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L’ESSENZA DEL SACRIFICIO EUCARISTICO<br />

Il De la Taille si ferma sul valore della oblazione esterna per cui l’elemento essenziale del<br />

Sacrificio sarebbe l’oblazione esterna e rituale (sacrificio rituale), mentre l’immolazione, la quale può<br />

procedere o seguire l’offerta, sarebbe un elemento accessorio, necessario nella ipotesi che sia da riparare<br />

il peccato, e la consumazione, cioè l’accettazione sensibile per parte di Dio, sarebbe l’elemento<br />

complementare.<br />

La Messa sarebbe così l’oblazione liturgica fatta attualmente dalla Chiesa della immolazione fatta<br />

una volta da Gesù sulla Croce, immolazione che continuerebbe solo passivamente.<br />

Ne deriva che la Cena e la Croce sarebbero numericamente un solo Sacrificio, ciò che ci sembra<br />

contraddire apertamente al Conc. di Trento (D. B. 940) che nella Cena e nella Croce vede due Sacrifici<br />

completi e distinti.<br />

Il Lepin insiste invece sulla oblazione interna con la quale Gesù offrì irrevocabilmente sè stesso al<br />

Padre fino al momento della Incarnazione (sacrificio personale). L’immolazione cruenta sarebbe stata solo<br />

una condizione richiesta da Dio, ma non essenziale al Sacrificio. La Messa perciò non sarebbe altro che<br />

l’oblazione rituale dell’offerta interiore del Cristo.<br />

Anche qui si ricade nel considerare uno solo il Sacrificio del Calvario e quello della Messa. Inoltre<br />

se il Sacrificio consiste essenzialmente l’oblazione interiore del Cristo, perchè non è Sacrificio la<br />

conservazione della SS. Eucaristia o l’Azione liturgica del Venerdì santo?<br />

III - L’IMMOLAZIONE SACRAMENTALE. Riallacciandosi al pensiero dei Padri e all’antica Scolastica,<br />

il Billot 1 ebbe il merito di ripresentare questa interpretazione, che in seguito fu sempre più perfezionata<br />

da vari autori 2 . Egli dice che essendo sotto le specie del pane in forza delle parole solo il corpo, e sotto le<br />

specie del vino solo il sangue, nell’Eucaristia si verifica sotto i segni del Sacramento una separazione del<br />

corpo e del sangue una immolazione mistica presente che evoca la morte di Gesù, rappresentandone al<br />

vivo la morte cruenta.<br />

Il Vonier aggiunge che per questa separazione sacramentale la Chiesa realizza e prolunga l’essenza<br />

del Sacrificio del Calvario.<br />

Questo pensiero, oltre a concordare con quanto è stato dichiarato dal Conc. di Trento, ha una sua<br />

conferma nella Enc. «Mediator Dei» (Pio XII 20 Nov. 1947): «Sull’altare non è possibile l’effusione del<br />

sangue, ma la divina Sapienza ha trovato il modo mirabile di rendere manifesto il Sacrificio del nostro<br />

Redentore con segni esterni che sono simbolo della morte. Poichè per mezzo della transustanziazione<br />

del pane nel corpo, e del vino nel sangue di Cristo, come si ha realmente presente il suo corpo, così si ha<br />

il suo sangue; le specie eucaristiche, sotto le quali è presente, simboleggiano la cruenta separazione del<br />

corpo e del sangue. Così il memoriale della sua morte reale sul Calvario si ripete in ogni sacrificio<br />

dell’altare, perchè per mezzo di simboli distinti, si significa e dimostra che Gesù Cristo è in stato di<br />

vittima… E si deve ancor più notare che il Sacrificio eucaristico consiste essenzialmente nella<br />

immolazione incruenta della vittima divina che è misticamente manifestata dalla separazione delle<br />

sacre specie e dalla loro oblazione fatta all’Eterno Padre».<br />

Anche da questo passo, oltre che dal Tridentino, si rileva che il Sacramento della Messa pur<br />

essendo intimamente collegato al Sacrificio della Croce (identica la Vittima, identico il Sacerdote<br />

principale, identici i fini per cui si offre alla SS. Trinità) è DISTINTO da questo nella specie e nel numero.<br />

Distinto, ma senza moltiplicarsi 3 .<br />

Infatti consistendo essenzialmente nella immolazione offerta al Padre, sul Calvario avevamo una<br />

immolazione cruenta, sull’altare una immolazione mistica e incruenta nei segni separati del corpo e del<br />

sangue.<br />

Là era direttamente il Sommo Sacerdote Gesù che si offriva, qui si serve pure del ministero dei<br />

Sacerdoti. Dunque vi è distinzione di specie.<br />

Il memoriale della morte reale sul Calvario «si ripete in ogni Sacrificio dell’altare». Dunque in ogni<br />

Messa c’è una nuova immolazione sacramentale e perciò vi è una distinzione di numero.<br />

Anche Pio XI nell’Enc. «Miserentissimus Redemptor» (8 maggio 1928) dice: «Cristo Sacerdote offrì<br />

sè stesso vittima per i peccati e in perpetuo si offre».<br />

Perciò se è vero, come affermano i sostenitori della teoria della oblazione che Cristo fece già la sua<br />

1 L. BILLOT: De Sacramentis, 7.a edizione, Roma 1932.<br />

2 Citiamo solo: A. VONIER: A Kei to the Doctrine of the Eucarist, Londra 1925, nella traduzione francese 1943; A. TANQUERY:<br />

Sinopsis Theologiae Dogmaticae, E. 1949; R. GARRIGOU LAGRANGE: L’amore di Dio e la Croce di Gesù, Torino 1936; M. CORDOVANI:<br />

Il Santi/icatore, Roma 1939; A. PIOLANTI, De Sacramentis, Torino 1949; e il Mistero Eucaristico, Firenze 1955)<br />

3 Ecco come commenta A, PIOLANTI: Il Mistero Eucaristico: «Per l’intima solidarietà che vige tra il Capo e le membra del<br />

Corpo Mistico, era necessario che il sacrificio della Croce, rimanendo uno e assoluto, passasse nella trama quotidiana della vita della<br />

Chiesa, si rendesse coestensivo a tutti i tempi e a tutti i luoghi senza moltiplicarsi.<br />

Moltiplicando i segni non si moltiplica la realtà significata; sull’altare si moltiplicano le immolazioni mistiche, ma poiché<br />

queste hanno un carattere essenzialmente rappresentativo dell’immolazione del Calvario, non moltiplicano la realtà cui si<br />

riferiscono. Così nella Messa si hanno le identiche realtà del Calvario; vi è contenuta la stessa vittima e lo stesso Sacerdote del<br />

Calvario; vi circola l’offerta che è una e immutabile, come la continuazione cristallizzata del Calvario; nella sfera esterna e<br />

rinnovata, in signo, in sacramento, ma non moltiplicata, la stessa morte della Croce».<br />

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