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ATTRIBUTI OPERATIVI<br />

dal Conc. Vaticano I (D. B. 1784) che usa una stessa frase del Libro della Sapienza (8, 1): «Tutte le cose<br />

che Dio ha creato le custodisce e le governa toccando da una estremità all’altra con potenza e<br />

disponendo tutto con soavità».<br />

PROVA: A) - dalla Scrittura. Ancora la Sapienza (14, 3): «… e la tua Provvidenza, o Padre,<br />

governa». «Non c’è altro Dio che tu, che ha cura di tutte le cose» (12, 13).<br />

Nell’Ecclesiaste c’è un forte rimprovero e minaccia per chi non crede nella Provvidenza: «Non dire<br />

di fronte all’Angelo: non c’è Provvidenza, affinché forse adirato, Dio… non distrugga tutte le opere delle<br />

tue mani».<br />

1 - Meravigliosa la pagina del Vangelo in cui Gesù parla della Provvidenza: «Non angustiatevi per<br />

la vostra vita di quello che mangerete, né per il vostro corpo di quello che vestirete… guardate gli uccelli<br />

del cielo; non seminano, non mietono, non raccolgono nei granai, eppure il Padre vostro Celeste li nutre.<br />

E voi non valete più di essi?… E perché darvi tanta pena per il vestito? - Considerate come crescono i gigli<br />

del campo: essi non lavorano e non filano. Tuttavia vi dico che neppure Salomone in tutto il suo<br />

splendore, fu mai vestito come uno di essi. Se dunque Dio riveste così l’erba del campo che oggi è e<br />

domani viene buttata nel forno, quanto a maggior ragione vestirà voi, o uomini di poca fede? Non<br />

preoccupatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo o di che cosa ci vestiremo. Di tutto questo si<br />

preoccupano i gentili; ma il Padre vostro Celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Voi dunque<br />

cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto vi sarà dato per giunta. Non<br />

preoccupatevi dunque del domani». (Mt. 6, 25 s.) Con queste parole Gesù afferma chiaramente la cura e<br />

Provvidenza amorosa di Dio anche per le cose materiali e a maggior ragione per l’uomo 1 .<br />

2 - Ma se Gesù ha insistito nella Fede nella Provvidenza per la necessità ordinaria della vita fa<br />

vedere quanto ancora di più assiste i suoi figli per la vita soprannaturale 2 in modo che non temano quello<br />

che vorranno gli uomini: «Non temete quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima:<br />

temete piuttosto chi può far perdere nella Geenna e anima e corpo. Forse che due passeri non si vendono<br />

per un asse? (piccola moneta). Eppure uno solo di essi non cade a terra senza il permesso del Padre<br />

vostro. Anche i capelli del vostro capo son tutti contati. Non temete, dunque, voi valete ben più che<br />

molti passeri» (Mt. 10, 28 s.). «gettando in Lui ogni vostra sollecitudine, perché Egli ha cura di voi», dice<br />

S. Pietro (1, 5, 7).<br />

3 - La Provvidenza di Dio si estende anche agli atti liberi e agli avvenimenti, perché tutto<br />

contribuisca a dirigere l’uomo verso il suo fine. «Il cuore dell’uomo dispone la sua vita, ma è del Signore<br />

dirigere i suoi passi» (Prov. 16, 9). «Per me i re regnano e i legislatori decretano il giusto» (ivi 8, 15).<br />

B) - dalla Tradizione. É «manifesta la divina Provvidenza da tutte le cose che si vedono» (S.<br />

Clemente Alessandrino, Strom. 5, 1); «tutte le cose godono della sua Provvidenza» (S. Giov. Crisos torno,<br />

Contra Anomeos 12, 4).<br />

C) - dalla Ragione. Ogni agente agisce per un fine, e chi vuole il fine vuole anche i mezzi per<br />

raggiungerlo. Dio ha creato ogni cosa per Sé, dunque vuole e dà i mezzi perché ogni creatura raggiunga il<br />

suo fine.<br />

Il fine delle cose create - Dio è il principio e il fine di ogni cosa. In principio, quando ha creato,<br />

esisteva Lui solo, era assurdo che creasse per gli altri che non esistevano. Anche le creature del mondo<br />

che servono all’uomo, hanno l’uomo come fine secondario, perché questi deve servirsi delle cose per<br />

raggiungere Dio. Essendo Dio Creatore e Signore di ogni cosa, era doveroso che tutto fosse diretto a Lui e<br />

alla sua gloria. Però con questo non si deve credere che Dio avesse bisogno di questa gloria e che<br />

altrimenti gli fosse mancato qualche cosa. Non sarebbe stato più Dio se avesse avuto questa necessità.<br />

Perciò il fine che ebbe nel creare fu, come dice S. Tommaso (S. Th. 1 q. 44 a. 4) «il desiderio di<br />

comunicare agli altri la propria bontà, per manifestare la sua perfezione e non per acquistare qualche<br />

cosa».<br />

Da questa gloria di Dio ne deriva la felicità dell’uomo, che viene così a coincidere col suo fine. Se<br />

l’uomo liberamente non lo vuole raggiungere, non per questo viene frustato il fine di Dio: la sua gloria,<br />

che per la cattiva volontà dell’uomo non fu raggiunta per le vie della sua bontà e misericordia, sarà<br />

raggiunta attraverso la giustizia. La Provvidenza di Dio, come abbiamo veduto, si estende fino alle più<br />

piccole cose. Tuttavia, nell’ordine della esecuzione, Dio «governa le cose inferiori per mezzo delle<br />

superiori, non per difetto della sua potenza, ma per l’abbondanza della sua bontà cosicché comunichi<br />

anche alle creature la dignità della causalità» (S. Th. 1 q. 22 a. 3).<br />

1<br />

Una riprova di queste parole di Gesù noi la riscontriamo in tanti fatti meravigliosi. Basta considerare la vita di tanti Santi o<br />

il miracolo della provvidenza che è il Cottolengo a Torino, dove migliaia di infelici hanno ogni giorno quanto loro Occorre, senza<br />

nessun fondo di capitale ma solo dalla carità. Dio può provare la nostra fiducia anche con delle privazioni, ma la sua Provvidenza,<br />

non verrà mai meno.<br />

2<br />

L’aiuto che Dio dà alle anime si studia espressamente nel trattato della grazia, ma ci è sembrato opportuno dare qui<br />

questo accenno.<br />

159

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