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CAPITOLO TERZO<br />

GLI EFFETTI DELLA UNZIONE AGLI INFERMI<br />

LA GRAZIA SANTIFICANTE. Come abbiamo detto parlando dei Sacramenti in genere, essendo<br />

questo un Sacramento dei vivi, aumenta la grazia santificante. Deve essere ricevuto in grazia di Dio,<br />

altrimenti si commette sacrilegio. Però come intenzione secondaria 1 può divenire un Sacramento dei<br />

morti, cancellando il peccato mortale in chi non avesse la possibilità di confessarli. È comunemente<br />

ammesso. Così in un ammalato privo della conoscenza e che abitualmente abbia l’attrizione, cancella i<br />

peccati mortali. In questo caso è più utile del Sacramento della Penitenza, data la natura di questo<br />

Sacramento che di per sé richiederebbe l’accusa dei peccati.<br />

Cancella i peccati veniali purchè non vi si opponga ostacolo.<br />

Rimette la pena temporale rimasta dai peccati passati confessati; anche in questo caso in parte<br />

più o meno larga, secondo le disposizioni di chi lo riceve.<br />

DÀ LA GRAZIA SACRAMENTALE, che secondo l’indole di questo Sacramento è quasi un<br />

complemento di tutta la cura spirituale dell’anima per prepararla alla partecipazione della gloria.<br />

I Teologi dicono che dà una grazia confortante in quanto libera da quella tristezza ed ansietà che<br />

spesso accompagnano la malattia grave, e impediscono di attendere alle cose dell’anima che così resta<br />

alleviata e confortata, e portata alla fiducia nella divina misericordia.<br />

Talvolta ridona la salute del corpo e sempre gli dà sollievo. Il Conc. di Firenze e di Trento<br />

affermano che dà questa sanità in quanto è conveniente per la salute dell’anima: «Solo a questa<br />

condizione si può avere la guarigione ed è logico e sapiente che sia così, poichè ogni Sacramento è<br />

istituito per il bene, e non per il danno delle anime».<br />

Inoltre la Unzione degli Infermi non dà la sanità del corpo in modo miracoloso, ma aiutando e<br />

sollevando le forze naturali. Per questo deve essere ricevuto in tempo opportuno. Infatti fra le condizioni<br />

per riceverlo oltre il Battesimo, l’uso di ragione, e, ordinariamente lo stato di grazia, non vi è che<br />

l’ammalato sia in stato così grave da essere sicura o quasi la morte, ma basta che sia «infermo<br />

pericolosamente», come spiega il Conc. di Trento. Queste parole non escludono la speranza e la<br />

possibilità della guarigione.<br />

Per poter amministrare l’Olio Santo è necessario che il pericolo di vita sia intrinseco, cioè nella<br />

persona stessa per malattia o per ferite, e non estrinseco, come per chi si recasse in battaglia o fosse<br />

condannato a morte.<br />

1 Intenzione secondaria e non semplicemente per accidens come per altri Sacramenti. Questa intenzione è espressa nelle<br />

parole di S. Giacomo: «e se è nei peccati, gli saranno rimessi». Il Concilio di Trento condanna chi nega che l’Estrema Unzione<br />

rimette i peccati (D. B. 927) e afferma che se ci sono dei delitti da espiare li asterge (D. B. 909). Chiamandoli delitti mostra che non<br />

si tratta solo di peccati veniali.

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