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ATTRIBUTI OPERATIVI<br />

si insegnano e stabiliscono cose che sono assolutamente contrarie alla dottrina cattolica intorno alla<br />

suprema libertà di Dio da qualunque necessità nel creare le cose» (D. B. 1655).<br />

La definizione del Conc. Vaticano I l’abbiamo già posta in principio. Pio XII nella «Humani generis»<br />

denunzia come «pericolosa novità» l’affermazione di coloro che ritengono necessaria la creazione del<br />

mondo, perché promanante dalla necessaria liberalità dell’amore divino.<br />

C) - dalla Ragione - L’Essere divino, essendo assoluto, non può essere mosso da beni esteriori e<br />

tanto meno necessariamente, mentre le creature, essendo contingenti, possono essere e non essere. S.<br />

Tommaso (S. Th. 1, 19, 3) dice che «Dio necessariamente vuole solo la sua bontà», mentre tutte le altre<br />

cose vuole liberamente «in quanto sono ordinate alla sua bontà come fine». Le vuole ordinate a Sé stesso,<br />

ma non per sua utilità, bensì per la utilità delle creature stesse. Dio è pienamente felice in Sé stesso e non<br />

ha bisogno di nessuna creatura. La sua bontà, perfettissima in Sé stessa, non aggiunge nulla alla sua<br />

perfezione colle opere «ad extra». Solo diffonde liberamente la sua bontà facendone partecipi le sue<br />

creature. Quindi non avendone necessità per Sé, non è costretto a crearle.<br />

ALCUNE DIFFICOLTÀ - La prima potrebbe derivare dalla immutabilità di Dio. Come si concilia la<br />

libertà colla immutabilità?<br />

Il dire che Dio vuole liberamente non significa che Dio vuole una cosa in un modo e<br />

successivamente cambia e non la vuole più. Di fronte a tante discussioni che hanno fatto i teologi su<br />

questo punto a noi sembra di doverci fermare a considerare specialmente il concetto di eternità. Dio non<br />

opera per successione, anche le cose create si succedono nel tempo. «Ab aeterno» Egli ha scelto ciò che<br />

vuole liberamente, e in eterno questa volontà resta immutata e immutabile. L’uomo di fronte a una<br />

decisione presa, ripensando meglio o per sopravvenute circostanze può credere opportuno cambiare<br />

scelta; Dio, invece, nella sua Sapienza infinita vede «ab aeterno tutte le cose con tutte le circostanze che<br />

le accompagnano. Quindi la sua scelta è sapientissima e non ha bisogno di successive modificazioni.<br />

E la preghiera, non muta la volontà di Dio?<br />

Con la stessa volontà, immobilmente permanente, Dio può volere che ora avvenga in un modo e<br />

successivamente in un altro: così pure se ha stabilito che una cosa avvenga purché sia posta una<br />

condizione, come ad esempio la preghiera, quella cosa avverrà solo se si avveri quella condizione. Dio<br />

sapeva se la preghiera sarebbe stata fatta o no, e quindi sapeva quale sarebbe stato l’avveramento della<br />

cosa.<br />

La santità<br />

La Santità è la immunità da ogni male morale e la conformità con la suprema regola dei costumi.<br />

Nella Sacra Scrittura viene chiamata anche giustizia che è il complesso di tutte le virtù.<br />

La nozione di santità non possiamo comprenderla in Dio, se non in forza di una profonda analogia. Infatti<br />

Dio è santità per Essenza e in Lui la santità non può né aumentare né diminuire, avendo una infinita<br />

santità, mentre le creature hanno una santità partecipata, che può aumentare, diminuire o anche<br />

perdersi.<br />

TESI - Dio è infinita santità per essenza.<br />

È almeno certo 1 , anzi per gli altri Teologi è di fede essendo contenuto in molti passi della<br />

Scrittura.<br />

PROVA: A) - dalla Scrittura. Essa dichiara che Dio è immune da ogni male morale: «Dio è fedele,<br />

senza nessuna iniquità, giusto e retto» (Dt. 32, 4). Gli Angeli nel Cielo lo adorano: «Santo, Santo, Santo è<br />

il Signore» (Is. 4, 3 e la frase è adottata nella Liturgia. E nel Levitico il Signore comanda: «Siate santi,<br />

perché io sono santo» (11, 44). Questa frase, ripresa poi da S. Pietro (1, 1-15) ci conferma che la parola<br />

«Santo» non è usata per indicare la maestà di Dio, ma propriamente la santità, in quanto la propone come<br />

causa esemplare agli uomini.<br />

Gesù ci invita a essere «perfetti come il Padre Celeste è perfetto» (Mt. 5, 48) vuole che<br />

chiediamo «Sia santificato il tuo Nome» (Mt. 6, 9) e nella preghiera della Cena (Gv. 17) chiama «Padre<br />

Santo» e gli chiede: «santificali nella verità».<br />

B) - dalla Ragione. La santità consiste nel congiungere l’affetto della volontà al bene e a<br />

confermare la volontà alla suprema norma dei costumi. Ora Dio ama Sé stesso infinitamente e la sua<br />

volontà è la stessa sua Essenza. La sua volontà è la norma suprema dei costumi. Mentre le creature si<br />

avvicinano sempre più alla santità quanto più si avvicinano a questa norma, - in Dio «la volontà è norma» -<br />

quindi possiede in modo assoluto e infinito la santità.<br />

1 Così Lessius, Scheeben, Pesch, Tanquery.<br />

Le perfezioni morali<br />

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