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364<br />

LA SORTE DELL’UOMO NELLA ETERNITÀ<br />

altro gaudio. Sarà appagato ogni desiderio, escluso qualunque timore o tristezza. Godrà della familiarità<br />

col Cristo, con la Madonna, con gli Angeli, coi Santi. Avrà la coscienza dei pericoli superati, delle vittorie<br />

riportate e la sicurezza che non perderà mai più Dio.<br />

Vedrà come erano piccole le pene del mondo di fronte a una ricompensa eterna.<br />

Per quanto possiamo dire della gloria del Paradiso non potremo capirne altro che una pallida<br />

analogia. Se una visione celeste come avviene ad alcuni Santi sulla terra, - e non è visione beatifica - li<br />

rapisce talmente da astrarli da tutto ciò che li circonda e da farli ripetere con gli Apostoli della<br />

Trasfigurazione: «É buona cosa l’essere qui», che cosa sarà la visione eterna del Paradiso?<br />

S. Alfonso de’ Liguori (Apparecchio alla Morte) per far capire un po’ la distanza della analogia,<br />

porta un esempio molto umile, ma molto significativo. Dice: Se a un cavallo dicessero che il padrone fa un<br />

grande pranzo, ammesso che potesse capire, intenderebbe che il padrone imbandisce un pranzo con avena<br />

e fieno di prima qualità. Molto meno intendiamo noi dei doni che ci sono riservati in cielo.<br />

S. Paolo dopo la sua visione in cielo dice che: «udì arcane parole che non è lecito ad uomo di<br />

proferire» (2 Cor. 12, 4), e ancora riecheggiando Isaia (64, 4): «Né occhio mai vide né orecchio mai udì né<br />

ascese al cuore dell’uomo ciò che Dio ha preparato a quelli che lo amano» (1 Cor. 2, 9).<br />

L’AUREOLA. Fra i beni della beatitudine accidentale del cielo, viene indicata l’aureola (corona<br />

d’oro) e cioè una speciale ricompensa riguardante la speciale vocazione e stato, che sarà data ad alcuni<br />

Santi e cioè ai Martiri (Ap. 7, 14-15); ai Vergini (Ap. 14, 4-5); e ai Dottori (Dan. 12, 13). Essa corrisponde<br />

al triplice combattimento: contro il mondo, la carne e il demonio.<br />

L’ETERNITÀ DEL PARADISO. La beatitudine celeste oltreché essere soprannaturale e di<br />

DIFFERENTE GRADO per i vari Beati, come abbiamo detto, durerà in eterno. Recitiamo nel «Credo»;<br />

«Credo… la vita eterna».<br />

IL LUOGO. Parlando del cielo si pensa all’alto, dove Gesù fu visto salire e scomparire per la nube<br />

splendente che lo coprì. Però Gesù non ha rivelato dove si trovi il Paradiso, e S. Paolo stesso, parlando di<br />

«terzo cielo» non faceva altro che adattarsi al concetto astronomico del tempo.<br />

Alcuni Teologi, parlando dei "cieli nuovi e terra nuova" che si avranno alla fine del mondo pensano<br />

che coi corpi glorificati i Beati potranno discendere anche in questa terra purificata e bella, ammirando<br />

l’onnipotenza creatrice di Dio.<br />

Ma anche per il Paradiso più che preoccuparci del luogo, dobbiamo fare di tutto per poterci<br />

andare.<br />

Concludendo<br />

Dopo aver studiato Dio col lume della ragione nell’Apologetica, col lume della Rivelazione nella<br />

Teologia Speciale facciamo che questo studio ci serva per raggiungere il lume della gloria per la Visione<br />

Beatifica.<br />

«Non abbiamo qui la città di permanenza ma cerchiamo la futura» (Ebr. 13, 14).<br />

Là sia sempre fisso il nostro cuore dove c’è la nostra vera gioia. Abbiamo sempre fisso il nostro<br />

sguardo verso Dio, nostro primo principio e nostro ultimo fine, per godere per tutta l’eternità della sua<br />

visione beatifica, insieme alla nostra Madre Celeste la Vergine SS.ma, ai nostri fratelli maggiori, gli Angeli,<br />

e i Santi. Per questo il Signore ci ha creato e con sé ci vuole perché per tutti i secoli dei secoli cantiamo e<br />

godiamo della:<br />

«GLORIA AL PADRE E AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO».<br />

Deo Gratias<br />

Ave Maria<br />

COSI’ SIA.

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