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L’ABITO DELLA FEDE<br />
«Se alcuna avrà detto, che perduta per il peccato la grazia, si perde per sempre anche la fede, o<br />
che la fede che rimane, non è vera fede, benché non sia viva, sia scomunicato».<br />
Questa definizione è contro i Protestanti i quali dicono che è la sola fede che giustifica, per cui,<br />
secondo loro, persa la carità ossia la giustificazione è persa anche la fede.<br />
Dunque, secondo il Concilio, l’abito della fede può rimanere anche nei peccatori. Esso non si<br />
perde necessariamente, anche perdendo la carità e la grazia abituale. Del resta possiamo dimostrare<br />
questo anche dalla S. Scrittura. S. Paolo (1 Cor. 113, 2): «Se avessi tutta la 1ede sì da smuovere i monti,<br />
ma non avessi la carità, sono un nulla». Questa frase mostra chiaramente che ci può essere ancora la<br />
fede, quando non c’è più la carità. E S. Giacomo (2, 14): «Che gioverà, o miei fratelli, se uno dice di<br />
avere la fede, ma non ha le opere?» É una fede morta perchè senza le opere (ivi 26), ma pure informe la<br />
fede resta.<br />
Quando è allora che viene distrutto l’abito della fede?<br />
Solamente quando viene commesso il peccato formale contro la fede, cioè quando uno nega<br />
sola delle verità rivelate da Dio, o ne accetta volontariamente il dubbio. Se uno per esempio dicesse:<br />
«Non credo che l’inferno sia eterno» e sa che Dio ha rivelato così e la Chiesa espressamente ce lo propone<br />
a credere, pure nega o dubita volontariamente, costui non ha più l’abito della fede. Sempre il Conc. di<br />
Trento (D. B. 808), dichiara che «per la infedeltà (cioè la negazione della fede) si perde la fede».<br />
S. Paolo (1 Tim. 1, 19) ha questa espressione: «Alcuni ripudiandola naufragarono nella fede: fra<br />
questi è Imeneo e Alessandro». Dunque l’Apostolo, che aveva detto come ci può essere la fede senza la<br />
carità, dice ancora che col ripudiarla si perde, si fa naufragio nella fede.<br />
Abbiamo detto peccato formale, perchè se uno negasse un punto di fede solo materialmente, cioè<br />
con una ignoranza invincibile per la quale non sa che è un punto di fede, secondo la sentenza unanime dei<br />
Teologi, non ha perso l’abito della fede.<br />
IN PARADISO - Gli Angeli e i Beati nel Paradiso. non emettono l’atto di fede. almeno per<br />
quanto vedono chiaramente In Dio.<br />
É CERTO<br />
Già in principio del libro abbiamo riportato il pensiero di San Tommaso che perfino su questa terra<br />
una stessa cosa, sotto il medesima aspetto, non può essere oggetto di fede e di scienza nello stesso<br />
tempo. Se una cosa la vedo, non ho bisogna di credere che esiste perchè me lo dice un testimone. Così nel<br />
cielo la fede sarà trasformata in visione beatifica. Abbiamo poco sopra riportato le parole di San Paolo:<br />
«Ora vediamo come in uno specchio e nel mistero: allora faccia a faccia». E ancora: «Perchè<br />
perfettamente conosciamo, e imperfettamente profetiamo, ma quando sarà venuta la perfezione, ciò che<br />
è imperfetto dovrà sparire» (1 Cor. 13, 9-10). La perfezione sarà la visione beatifica e dovrà sparire la<br />
necessità di credere per questa stessa visione.<br />
NEL PURGATORIO - Le anime nel Purgatorio hanno ancora l’abito della fede e possono<br />
emetterne atti benché non meritori.<br />
Esse non posseggono ancora la visione di Dio e d’altra parte sono in stato Però, anche emettendo<br />
atti di fede, non possono meritare ulteriormente perchè il tempo di meritare cessa con la fine della vita<br />
terrena.<br />
NELL’INFERNO - I demoni e i dannati non possono emettere un atto di fede propriamente<br />
detto, cioè un atto soprannaturale.<br />
L’atto e l’abito di fede si hanno sotto l’influsso della grazia, che i demoni e i dannati certamente<br />
non posseggono. Perciò, come dice S. Giacomo (2, 19), credono e tremano. Credono, ma non per fede,<br />
sibbene come costretti a sapere che è così per l’evidenza dei motivi di credibilità e perciò non hanno una<br />
vera e propria fede.<br />
IO CREDO<br />
Al termine di questo trattato confidiamo che la logica arida del ragionamento non abbia lasciato<br />
freddo il cuore. Solo che abbiamo riflettuto un po’ su quanto abbiamo studiato e la grazia di Dio<br />
certamente ci ha portato a ripetere ancora una volta con gioia: IO CREDO. Credo, perché Dio ha parlato: si<br />
è degnato di rivelarmi la verità sulle cose più alte e sublimi e mi ha confermato la sua Rivelazione con i<br />
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