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CAPITOLO PRIMO<br />

LA RELIGIONE<br />

Che cosa è la Religione<br />

I° - ETIMOLOGICAMENTE la parola RELIGIONE viene A) secondo Cicerone (De Natura Deorum II.<br />

28) dalla parola relegere, cioè rivolgere nella mente le cose che appartengono al culto di Dio, B) secondo<br />

Lattanzio (Div. Inst. IV. 28) da religare cioè legare l’uomo a Dio con un vincolo di amore e di pietà, C)<br />

secondo S. Agostino (De Civitate Dei 10. 9,1;) da reeligere cioè rieleggere, scegliere di nuovo Dio, perduto<br />

per il peccato. Questa ultima spiegazione è abbandonata dai moderni.<br />

II° - OGGETTIVAMENTE, cioè in sé stessa, la Religione si può definire: «Un complesso di verità, di<br />

leggi, e di riti coi quali l’uomo si sottomette all’Essere supremo, riconoscendone l’assoluto dominio su<br />

ogni cosa».Questo concetto deriva dalla considerazione dei rapporti della creatura ragionevole verso Dio.<br />

Essa deve riconoscersi in tutto dipendente da Lui, come suo principio e suo fine. Deve quindi riconoscere e<br />

glorificare la Sua eccellenza infinita, professarGli la propria sudditanza e darGli il libero ossequio della sua<br />

intelligenza e volontà. Comprende perciò tre elementi:<br />

A) UNA DOTTRINA cioè un insieme di verità. L’uomo, essere intelligente, deve conoscere Dio, cioè<br />

la sua natura, i suoi attributi, la sua provvidenza e la possibilità, l’obbligazione morale e i mezzi di<br />

raggiungerlo come suo ultimo fine. Per questo tutte le religioni presentano ai loro seguaci delle verità da<br />

credere.<br />

B) UNA REGOLA DI COSTUMI. L’uomo dotato di volontà deve agire in modo conforme al raggiungimento del<br />

suo fine, che è Dio; per cui la religione gli dà delle regole per i suoi doveri verso Dio, verso gli altri e verso<br />

se stesso. In tutte le religioni vi è una obbligazione morale di onorare Dio e di fare il bene.<br />

C) UN PRINCIPIO DI VITA. L’uomo è capace di amore e lo rivolge a Dio coll’adorazione, col ringraziamento,<br />

col pentimento, colla preghiera. Dio pure ama l’uomo, sua creatura, e in questo mutuo amore vi è un<br />

principio di vita morale. L’uomo manifesta ciò con atti esterni di culto che sono i riti religiosi.<br />

Attraverso questi tre elementi si vede come la religione prende tutto l’uomo con tutte le sue<br />

facoltà, ordinandolo a Dio 1 .<br />

III° - SOGGETTIVAMENTE la Religione può definirsi: la coscienza che ha l’uomo della sua<br />

dipendenza dall’Ente Supremo per cui volontariamente è inclinato a tributargli culto per la sua<br />

eccellenza e sovranità.<br />

A) COSCIENZA cioè intelligenza dell’uomo nel riconoscere l’eccellenza infinita di Dio.<br />

B) VOLONTARIAMENTE, cioè unendo l’atto libero della volontà, è portato a tributargli<br />

C) CULTO, cioè a compiere tutti i doveri verso Dio.<br />

Principali atti di Religione<br />

Nelle suo relazioni con Dio, l’uomo compie i principali atti della Religione, che sono quattro: A)<br />

ADORAZIONE, (culto latreutico). Poiché Dio è il Creatore e supremo Signore di ogni cosa, nostro primo<br />

principio e nostro ultimo fine, l’adorazione è il riconoscimento di questo suo assoluto dominio sopra ogni<br />

cosa e della sua suprema eccellenza e grandezza. B) RINGRAZIAMENTO (culto eucaristico) 2 . L’uomo deve<br />

ringraziare Dio di ogni beneficio, perchè ogni cosa elargitaci e ogni dono viene da Dio. C) DOMANDA (culto<br />

impetra. torio). Per ottenere nuovi benefici e tutti i favori e gli aiuti sia per fare il bene, che per fuggire<br />

il male, l’uomo chiede a Dio ogni grazia con la preghiera. D) PENITENZA (Culto espiatorio). L’uomo<br />

riconosce la propria colpa e sente il dovere di farne ammenda a Dio.<br />

1 Cfr. AD. TANQUEREY - Synopsis Theologiae Dogmaticae - De religione Desclée Paris, 1949.<br />

2 Eucaristia significa azione di grazia; Qui è usata in senso generale. Ma in senso più ristretto con questo termine si designa<br />

il più augusto dei Sacramenti, appunto perchè Gesù prima dell’Istituzione, rese grazie a Dio, e anche perchè, come Sacrificio,<br />

contiene l’atto più perfetto di ringraziamento a Dio per i doni dati all’uomo.

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