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CAPITOLO TERZO<br />
GLI EFFETTI DELLA COMUNIONE<br />
La SS. Eucaristia produce mirabili effetti nell’anima e nel corpo. Li veniamo enumerando e<br />
spiegando in varie proposizioni.<br />
I - LA S. COMUNIONE CI INCORPORA A CRISTO IN UNA PIÙ INTIMA UNIONE.<br />
Ricevendo Gesù sacramentalmente la nostra unione con Lui si rende più intima in modo speciale,<br />
come insegna il Conc. Laterano IV (D. B. 430) e il Conc. di Firenze (D. B. 698) basandosi sulle parole di S.<br />
Giovanni (6,57): «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui». L’unione è<br />
tanto intima, che secondo la parola dei Padri, ci porta «non più a vivere in noi, ma a vivere in Cristo».<br />
Dice S. Cirillo di Gerusalemme (In ba. 6): «Chi per la partecipazione della mia carne mi riceve,<br />
vivrà in sé stesso, ma tutto trasformato in me» S. Agostino (Conf. 7, 10) ha questo pensiero: Mentre il<br />
cibo materiale si trasforma in noi, perché ciò che è più forte assimila ciò che è più debole, nella<br />
Comunione è Cristo che ci assimila a sè. Questa più intima unione avviene per mezzo della carità abituale<br />
e attuale, in cui consiste l’effetto primario della Comunione. Dice S. Tommaso (S. Th. q. 79 a. 1) «Per<br />
questo Sacramento non solo viene conferito l’abito della grazia e della virtù, ma anche (la carità) viene<br />
eccitata in atto».<br />
Accresce in noi la grazia santificante. Abbiamo già detto che l’Eucaristia è un Sacramento dei<br />
vivi e perciò non cancella per sè il peccato mortale (Conc. di Trento, Sess. 30 c. 5) eccetto che per<br />
accidens come spiegammo, ma dà un aumento di grazia in chi già la possiede.<br />
Dà la grazia Sacramentale con diritto a grazie attuali che il Signore darà a suo tempo in modo che<br />
questo cibo divino veramente nutra e fortifichi. Perciò:<br />
II - L’EUCARISTIA CI NUTRE SPIRITUALMENTE vale a dire produce nella nostra anima quegli effetti che il<br />
cibo materiale produce nel corpo. Lo afferma il Conc. di Firenze: «Ogni effetto che il cibo e la bevanda<br />
materiale producono riguardo alla vita del corpo, questo Sacramento lo opera riguardo alla vita<br />
dell’anima, sostentando, aumentando, riparando, e dilettando».<br />
a) SOSTENTANDO per mezzo della carità come abbiamo detto e ancora perché:<br />
preserva dai peccati mortali. Non perchè ci renda impeccabili, ma perchè «con queste grazie ci è<br />
più facile vincere le tentazioni e conservarci in grazia di Dio». (Conc. di Trento D. 13. 975). Infatti<br />
l’Eucaristia rintuzza e diminuisce il fomite della concupiscenza e sbaraglia gli assalti del demonio secondo<br />
il detto di S. Giov. Cris. (Hom. 46 in Joa. 3) «Ritorniamo da quella mensa come leoni spiranti fuoco, resi<br />
terribili al diavolo» (Cfr. S. Th. 3, q. a. 6).<br />
b) AUMENTANDO. Lo abbiamo già detto parlando della grazia che conferisce all’anima nostra per<br />
la quale ci uniamo sempre più intimamente a Dio.<br />
c) RIPARANDO. Per il fervore della carità che accende nell’anima.<br />
L’Eucaristia libera dalle colpe veniali.<br />
Il Conc. di Trento (D. B. 875) chiama la Comunione «antidoto col quale siamo liberati dalle colpe<br />
quotidiane».<br />
Questo effetto si produce dunque attraverso gli atti di carità, cui la Comunione eccita. Per la<br />
remissione di questi peccati veniali però è necessario che non si conservi verso di essi nessun affetto o<br />
attaccamento. È necessario quindi che ne siamo pentiti.<br />
Rimette la pena temporale dovuta ai peccati, in tutto o in parte, secondo la misura del fervore<br />
nell’atto della carità.<br />
Nella Confessione, mentre viene cancellata la colpa, la pena eterna dovuta ai peccati mortali<br />
viene ridotta a pena temporale, a meno che non vi sia stato un atto di pentimento così perfetto da<br />
togliere pure questa. Così i peccati veniali che non ci impediscono di accostarci alla Comunione, hanno un<br />
debito di pena da scontarsi in questa o nell’altra via. Con la Comunione questa pena temporale viene<br />
rimessa in tutto o in parte.<br />
d) DILETTANDO. Come nel prendere cibo si prova diletto, così l’anima viene allietata da questo<br />
«Pane del cielo che ha in sè ogni diletto» (Liturgia) nella gioia di unirci a Cristo.<br />
III - CI UNISCE MAGGIORMENTE AI NOSTRI FRATELLI NEL CORPO MISTICO.<br />
Il Sacramento dell’amore non solo accresce la nostra carità verso Dio, ma ancora verso il prossimo.<br />
Dice S. Paolo: «Un solo pane, un solo corpo siamo molti che partecipano di questo unico pane» (1 Cor. 10,<br />
17). E S. Agostino (In ba. 26, 13): «O Sacramento di pietà, o segno di unità, o vincolo di carità».