Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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apostolica di queste annate, fu con-
venuto che i luoghi pii le pagasse-
ro ogni quindici anni, onde ebbero
il nome di quindenni, computando-
si, che per lo più ogni quindici
anni sa l'ebbero i benefìzi vacati, se
fossero provvisti di ecclesiastici se-
colari, i quali pagherebbero le an-
nate nel loro possesso. All'articolo
Portogallo (Vedi) , si riporta una
contesa nata nel pontificato di
Clemente XI sui quindenni , che
quel reame costantemente avea pa-
gato sino da quello di Paolo 11, e
in dataria avvi, come diremo per
ultimo con analoghe notizie, il
suecollettore generale de quindenni.
L'ultima sorte di annate è detta
Commune servitium, e consiste o nei
frutti del primo anno, od in una
certa somma di denaro fissato dalla
tassa de'libri della camera apostolica,
e che deve contarsi alla medesima
camera da que'prelati, che per mezzo
de'voti de' Cardinali ottengono
in concistoro taluna prelatura, come
i vescovati, e le badie conci-
storiali, la qual somma poi si di-
vide ad eguali porzioni tra il Pa-
pa e i Cardinali, e perciò dicesi di
servigi comuni.
Divenuto nel i55o Pontefice
Giulio HI, con grande studio si
applicò alla riforma della dataria,
ed a tal elfetto elesse sei Cardinali
in consultori perchè gli dessero in
iscritto il loro parere, massime per
ciò che apparteneva alla collazione
de' benefizi , ed avesse bisogno di
correzione.
Sisto V istituì in vacabili l'uffi-
zio di tesoriere della dataria, col-
lo sborso di trentaquallromila scu-
di, assegnandogli in premio il cin-
que per cento, appannaggio che abusivamenle
si dividevano i mi-
nistri delle spedizioni. E siccome
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Pio IV, e s.Pio V avevano condan-
nate le confidenze benefiziali, e de-
legati in giudici i vescovi, ed altri
prelati, Sisto V credette meglio di
creare un uditore delle confidenze
beneficiali, qual giudice perpetuo,
conferendogli facoltà, privilegi, ed
emolumenti, dichiarando però vacabile
l'uffizio, colla bolla Divina
Dei providentia, data il primo novembre
i586, Bull. Rom. tom.
IV, par. IV, pag. 270, col prezzo
di duemila ducati d'oro equivalen-
ti a tremila trecento scudi romani.
Nella dataria già esistevano altri
uffizi vacabili, e Sisto IV, Leone
X, e Paolo III, ne avevano anzi
stabilite le regole, e le tasse non
solo per la rassegna , ma anche
pei medesimi Pontefici, i quali as-
segnarono una porzione de' vacabili
per appannaggio del Cardinale vice-
cancelliere.
Non solo Sisto V si occupò grandemente
dei Vacabili e Vaeabilitti
[Fedì), ma anche dei Luoghi dei
Monti [Fedi), fra' quali eravi il
Monte Datario , da lui ampliato.
Vedendo poi, che l'uffizio del teso-
rierato di dataria, per lui istituito,
era dovizioso pegli emolumenti
che ritraeva, smembrò dal suo uf-
fizio cinque scudi d'oro per qua-
lunque spedizione beneficiale di
minor grazia, ed assegnolli pel pagamento
de'frutti del Monte Data-
rialo, che stabili in seicento luoghi
al valore del capitale di scudi ses-
santamila , a ragione di dieci per
cento, coll'assegnamento sopraddetto.
Nel 1 5 90 successe a Sisto V Pa-
pa Urbano VII, il quale subito or-
dinò la riforma della dataria apo-
stolica, affidandone l'incarico ai ce-
lebri Cardinali Paleotto, Lancellolti
Facchinetti, che nel i5cji divenne
Papa col nome d' Innocenzo IX,