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CAPITOLO TERZO<br />

GLI EFFETTI DEL SACRIFICIO EUCARISTICO<br />

TESI - Il Sacrificio della Messa non è solo di adorazione e ringraziamento, ma ancora<br />

impetratorio e propiziatorio per i vivi e i defunti.<br />

É DI FEDE<br />

dal Conc. di Trento (D. B. 950). «Se alcuno dirà che il Sacrificio della Messa è soltanto di lode e di<br />

ringraziamento, o una nuda commemorazione del Sacrificio compiuto sulla Croce, e non propiziatorio; o<br />

che giova a colui solo che lo riceve, nè si debba offrire per i vivi e defunti, per i peccati, le pene, le<br />

soddisfazioni e le altre necessità, sia scomunicato».<br />

SPIEGAZIONE: Questi quattro effetti del Sacrificio Eucaristico, corrispondono ai quattro fini della<br />

Religione e della Redenzione.<br />

I primi due e cioè l’adorazione (sacrificio intrinseco) e il ringraziamento (eucaristico) sono relativi<br />

a Dio cui Gesù nell’Eucaristia dà una infinita lode e ringraziamento.<br />

I secondi due e cioè la propiziazione e l’impetrazione sono relativi all’uomo.<br />

Infatti per la immolazione di Gesù, Dio viene reso propizio, cioè placato dei peccati, di cui<br />

elargisce il perdono, e come dà questo beneficio più grande, più ancora è disposto a concedere le altre<br />

grazie per la impetrazione che offre per noi Gesù.<br />

Perciò nella parola «propiziatorio» usata dal Concilio, è compreso pure l’effetto «impetratorio»,<br />

che del resto viene meglio determinato dalle parole che seguono. Questa propiziazione poi non si limita al<br />

solo sacerdote o ai fedeli viventi, ma ancora ai defunti che sono nella Chiesa purgante.<br />

PROVA: A) – dalla connessione del Sacrificio della Messa con quello della Croce. Nella tesi<br />

precedente abbiamo veduto, insieme alle differenze, l’identità sostanziale della Messa col Sacrificio della<br />

Croce. Se identica è la Vittima, il Sacerdote, identici sono pure i fini, per cui il Tridentino dichiara: «i<br />

frutti di questa oblazione cruenta si ricevono abbondantissimamente per mezzo di questa» (la Messa).<br />

B) – la Scrittura dichiara espressamente il valore propiziatorio: «Questo è il mio sangue, che viene<br />

sparso per molti in remissione dei peccati».<br />

Gesù pronunciava queste parole proprio nella istituzione del Sacramento eucaristico.<br />

C) - I Padri. S. Cirillo di Gerusalemme (Cat. Myst. 5,8) in una frase mostra il valore propiziatorio<br />

per la remissione dei peccati e impetratorio per la pace: «Su quella ostia di propiziazione scongiuriamo<br />

Dio per la pace comune della Chiesa».<br />

S. Agostino (Quaest. in Lev. 57) fa un confronto coi Sacrifici dell’Antico Testamento, figura della<br />

Messa: «In quei Sacrifici del V. T. era significato questo solo (Sacrificio) nel quale avviene la vera<br />

remissione dei peccati».<br />

D) – Tutta la Liturgia della Messa è piena di espressioni che esprimono l’adorazione, il<br />

ringraziamento, la propiziazione e l’impetrazione: «offrono questo Sacrificio di lode.., per la redenzione<br />

delle loro anime». Anche in tutte le orazioni del giorno o si ringrazia o si loda il Signore, o si chiedono<br />

grazie, o si invoca l’eterno riposo per i defunti.<br />

La Messa produce i suoi effetti in due modi:<br />

1) ex opere operato;<br />

2) ex opere operantis.<br />

Come si producono questi effetti<br />

1) Ex opere operato, cioè come spiegammo di per sè indipendentemente dall’opera di chi vi<br />

partecipa. Non però nell’identico modo come avviene nei, Sacramenti, i quali agiscono come causa<br />

strumentale. Qui invece gli effetti sono prodotti dalla dignità della cosa offerta e dell’offerente<br />

principale.<br />

Dice il Conc. di Trento (D. B. 939) che «questa monda oblazione è tale che non può venire<br />

inquinata da nessuna indegnità o malizia degli offerenti».<br />

2) Ex opere operantis sono quei frutti che provengono per il merito, del Sacerdote celebrante o<br />

dei fedeli.<br />

In conseguenza:

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