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IL GIUDIZIO PARTICOLARE<br />

B) - I Padri parlando della morte degli uomini dicono chiaramente che sono mandati al luogo di<br />

gloria o di pena. Ciò evidentemente non si può intendere del corpo, nè si può intendere che avvenga senza<br />

il giudizio: anzi alcuni parlano anche di questo.<br />

S. Giustino (Dial. cum Tryph.): «Le anime dei pii permangono in un luogo migliore e quelle dei<br />

cattivi nel luogo peggiore aspettando il tempo del giudizio (universale)<br />

S. Clemente Romano (1 Cor. 5) parlando del martirio dei Ss. Pietro e Paolo dice che andarono «nel<br />

luogo della gloria» «nel luogo santo».<br />

S. Girolamo (in bel. 2) ha una frase, che viene ripresa poi da vari Padri: «Ciò che nel giorno del<br />

giudizio avverrà per tutti, questo si adempie per ciascuno nel giorno della morte».<br />

S. Agostino (De anima et eius orig. 8) completa: «Che le anime vengono giudicate quando escono<br />

dal corpo prima di venire a quel giudizio nel quale verranno giudicate col corpo».<br />

S. Ilario (Super Sal. 2,49) precisa che «lì non vi è nessuna dilazione o ritardo: perchè il giorno del<br />

giudizio è retribuzione eterna o di beatitudine o di pena».<br />

CONCLUDENDO: Nei giudizio particolare l’anima riceve la sua sentenza eterna: o Paradiso<br />

immediatamente, o dopo una purificazione col Purgatorio, oppure Inferno.<br />

Nel Paradiso o nell’Inferno l’anima senza corpo ha già la sua gioia o la sua pena, ma di queste due<br />

opposte eternità ne parleremo a parte, dopo aver detto del giudizio finale, il quale non cambia la<br />

sentenza del giudizio particolare.<br />

Qui parleremo dei Purgatorio.<br />

IL PURGATORIO<br />

ERRORI: A coloro che negano la sopravvivenza dell’anima vanno aggiunti i seguenti:<br />

Basilide (Sec. II) per il quale non c’era altra pena per i peccati se non la «transcorporazione» delle<br />

anime.<br />

Aerio (sec. IV) per cui è cosa vana il pregare e l’offrire per i morti.<br />

Lutero (sia pure contraddicendosi in qualche tempo) ammette il Purgatorio.<br />

Zuinglio e Calvino negano il Purgatorio dicendo che la purificazione viene data solo dal Sangue di<br />

Cristo.<br />

Molti Protestanti Moderni pur non usando il nome Purgatorio, ammettono uno stato intermedio<br />

per le anime che si preparano al cielo ma dicono che da sè stesse possono soddisfare e meritare.<br />

I Ritualisti invece ammettono l’efficacia dell’orazione per diminuire la loro pena.<br />

TESI - Esiste il Purgatorio dove le anime vengono purificate e dove possono essere aiutate dai<br />

suffragi dei fedeli.<br />

É DI FEDE<br />

Era stato dichiarato fin da Innocenzo IV (D. B. 456) dal Conc. di Lione II (D. B. 466), da Benedetto<br />

XII (D. B. 530), dal Conc. di Firenze (D. B. 693).<br />

Il Conc. di Trento richiamandosi alla Scrittura ai Padri e a questi documenti, riassume definendo<br />

che «c’è il Purgatorio e le anime ivi detenute sono aiutate dai suffragi dei fedeli, e principalmente<br />

coll’accettevole Sacrificio dell’altare» (D. B. 983).<br />

SPIEGAZIONE. Il Purgatorio dunque è un luogo, o meglio uno stato in cui le anime in grazia di Dio<br />

ricevono la purificazione delle macchie rimaste in loro al momento della morte.<br />

La ragione stessa ci dice che un’anima libera dal peccato mortale non può essere condannata<br />

all’inferno: però se non è perfettamente pura, non è degna di essere ammessa alla partecipazione della<br />

visione di Dio nella gloria. Dunque è misericordia di Dio che vi possa essere questo stato di purificazione.<br />

Le macchie da cui le anime vengono purificate sono di tre specie: 1) - i peccati veniali non ancora<br />

rimessi, la cui colpa verrebbe cancellata secondo la sentenza più probabile di S. Tommaso e del Suarez,<br />

nell’istante della morte con un atto di amore o di contrizione, restando la pena per il Purgatorio; 2) - gli<br />

abiti cattivi; 3) - la pena temporale dovuta per i peccati mortali rimessi in quanto alla colpa.<br />

Le anime del Purgatorio dalle loro pene hanno purificazione ma non acquistano nuovo merito o<br />

soddisfazione ma solo una satispassione, cioè col loro patire pagano il debito della Giustizia Divina.<br />

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