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IL DOGMA<br />

umile, obbediente, mortificata. Deve esser di mente equilibrata, e non facile alle suggestioni e<br />

impressioni nervose. Questo si riconoscerà anche dal fatto che non desidera le visioni; che non parla di sé.<br />

anzi soffre di dover manifestare pubblicamente le divine rivelazioni.<br />

Quando la rivelazione è accompagnata da simili garanzie deve esser creduta da chi l’ha ricevuta e<br />

da coloro per i quali è stata fatta. Gli altri, a cui non è diretta, possono credere, purché abbiano le prove<br />

sufficienti. Diciamo così perchè non sempre è facile avere le prove sufficienti, e in questo caso non c’è<br />

l’obbligo di credere. Quando invece ci sono abbiamo la certezza morale che tali cose sono state rivelate<br />

da Dio e in obbedienza alla sua autorità dobbiamo crederle.<br />

I Teologi, eccetto i Salmaticesi, asseriscono comunemente che le rivelazioni private possono<br />

essere oggetto di fede divina, da credersi con la stessa virtù della fede con cui crediamo le verità rivelate<br />

pubblicamente. Ne portano per prova l’approvazione data da Dio a chi vi credette, o la disapprovazione a<br />

chi non vi credette, narrata nei brani della S. Scrittura che abbiamo citato.<br />

Inoltre il Conc. di Trento dichiara che qualcuno può sapere per speciale rivelazione se sarà nel<br />

numero degli eletti, mentre gli altri non lo possono ritenere per fede ( D. B. 805, 825).<br />

Quale il contegno della Chiesa? - Lo indica Benedetto XIV nella sua opera: «La Canonizzazione dei<br />

Santi» parlando delle rivelazioni private della Beata Ildegarda, S. Brigida, S. Caterina da Siena, S. Teresa.<br />

Egli dice: «Si deve sapere che questa approvazione non è altro che una permissione, dopo maturo esame,<br />

perchè possano venir pubblicate per conoscenza ed utilità dei fedeli: a queste rivelazioni approvate in tal<br />

modo, benché non si debba né possa dare l’assenso di fede cattolica, si deve tuttavia l’assenso della fede<br />

umana, secondo le regole della prudenza, secondo la quale cioè, tali rivelazioni sono probabili e<br />

pienamente credibili».<br />

La Chiesa agisce sempre con la più grande prudenza e nel riconoscimento delle rivelazioni private,<br />

come in quelle citate e come in molte altre più recenti (S. Margherita Alacoque, Lourdes, Fatima), si<br />

ferma al giudizio della probabilità e pia credibilità.<br />

Pio X, nell’Enc. Pascendi, parlando di simili rivelazioni dice che non sono né approvate né<br />

condannate, ma semplicemente permesse, come da credersi piamente, per la sola fede umana, secondo<br />

quanto viene narrato e anche confermato da testimonianze e documentazioni. D’altra parte nessuna delle<br />

rivelazioni private può esser portata come argomento certo di qualche prova teologica. La Chiesa possiede<br />

già tutta la verità nel suo deposito della Fede.<br />

COME CI SI PRESENTA IL DOGMA<br />

In cielo ogni verità potremo conoscerla in modo intuitivo, vedendola in Dio, ma sulla terra l’uomo<br />

riceve la conoscenza nel suo intelletto attraverso i sensi. Per esempio: so che il sole splende. Anche per<br />

conoscere questa verità, pur così semplice ed immediata, è necessario che attraverso i sensi (vederlo,<br />

sentirne il calore, ecc.), io abbia conosciuto che cosa sia il sole e che mi sia formata una idea per sapere<br />

che cosa significa risplendere. Quando avrò queste due idee le metto in confronto e vedo che la seconda si<br />

applica alla prima.<br />

Per esprimere poi queste idee e comunicano agli altri, uso un segno che è come un’immagine<br />

dell’idea: la parola.<br />

É logico che anche per esprimere una verità rivelata è nècessaria la parola. La Chiesa quando ci<br />

propone una verità rivelata usa delle formule che ci dicono ciò che Dio ha rivelato.<br />

I Modernisti dicevano che vanno intese come semplici simboli.<br />

Come intendano, allora, i termini, ossia le parole di dette formule che interpretano il fatto<br />

religioso secondo i diversi tempi e che hanno solo un senso pratico per il modo di agire, negando che siano<br />

la norma estrinseca per credere? Contro costoro poniamo la seguente.<br />

TESI: - I dogmi cattolici sono verità da credersi e sono presentati per mezzo di formule<br />

dogmatiche che esprimono e determinano con termini scientifici la dottrina rivelata, come è in sé<br />

stessa, almeno analogicamente non simbolicamente o solo praticamente: sono perciò norma<br />

estrinseca per credere.<br />

É CERTO<br />

SPIEGAZIONE. Il dogma è la verità, la formula è la proposizione con cui questa verità viene<br />

espressa.<br />

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