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CAPITOLO SECONDO<br />

L’ESSENZA DI DIO<br />

Per quali vie si conosce<br />

Quid sit? - Che cosa sia Dio? - si domanda S. Tommaso dopo aver dimostrato l’esistenza di Dio; e vi<br />

risponde nella Somma Teologica cominciando dalla q. 3 - Dice anzi che piuttosto di poter rispondere e<br />

«che cosa sia e come sia» dovremmo dire «che cosa non sia e come non sia». Infatti la nostra mente è così<br />

limitata che nel considerare la natura di Dio e i suoi attributi può studiarli, come abbiamo detto, per<br />

analogia e per via di causalità, di rimozione, di preminenza.<br />

Analogia: ne abbiamo parlato più volte, ma qui non sarà male accennare qualche altra cosa.<br />

Il senso analogico si distingue dal senso univoco: univoco è quello di un termine che si applica a<br />

più soggetti con identico significato: per esempio il termine uomo detto di Pietro e di Paolo, ecc.<br />

Si distingue anche da equivoco: che è quello di un termine che si applica a più soggetti, ma con<br />

significato tutt’affatto diverso: per es. il termine cane, detto dell’animale che tutti conoscono e della<br />

costellazione celeste di cui parlano gli astronomi. Analogo invece è il senso di un termine che si applica a<br />

più soggetti, ma con significato né del tutto identico né del tutto diverso. Ogni soggetto, cioè, possiede<br />

quella realtà o perfezione che è significata dalla parola, ma la possiede in un modo suo proprio, distinto<br />

dal modo con cui la possiedono altri soggetti. Per es. il termine essere detto di una sostanza e di un<br />

accidente; il termine buono, detto di un frutto che è fisicamente buono per il gusto e detto di una<br />

persona che è moralmente buona per le azioni che compie, conformi alla norma della moralità.<br />

Questa è l’analogia detta di proporzionalità propria la quale implica che la perfezione che si<br />

attribuisce ai vari soggetti sia formalmente e intrinsecamente inerente, sebbene in proporzione diversa, ai<br />

singoli soggetti. Ma c’è un’altra analogia detta di proporzione o indiretta, la quale consiste nell’attribuire<br />

a più soggetti una perfezione che esiste in tutti questi soggetti, ma soltanto in relazione a uno di essi a cui<br />

principalmente conviene. Per es. il termine sano si dice dell’uomo o di un qualsiasi vivente, ma anche<br />

della medicina, del colore del volto, ecc., ma la sanità propriamente e formalmente appartiene al corpo<br />

del vivente: alla medicina appartiene in quanto è adatta a conservare o a ridare la sanità all’uomo,<br />

all’animale, alla pianta; il colore del volto è sano in quanto manifesta la sanità dell’uomo, ecc.<br />

Ora fra Dio e le creature vige questa duplice analogia:<br />

a) - analogia di proporzionalità propria: per es. l’essere appartiene alla creatura e appartiene a<br />

Dio ma in un modo né del tutto identico né del tutto diverso: non del tutto diverso, perché tanto la<br />

creatura che Dio veramente esistono, sono fuori del nulla; ma non del tutto identico, perché la creatura è<br />

essere contingente, Dio è l’Essere necessario. Così si dica di altre perfezioni, come la bontà, la sapienza,<br />

la bellezza, ecc.<br />

b) - analogia di proporzione: mentre l’analogia di proporzionalità mette in rilievo che la<br />

perfezione attribuita alle creature e a Dio è a loro intrinseca, ma in modo diverso; quella di semplice<br />

proporzione indica soprattutto il rapporto di dipendenza delle creature da Dio: Dio è l’Essere, le creature<br />

non sono l’essere, ma hanno l’essere in quanto causato in loro da Dio; così si dica delle altre perfezioni:<br />

sapienza, bellezza, bontà, ecc.<br />

Per scoprire questa analogia fra Dio e gli esseri creati si segue una via che implica tre tappe:<br />

a) - di affermazione,<br />

b) - di negazione,<br />

c) - di trascendenza.

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