimo non era la cosa più facile. Il Sinedrio, che già aveva<br />
condannato a morte Gesù, si faceva sempre più furibondo verso i suoi seguaci. Farsi cristiani, per la<br />
maggioranza significava dover abbandonare la propria casa e fuggire in altre regioni.<br />
Così per la conquista dei gentili, le difficoltà erano immense. Quantunque ci fossero delle<br />
circostanze storiche favorevoli - come la facilità della lingue: il greco vernacolo usato universalmente, il<br />
mondo greco-romano riunito e facilitato nelle sue comunicazioni, gli Ebrei che nella dispersione erano<br />
sparsi un po’ in tutti i centri pure la preparazione e i mezzi usati per diffondere il cristianesimo,<br />
umanamente erano quanto di più debole si potesse trovare. Gesù lo aveva predicato appena tre anni<br />
finendo sul patibolo infame della croce. Si era scelto pochi discepoli e per giunta rozzi e ignoranti, paurosi<br />
e senza mezzi. Non aveva promesso nulla di terreno, ma solo povertà, persecuzione e martirio. Se alcune<br />
false religioni hanno avuto facilità di diffusione perchè lasciavano andare il freno alle passioni umane e<br />
alle comodità della vita, il Cristianesimo non presentava quaggiù altro che una dottrina difficilissima a<br />
credersi con tutti i suoi misteri e onerosa a praticarsi, richiedendo purezza fino nei pensieri, amore fino ai<br />
nemici, dedizione fino al martirio. Saranno quei pochi rozzi pescatori a iniziare la predicazione, senza<br />
spada, senza ricchezze, senza una preparazione scientifica umana, senza l’appoggio dei potenti, andando<br />
contro le prevenzioni e gli ostacoli di un mondo dotto, potente, immorale, contro il fanatismo dei Giudei e<br />
dei pagani.<br />
Eppure, il Cristianesimo che inizia la sua marcia trionfale a Gerusalemme, passerà subito in mezzo<br />
al mondo dei gentili, penetrando in tutte le classi sociali: dagli schiavi e dai poveri, fino ai sapienti, quali<br />
Sergio Paolo, Dionigi l’Areopagita, Giustino, Atenagora, Aristide, Tertulliano: fino al Senato e al palazzo<br />
stesso dell’Imperatore, con Aulo Plauzio, Tito Flavio Clemente con le due Domitille, consanguinei<br />
dell’Imperatore; coi senatore Appollonio, Pudente, Anneo, Pomponio e più tardi Valeriano, Metello,<br />
Cecilio e più bei nomi del patriziato romano.<br />
Gli Apostoli si diffondono per tutto il mondo allora conosciuto.<br />
Straordinari furono i successi del Vangelo ad Antiochia, dove i seguaci di Gesù per la prima volta si<br />
ornarono del nome di «Cristiani». Ma dalla Palestina e l’Asia Minore gli Apostoli passarono all’Italia,<br />
all’Egitto, alla Grecia, alla Spagna, alla Gallia e dovunque possono penetrare. Gesù ha comandato loro di<br />
predicare il Vangelo a tutte le creature. Quando intorno al 1550 Francesco Saverio passerà per le Indie, vi<br />
troverà un gruppo di Cristiani che avevano conservato la fede e le pratiche religiose predicate loro<br />
dall’Apostolo Tommaso.<br />
Già l’Apostolo S. Paolo nel 57 poteva scrivere ai Romani (1,8) «Rendo grazie a Dio… perchè la<br />
vostra fede è già annunziata in tutto il mondo».<br />
Gli stessi storici pagani riconoscono la meravigliosa propagazione del Cristianesimo. I Cristiani di<br />
Roma, incolpati calunniosamente da Nerone dell’incendio, sono «una moltitudine ingente”. Plinio il<br />
Giovane (1,10,97) al principio del II secolo, chiede istruzioni a Traiano per la impossibilità di applicare le<br />
leggi contro i Cristiani, che sono ormai folle innumerevoli, non solo nella città, ma ancora nelle<br />
campagne.<br />
E fra gli scrittori ecclesiastici, Tertulliano (Apologetico 37) circa il 200 poteva dire: «Siamo di ieri<br />
e abbiamo riempito le vostre città, le isole, i castelli, i municipi, gli stessi accampamenti, le tribù, le<br />
decurie, il Palatino, il senato, il foro: solo vi lasciamo i templi».<br />
Terminate le grandi persecuzioni la evangelizzazione si estende sempre più. S. Martino (+ 397)<br />
evangelizza la Gallia; S. Gregorio (+ 331) l’Armenia; S. Frumenzio (+ 329) l’Etiopia; S. Cristiano (+326) gli<br />
Iberi; S. Patrizio (+465) l’Irlanda; S. Severino (+489) l’Austria Meridionale; S. Miniano (+410) la Scozia; S.<br />
Avito (+515) i Burgundi; S. Clotilde (+ 545) e S. Remigio (± 533) i Franchi; S. Agostino di Cantorbery (+ 604)<br />
con trenta Monaci Benedettini inviati da S. Gregorio Magno, gli Anglosassoni; S. Amando (+676) e S.<br />
Lamberto (+708) il Belgio; S. Bonifacio (+754) e S. Willehad (±789) la Germania; S. Luggerio (+809) la<br />
Westfalia; S. Willibrord (+739) la Frisia; S. Virgilio (+784) la Carinzia e la Carniola; S. Anscario (+865) la