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LA TRANSUSTANZIAZIONE<br />

Ma ora, come nell’ultima Cena, è un corpo vivo e un sangue vivo, quindi non sono separati l’uno<br />

dall’altro, e per esserci la vita, deve esserci pure l’anima.<br />

V - In forza della concomitanza soprannaturale, sotto le due specie vi è la Persona del Verbo.<br />

Infatti per l’unione ipostatica il Verbo ha unito a sè la natura umana assumendola<br />

inseparabilmente.<br />

VI - In forza della circuminsessione, nella Eucaristia col Verbo è unito il Padre e lo Spirito<br />

Santo.<br />

Infatti la natura divina che ha il Figlio, è la identica e unica di tutte e tre le Persone dell’adorabile<br />

Trinità, le quali sono inseparabili.<br />

VII - Gesù è presente nell’Eucaristia per modo di sostanza.<br />

Questa espressione degli Scolastici viene a ribattere la interpretazione dei Cartesiani i quali<br />

dicevano che, per divina virtù, il corpo del Signore veniva ridotto a una piccolissima statura in modo da<br />

essere moltiplicato in ogni molecola del pane o del vino consacrato. É facile capire come una simile<br />

spiegazione ripugna alla dignità di Cristo quasi che fosse nel cielo con una statura normale e<br />

nell’Eucaristia in forma microscopica moltiplicato localmente.<br />

Con la frase scolastica «per modo di sostanza» - sia pure di non facile intelligenza al nostro modo<br />

di intendere, perchè le nostre idee si formano attraverso i sensi, - si vuol dire che Gesù è nella Eucaristia<br />

non con la estensione locale e circoscritta come è in cielo, o con la sua quantità esterna, ma con tutta la<br />

sua quantità interna e cioè, pure non circoscritto nello spazio, vi ha tutte le sue membra connesse tra<br />

loro, dal capo ai piedi, con la carne, le ossa, il sangue. Perciò anche senza la estensione locale che ha nel<br />

cielo, Gesù è nella Eucaristia vivo e presente come nel cielo.<br />

«Cristo dunque nell’Eucaristia ha il perfetto organismo, compatto nelle ossa e nei nervi, con<br />

tutte le potenze del corpo e tutte le operazioni e le passioni dell’anima come è in cielo» (S. Th. 3,76, a.<br />

1).<br />

VIII - Le specie rimangono identiche a quelle che erano prima nel pane e nel vino, sostentate<br />

divinamente senza il proprio soggetto.<br />

Perchè, prima della consacrazione, esisteva la quantità, il colore, il sapore, la figura, il peso, ecc.<br />

del pane? Perchè vi era la sostanza del pane. Dopo la consacrazione questa sostanza non vi è più e le<br />

specie non sono le specie del corpo di Gesù, ma le specie del pane e del vino, le quali permangono, senza<br />

il soggetto, cioè la cosa su cui erano. Per essere più esatti dovremmo dire: prese collettivamente<br />

rimangono senza nessun soggetto, perché la loro sostanza non è più. Prese invece separatamente<br />

dobbiamo dire che la quantità dimensiva resta senza nessun soggetto, mentre le altre specie prendono<br />

come loro soggetto la stessa quantità.<br />

IX - Gesù rimane nella Eucaristia finché durano le specie sacramentali.<br />

É DI FEDE<br />

dal Concilio di Trento.<br />

Come prima della consacrazione il pane sarebbe stato pane cioè avrebbe conservato la sostanza di<br />

pane finchè non fosse avvenuta la corruzione o il cambiamento di sostanza (per esempio per<br />

deterioramento, per digestione, ecc.) nel qual caso le specie sarebbero cambiate, così finchè le specie del<br />

pane (o del vino) rimangono, Gesù resta nell’Eucaristia. Perciò nella Comunione Gesù resta in noi fino a<br />

che durano le specie sacramentali.<br />

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