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268<br />

LA GRAZIA ATTUALE<br />

PROVA: I - Possibilità di evitare tutti i peccati mortali.<br />

A) - dalla Scrittura. I Salmi spesso ricordano l’aiuto che Dio dà ai giusti: «Gli occhi del Signore<br />

sopra i giusti, e le sue orecchie alle loro preghiere» (Sal. 33,16).<br />

I comandamenti del Signore non sono onerosi ed il suo giogo è soave (Gv. 11, 30; Mt. 11, 30). Ciò<br />

che non sarebbe se fosse impossibile l’osservanza.<br />

S. Paolo assicura che «Dio è fedele che non permetterà che siate tentati al di sopra delle vostre<br />

forze; ma dà anche nelle tentazioni un profitto perchè possiate sostenere» (1, Cor. 10, 13).<br />

B) - dai Concili. Il Concilio Orange II (D. B. 200): «Secondo la Fede cattolica crediamo pure<br />

questo, che dopo ricevuta la grazia per il Battesimo, tutti i Battezzati. coll’aiuto e la cooperazione di<br />

Cristo possano e debbano adempiere quelle cose che riguardano la salvezza dell’anima, se vogliono<br />

fedelmente collaborare».<br />

Il Conc. di Trento, oltre al canone (già riportato D. B. 832), che scomunica coloro che dicono che<br />

«non può perseverare con l’aiuto di Dio», aggiunge pure (D. B. 828): «Se alcuno dirà che i precetti di Dio<br />

sono impossibili a osservarsi anche all’uomo giustificato e costituito in grazia sia scomunicato». Ed<br />

ancora: «Dio non abbandona con la sua grazia coloro che una volta sono stati giustificati, se prima non sia<br />

abbandonato da loro».<br />

Innocenzo X (D. B. 1092) condanna la prop. di Giansenio che dice: «Impossibili agli uomini giusti i<br />

precetti di Dio, perchè manca la grazia».<br />

C) – fra i Padri. S. Agostino (De Nat. et Gratia 26,43), usa espressioni che furono poi prese<br />

letteralmente dai Concili: «Non abbandona se non è abbandonato, affinchè sempre si viva piamente e<br />

giustamente». «Dio non comanda cose impossibili, ma comandando ammonisce e di fare ciò che puoi e di<br />

chiedere ciò che non puoi».<br />

II - Impossibilità di evitare tutti i peccati veniali, senza uno speciale privilegio.<br />

A) - dalla Scrittura. «Tutti offendiamo in molte cose» (Gv. 1,8). Dal contesto si capisce bene che<br />

si riferisce ai peccati veniali.<br />

Gesù nel Pater fa chiedere a tutti: «Rimetti a noi i nostri debiti», dunque anche i giusti hanno<br />

qualche peccato, almeno veniale.<br />

B) - Il Concilio di Trento (D. B. 833): «Se alcuno dirà che l’uomo una volta giustificato non possa<br />

più peccare… o al contrario che possa in tutta la sua vita evitare i peccati anche veniali, se non per uno<br />

speciale privilegio di Dio, come tiene la Chiesa in riguardo della B. Vergine, sia scomunicato».<br />

C) - I Padri. S. Gregorio di Nazianzo (Orat. 16,15): «essere immune da ogni vizio trascende il<br />

modo dell’uomo: è proprio soltanto di Dio».<br />

S. Agostino fra i diversi brani ne ha uno molto esplicito (De spir. et litt. 28,48): «Non impediscono<br />

la vita eterna al giusto alcuni peccati veniali, senza dei quali non si passa questa vita».<br />

LA DISTRIBUZIONE DELLA GRAZIA<br />

TESI - La distribuzione della grazia dipende assolutamente dalla libera volontà di Dio che dà ai<br />

singoli come vuole, ma a tutti gli uomini, sia fedeli che peccatori o infedeli dà almeno la grazia<br />

sufficiente, con cui, se vogliono, possono giungere alla giustificazione o alla fede e<br />

conseguentemente, alla salvezza.<br />

Spiegheremo e proveremo la tesi per parti:<br />

La distribuzione della grazia dipende dalla libera volontà di Dio.<br />

É DI FEDE<br />

dal Conc. di Trento già citato.<br />

Infatti Dio è l’Autore della grazia e perciò l’unica causa efficiente principale della grazia. Questa<br />

non è dovuta alla natura umana. L’uomo non può esigere niente ed è solo la libera volontà di Dio che dà ai<br />

singoli come vuole secondo la sua in finita sapienza e provvidenza. «A ciascuno di noi è stata data la<br />

grazia secondo la misura della donazione del Cristo» (Ef. 4,7).<br />

In questa distribuzione, se Dio è la causa principale una seconda causa può portare una differenza, e cioè<br />

l’accettazione per parte dell’uomo, il quale può corrispondervi più o meno fedelmente.

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