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LA NATURA ASSUNTA<br />
Dal Decreto «Lamentabili» (D. B. 2032 s.) e da quello del S. Officio (5 giugno 1918) vengono<br />
condannate tre proposizioni che negano la perfetta scienza del Cristo. La dottrina degli Agnoeti fu<br />
condannata dal Conc. Laterano (a. 649 - D. B. 271), confermato dal Conc. di Costantinopoli III.<br />
PROVA: A) - dalla Scrittura. Cristo è pieno di «grazia e di verità» (Gv. 1,14); in Lui sono «i tesori<br />
della sapienza e della scienza» (Col. 2,3; Ef. 3,19) «scruta i cuori» (Mt. 9,4; 12,25); le turbe, i dottori e gli<br />
stessi avversari restano meravigliati della sua dottrina (Mt. 7,28; (Lc. 11,27; Gv. 7,46): è chiamato «la<br />
verità, la luce del mondo» (Gv. 1,4-5-9; 8,12; 12,46). Questi ed altri passi ancora ci dicono la sua<br />
perfettissima scienza e chi lo segue «non cammina nelle tenebre» (Gv. 8,12).<br />
Ma ci sono altri punti che non si possono riferire altro che alla scienza umana: Egli prega, resta<br />
ammirato (Mt. 8,10), conosce le cose in modo comune (Gv. 4,1; 4,22) anzi impara coi patimenti,<br />
l’obbedienza (Ebr. 5,8).<br />
B) - dai Padri. Prima del V secolo ne parlano incidentalmente. Origene dice che Cristo interrogava<br />
gli altri non perchè non sapeva, ma perchè si voleva adattare ai modi degli uomini. (Comm. in Matt.).<br />
Più tardi, contro gli Ariani, asseriscono che come Dio, ha scienza divina e come uomo è immune da<br />
errore.<br />
S. Agostino (De fide 5) afferma «In quel Bambino non è in nessun modo l’ignoranza».<br />
Più tardi diventa sentenza comune che «Cristo non ignorava nulla di ciò che spetta al suo ufficio, il<br />
quale si estende a tutto, compreso il giorno del giudizio», finchè poi gli Scolastici determineranno meglio<br />
distinguendo nella triplice scienza, di cui parleremo nella seguente tesi.<br />
C) – ragione teologica. S. Tommaso (3 q. 9) dice che essendo perfetta l’umana Natura del Verbo,<br />
dovevano essere perfette le facoltà fra cui l’intelletto; che non sarebbe ragione sufficiente la creazione<br />
dell’anima intellettiva se poi le mancasse l’atto proprio di intendere e che la scienza creata appartiene<br />
alla integrità nella natura umana. Negando perciò la scienza creata in Cristo, si negherebbe l’integrità<br />
della sua Natura Umana.<br />
E ancora «Come in Cristo la pienezza della grazia e della virtù esclude il fomite del peccato, così<br />
la pienezza della scienza esclude l’ignoranza, che si oppone alla scienza; per cui come in Cristo non ci fu<br />
il fomite del peccato, così non ci fu in Lui l’ignoranza» (S. Th. 3 q. 15 a. 3).<br />
NOTA - La frase riguardo al giorno e all’ora del giudizio, che «non sa nessuno, nè gli Angeli in<br />
cielo, nè il Figlio, ma il Padre» (Mc. 13,32) portò incertezza nella spiegazione di alcuni Padri nei primi<br />
secoli e fu interpretata negativamente dagli eretici. Il senso da darsi è che Gesù, nella sua missione di<br />
Redentore aveva una scienza comunicabile e un’altra incomunicabile agli uomini, per il loro bene,<br />
secondo i disegni divini. Quindi il Figlio sapeva il giorno e l’ora, ma non era opportuno che la comunicasse.<br />
S. Ireneo la spiega come un insegnamento di umiltà, con cui Gesù fa vedere il Padre sopra tutti<br />
(Ad. Haer. 2,28) e S. Agostino dice «che non era nel suo magistero che per mezzo suo fosse conosciuto da<br />
noi», e per la sua bontà verso i discepoli… «preferì che sembrasse ignorarlo, piuttosto che negano» (De<br />
fide 5).<br />
TESI II - In Cristo c’è una triplice scienza: beata, infusa, acquisita.<br />
É DOTTRINA COMUNE E CERTA<br />
anzi riguardo alla visione beatifica molti Teologi la ritengono di fede.<br />
SPIEGAZIONE E PROVA (per parti).<br />
I - SCIENZA BEATA o visione beatifica è la visione intuitiva di Dio, colla quale si vede faccia a<br />
faccia come egli è, e in Lui si vedono tutte le cose.<br />
S. Tommaso (S. Th. 3, q. 7, a 12) dice: «Cristo, in quanto Uomo, fu vero e pieno comprensore<br />
(Comprensori si dicono coloro che, come i Santi nel cielo, hanno la visione intuitiva di Dio) fino dal primo<br />
istante della sua concezione».<br />
A) – La Scrittura, sebbene non in modo del tutto esplicito, pure fa vedere questa verità «La legge<br />
fu data per Mosè, la grazia e la verità fu fatta per Gesù Cristo. Nessuno mai vide Dio: l’Unigenito Figlio<br />
di Dio che è nel seno del Padre, Egli ce lo ha narrato» (Gv. 1,17). Dunque il Cristo, a somiglianza di Mosè<br />
per la legge, e cioè anche come uomo, ha visto la verità. Egli che è «pieno… di verità» (ivi 114) l’attesta<br />
come uomo. «Diciamo ciò che sappiamo e attestiamo ciò che abbiamo visto» (ivi 3, 11).<br />
Gesù attesta pure che conosce e sa il Padre. «Io lo conosco e se dicessi che non lo so, sarei bugiardo simile<br />
a voi» (ivi 18, 54). Chi è comprensore, non è più via tore sulla terra, mentre Gesù era comprensore e<br />
viatore.<br />
B) - I Padri indirettamente dicono della visione beatifica quando asseriscono che in Lui non vi è<br />
aumento di scienza.<br />
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