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CAPITOLO SECONDO<br />

CIO’ CHE É NECESSARIO PER<br />

AMMINISTRARE UN SACRAMENTO<br />

Nel Decreto agli Armeni (D. B. 695) la Chiesa dichiara: «Tutti i Sacramenti si fanno con tre cose e<br />

cioè con le cose come materia, con le parole come forma, con la persona del ministro che conferisce i<br />

Sacramenti, il quale abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa».<br />

Studiamo perciò questi tre elementi essenziali per fare un Sacramento.<br />

MATERIA E FORMA<br />

Abbiamo detto, ed è dottrina di fede, che il Sacramento è segno sensibile e efficace della grazia,<br />

e che cioè non soltanto significa ma produce la grazia. In ogni Sacramento troviamo questo segno sensibile<br />

che è costituito da due elementi: cose e parole.<br />

A questi due elementi gli Scolastici hanno dato un nome: materia e forma, desumendolo per analogia dai<br />

corpi fisici che appunto sono costituiti dalla materia e dalla forma.<br />

La materia dunque è la cosa sensibile con cui si fanno i Sacramenti, per esempio: l’acqua nel<br />

Battesimo.<br />

La parola cosa è presa in senso largo e significa non solo una sostanza, ma a volte una azione,<br />

come per esempio gli atti del penitente nella Confessione.<br />

La materia si dice remota quando si considera solo in sè, come l’acqua nel Battesimo; si dice<br />

prossima quando si considera nell’uso del Sacramento, come nel Battesimo l’abluzione che si fa con<br />

l’acqua.<br />

La forma sono le parole, ossia la formula che si pronuncia amministrando il Sacramento. Per<br />

esempio nel Battesimo sono le parole che si pronunciano versando l’acqua: «Io ti battezzo nel nome del<br />

Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».<br />

In qualche caso le parole possono essere sostituite da un gesto, come nel Matrimonio dove<br />

l’assenso può essere manifestato, per esempio, con un segno affermativo del capo.<br />

Ogni Sacramento ha come segno sensibile lo materia e la forma.<br />

La S. Scrittura stessa ci riporta per diversi Sacramenti le parole e la materia che debbono essere<br />

usate nell’amministrazione. Per esempio nel Battesimo, nella Eucaristia, come abbiamo indicato. Per gli<br />

altri Sacramenti, vedremo meglio trattando di ciascuno di essi.<br />

IL MINISTRO DEL SACRAMENTO<br />

Ministro è colui che conferisce il Sacramento.<br />

Ministro principale è lo stesso Gesù Cristo che ha istituito i Sacramenti e nel cui nome e autorità<br />

vengono amministrati dal Ministro secondario. Questi, per legge ordinaria, è un uomo viatore, cui è stata<br />

data tale facoltà. Abbiamo detto per legge ordinaria, perchè in caso straordinario Dio può far benissimo<br />

amministrare un Sacramento da altri, per esempio, dagli Angeli (Cfr. S. Th. 3, q. 64 a. 7).<br />

Il ministro è ordinario quando amministra i Sacramenti per suo ufficio: è straordinario quando gli<br />

è concessa tale facoltà per necessità, come un infedele che amministra il Battesimo a uno in punto di<br />

morte, o per privilegio, come un Parroco nell’amministrare la Cresima.<br />

Non ogni cristiano può essere ministro per qualunque Sacramento, come ha definito il Conc. di<br />

Trento e come si vede dalla Scrittura, dove Gesù dà la potestà agli Apostoli, sia per esserne ministri, come<br />

per dare certe determinazioni. Ad esempio nel Matrimonio, dove sono ministri dei laici, la Chiesa ha<br />

stabilito per la validità in via ordinaria, la presenza del Sacerdote che ne abbia facoltà.<br />

Così pure per tutti i Sacramenti, eccetto l’Eucaristia, il ministro deve essere distinto da chi riceve<br />

il Sacramento.

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