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LA CHIESA È IL CORPO MISTICO DI CRISTO<br />

Spirito Santo sono spinti a concepire un salutare timore e vengono eccitati a pregare e a pentirsi dei<br />

propri peccati»… «Finché una parte aderisce al corpo, la sua guarigione non, è disperata» (S. Agostino<br />

Sermo 137,1).<br />

Membri uniti in voto<br />

Una volta alcuni Teologi, seguendo una sentenza di S. Roberto Bellarmino dicevano che coloro i<br />

quali non hanno questa comunione con la Chiesa, ma pure sono in buona fede, appartengono all’anima<br />

della Chiesa. Dopo l’Enciclica citata, questa opinione non si segue più. L’Anima e il Corpo della Chiesa<br />

sono di eguale estensione. Se arrivano ad unirsi all’Anima della Chiesa, ne sono uniti anche al Corpo.<br />

Parlando di che è membro della Chiesa l’Enc. dice che vi è unito reapte cioè in realtà; parola che si<br />

oppone a chi vi è unito in voto cioè in potenza. Dice l’Enc. «sebbene da un certo inconsapevole desiderio<br />

e anelito siano ordinati al Mistico Corpo del Redentore, tuttavia son privi di quei tanti doni ed aiuti<br />

celesti, che solo nella Chiesa Cattolica è dato godere» 1 .<br />

Non ci fermiamo qui a esaminare l’assillante problema della salvezza di coloro che ancora non<br />

hanno la fede, e come si uniscano almeno in voto. Questo problema tocca vari aspetti della Teologia e<br />

perciò ne trattiamo nei singoli punti separatamente, senza che ci stiamo a ripetere. Per averne però una<br />

visione complessiva, indichiamo qui le varie tesi che si riferiscono all’argomento e le principali sono:<br />

«Fuori della Chiesa non vi è salvezza» (p. 145, s.); «L’universalità della Redenzione» (p. 425, s.); «a chi fa<br />

quanto sta in lui, Dio non nega la sua grazia» (p. 484,s.); «il minimo indispensabile delle cose da credersi<br />

da ogni uomo» (491); «il Battesimo di desiderio implicito che può avere anche un infedele» (p. 529,<br />

nota) 2 .<br />

Doveri e prerogative dei membri<br />

Doveri<br />

Si possono ridurre a quattro e cioè riverenza, obbedienza, amore e cooperazione.<br />

1) - Riverenza. La Chiesa è la Sposa di Cristo e Madre nostra, perciò dobbiamo prestarle l’omaggio<br />

della nostra venerazione, riconoscendo la sua santità e la «materna pietà verso di noi». «Dobbiamo anche<br />

professarle riverenza per l’autorità con feritale da Cristo in modo tale da sotto metterle pienamente il<br />

nostro giudizio in ossequio a Cristo stesso» (Mystici Corporis).<br />

2 - Obbedienza. Come la Chiesa è soggetta a Cristo, così la nostra obbedienza a lei, è obbedienza<br />

a Cristo medesimo. «Chi ascolta voi, ascolta Me» (Lc. 10,16) ha detto Gesù alla sua Gerarchia. L’autorità<br />

che essa ha ricevuto, l’ha ricevuta da Gesù, e in nome di Lui ci comanda.<br />

3) - Amore. Amare la Chiesa è amare il Cristo totale. É perciò amare Dio che è amore e a cui si<br />

deve ogni amore: è amare il nostro prossimo, anzi è amare lo stesso Corpo cui apparteniamo. Nessuno ha<br />

odio contro la propria persona: ma la custodisce e l’ama. Dobbiamo amare la Chiesa come l’ama Gesù.<br />

L’unione del Corpo Mistico è un’unione di amore. «Saremo sempre più uniti con Dio e con Cristo, a<br />

misura che saremo membro uno dell’altro e vicendevolmente premurosi; come d’altra parte, quanto più<br />

saremo stretti a Dio e al nostro Capo Divino con un ardente amore, tanto maggiormente saremo compatti<br />

ed Uniti mediante la carità» (Mystici Corporis).<br />

«Come nell’Eucaristia il pane da consumarsi deriva da molti grani che formano una cosa unica»<br />

(Cfr. Didachè 9,4) così tutti gli uomini consacrati dalla Grazia vivono in questa caritatevole unione.<br />

4) - Cooperazione. L’amore verso la Chiesa deve essere operoso in uno zelo ardente. Se siamo<br />

convinti che solo nella Chiesa vi è salvezza, dobbiamo lavorare perchè tutti gli uomini diventino membri<br />

della Chiesa, dobbiamo far di tutto per portare alla vita i membri malati, più deboli, più bisognosi. Di qui,<br />

oltre a tutte le opere buone, le elemosine, le mortificazioni, la nostra cooperazione all’apostolato della<br />

Gerarchia partecipando, se possibile, alle organizzazioni cattoliche.<br />

Prerogative<br />

Si possono ridurre a due: essere membri ed essere cooperatori della Gerarchia.<br />

1<br />

Cfr. E. HOLSTEIN, Etudes, 1950 t. 267 e J. VODOPIVEC, Euntes Docete, Roma, Ed Urbanianae 1 e 2, 1951.<br />

2<br />

Chi desiderasse fare uno studio approfondito su questo argomento, veda R. LOMBARDI, La Salvezza di chi non ha fede,<br />

Civiltà Cattolica, Roma, III ed. 1949.<br />

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