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L’ATTO DI FEDE<br />

TESI - La fede è un atto che propriamente scaturisce dall’intelligenza, essendo un assenso alle<br />

verità rivelate.<br />

É ALMENO PROSSIMO ALLA FEDE<br />

dal Conc. Vaticano e specialmente dalla costituzione di S. Pio X, qui citata, anzi da questa alcuni<br />

Teologi Io considerano senz’altro di fede.<br />

SPIEGAZIONE: - Scaturisce dall’intelligenza. La verità è oggetto proprio dell’intelligenza; è un<br />

atto del conoscere. Oggetto della fede sono le verità rivelate da Dio, dunque sono oggetto<br />

dell’intelligenza.<br />

PROVA: A) - Nella Scrittura molte volte si parla della fede come un ossequio della intelligenza.<br />

Alla promessa dell’Eucaristia, quando Gesù interroga gli Apostoli, Pietro risponde: «Noi abbiamo creduto e<br />

conosciuto che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio» (Gv. 6, 70). Il suo della risurrezione di Lazzaro, Marta<br />

annunziando la sua fede nella risurrezione finale dice: «Lo so bene che risusciterà nell’ultimo giorno» (Gv.<br />

11, 24). Ancora S. Giovanni (17, 3) dice chiaramente: «É questa la vita eterna che conoscano te, vero Dio<br />

e Colui che hai mandato, Gesù Cristo».<br />

S. Paolo nella II Cor. (10,5) dice: «….e assoggettiamo qui ogni intelletto all’obbedienza di Cristo».<br />

Anzi, descrivendo la fede, dice, che: “adesso conosco parzialmente…», ma nella vita eterna «conoscerò<br />

come io sono conosciuto».<br />

B) - nella Tradizione 1) - I Padri esprimono chiaramente questo concetto. S. Giovanni Crisostomo<br />

dice: «La fede è opera dell’intelligenza, perciò dice, colla fede intendiamo» (In Haebreos). E C. Cirillo di<br />

Gerusalemme: «La fede è t’occhio che illumina la coscienza e genera l’intelligenza» (Catech. 5, 4). S.<br />

Agostino: «Ognuno che crede, pensa; e credendo pensa e pensando crede» (Op. cit. 5). Più chiaramente<br />

ancora S. Tommaso: «Credere è in modo immediato un atto dell’intelligenza, perchè oggetto di questo<br />

atto è la verità, ciò che propriamente appartiene alla intelligenza» (S. Th. 2, 2, q. 4.a 2, 3).<br />

2) - I Concilii. Il Vaticano, come già vedemmo, definisce la fede una virtù…, per la quale crediamo<br />

esser vere le verità rivelate. Dichiara pure che a «Dio rivelante dobbiamo porgere, colla fede, l’ossequio<br />

dell’intelligenza e della volontà».<br />

Nella professione di fede, prescritta da S. Pio X il i Settembre 1910, è scritto: «Certissimamente<br />

tengo e sinceramente professo che la fede non è un cieco senso della religione, che erompe dalle latebre<br />

della subcoscienza, ma un vero assenso dell’intelligenza alla verità ricevuta esternamente dall’udito».<br />

Alla parole della Scrittura e della Tradizione di cui abbiamo portato solo alcune citazioni si rileva<br />

che la fede è un assenso della intelligenza. Ma specialmente in questo ultimo testo di S. Pio X la Chiesa ci<br />

insegna chiaramente che ciò lo dobbiamo tenere certissimamente e professare sinceramente: espressione<br />

che significa come questa verità se non è stata esplicitamente definita è per Io meno prossima alla fede.<br />

La volontà nell’atto di fede<br />

Nel concorso dell’uomo per emettere l’atto di fede, oltre la sua intelligenza, occorre pure la sua<br />

volontà. Fra gli errori, che hanno negato questo punto, ce ne sono due completamente opposti: quello dei<br />

Fideisti che negano il valore dei motivi di credibilità, li stimano in. sufficienti a dar la certezza che Dio<br />

abbia parlato e dicono che questa certezza viene soltanto dopo che si è emesso l’atto di fede col comando<br />

della volontà; e quello dei Semi-razionalisti, che escludono ogni concorso della volontà e quindi di libertà,<br />

riducendolo a un solo atto di conoscenza. Contro costoro ecco la seguente<br />

TESI: - L’atto di fede, quantunque emesso dall’intelletto, viene fatto sono 11 comando della<br />

vo1ontz libera e ben disposta.<br />

É DI FEDE<br />

dal Concilio di Trento e Vaticano.<br />

Il Conc. di Trento infatti dice che gli uomini «si dispongono alla stessa giustizia quando mossi e<br />

aiutati dalla divina grazia, concependo la fede dall’udito si muovono liberamente verso Dio» (D. B. 798).<br />

E il Conc. Vaticano dichiara contro Hermes che l’atto di fede è «un’opera pertinente alla salvezza<br />

colla quale l’uomo dà a Dio stesso una libera obbedienza, acconsenten4o e cooperando alla grazia di Lui,<br />

alla quale potrebbe por resistenza» (D. B. 1791). Ne dà poi la definizione con queste parole: «Se alcuno<br />

avrà dettò che l’assenso alla fede cristiana non è libero, ma si produce per necessità con argomenti<br />

umani, sia scomunicato» D. B. 1814).<br />

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