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GLI ELEMENTI DELLA REDENZIONE<br />

contro i Protestanti i quali escludono la cooperazione dell’uomo all’opera salvifica di Gesù,<br />

dicendo che basta la fede, perchè ci siano applicati i meriti e la soddisfazione di Gesù.<br />

Il Conc. di Trento (D. B. 795) dice: «Benchè infatti Egli sia morto per tutti, non tutti tuttavia<br />

ricevono il beneficio della sua morte, ma solo quelli cui viene comunicato il merito della Passione. Poiché<br />

come di fatto gli uomini non nascerebbero ingiusti, se non propagati dal seme di Adamo… così se non<br />

rinascessero in Cristo non sarebbero mai giustificati».<br />

La Scrittura dice: «Se uno non è rinato nell’acqua e nello Spirito Santo, non può entrare nel<br />

regno di Dio» (Gv. 3,3). Dunque per rimettere i peccati ed entrare nel regno di Dio, è essenziale la<br />

rigenerazione spirituale.<br />

Quando Gesù porta la similitudine della vite e dei tralci (Gv. 15) insiste nel dire che per produrre il<br />

frutto è necessario rimanere in Lui, e Lui in noi. Chi è staccato, sarà gettato ad ardere, come il ramo<br />

infruttuoso, e conclude: «Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei precetti, rimarrete nel mio<br />

amore». Ecco perciò che alla fede va unito l’amore e le opere con l’osservanza dei comandamenti.<br />

S. Pietro dice che Cristo ha patito, «perchè seguiamo le sue vestigia» (I. Pt. 2,21), e S. Paolo, fra<br />

le numerose testimonianze, asserisce: «Eredi di Dio, coeredi con Cristo, ma se avremo patito con Lui<br />

saremo glorificati con Lui» (Rom. 8,17). Condizione dunque essenziale per la remissione dei peccati e la<br />

salvezza: l’imitazione di Gesù.<br />

Altra forte frase, per dire la nostra partecipazione ai patimenti di Gesù: «Compio nella mia carne<br />

quelle cose che mancano alla passione di Cristo, per il suo Corpo, che è la Chiesa» (Col. 1,24).<br />

La frase è ardita. Sembrerebbe quasi che mancasse qualche cosa alla passione di Gesù, ma se non<br />

manca niente, come abbiamo visto, della perfezione della sua soddisfazione e del suo merito, manca la<br />

nostra cooperazione, che si compie appunto attraverso i nostri dolori e le nostre opere buone.<br />

Ci dispensiamo dal citare le testimonianze dei PADRI. Ogni loro scritto parla della necessità delle<br />

nostre opere buone per raggiungere la salvezza. Riportiamo solo il pensiero di S. Tommaso (S. c. Gent.<br />

4,55) da uno dei numerosi suoi brani su questo argomento. Quantunque la morte di Gesù abbia soddisfatto<br />

per tutti i peccati del genere umano, tuttavia ciascuno deve cercare i mezzi per la propria salvezza.<br />

Occorre applicare a ciascuno la causa universale, perchè partecipi del suo effetto. Gli effetti della morte<br />

di Adamo vengono applicati a ciascuno partecipandovi discendendo da lui, gli effetti di salvezza della<br />

morte del Cristo vengono applicati a chi partecipa della sua vita venendo incorporato e congiunto a Lui,<br />

per mezzo della rigenerazione spirituale.<br />

IV - Cristo ha meritato sufficientemente a tutti gli uomini la grazia abituale e le grazie attuali e<br />

la vita eterna.<br />

É CERTO<br />

Diciamo sufficientemente, perchè per parte del Cristo sono state meritate le grazie per tutti, ma<br />

per parte dell’uomo a volte restano inefficaci.<br />

Grazia abituale e cioè la giustificazione.<br />

Già i testi portati ci mostrano che Gesù ci ha meritato la grazia abituale. Più volte essi ripetono<br />

«giustificati per la sua grazia».<br />

Grazie attuali che preparano e accompagnano la giustificazione.<br />

Oltre la grazia abituale ci dà le grazie attuali: «Ci benedisse in ogni benedizione spirituale nelle<br />

cose celesti in Gesù Cristo» (Ef. 1,3).<br />

Gesù ci ha meritato pure la vita eterna: «A tutti coloro che lo obbediscono si è fatto causa della<br />

vita eterna» (Ebr. 5, 9) 1 .<br />

IL SACRIFICIO DELLA REDENZIONE<br />

L’elemento dominante nell’opera di salvezza compiuta da Cristo è il Sacrificio.<br />

«Esso compendia e unifica tutti gli altri aspetti del mistero di Cristo: è satisfactio, è redemptio, è<br />

meritum. Per esso infatti Cristo restituisce al Padre abbondantemente l’onore di cui è stato privato col<br />

peccato (satisfactio); per esso gli offre un sovrabbondante prezzo per il riscatto degli uomini dalla loro<br />

triplice schiavitù (redemptio); per esso merita ogni altra grazia per sè e per gli uomini (meritum); in esso<br />

e per esso si ristabilisce la corrente di amore fra il cielo e la terra, interrotta dal peccato: in esso e per<br />

esso si attua la solidarietà mutua fra Cristo e gli uomini» 2 .<br />

1 Gesù, colla sua Redenzione, mentre ci ha donato i doni soprannaturali, come abbiamo detto, non ci ha ridato per la vita<br />

presente, i doni preternaturali, come nello Stato di natura innocente. Ci ha meritato però che l’ignoranza, la concupiscenza e il<br />

dolore, ci potessero servire per acquistare merito. Così pure ci ha meritato che anche i doni naturali ci potessero cooperare in bene,<br />

in quanto servono alla salvezza eterna quando vengono elevati dalla grazia.<br />

2 G. ANICHINI, op. cit.<br />

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