Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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16 CUC car. Questo secondo è attraversato in tal luogo da un ponte ben co- struito, detto di s. Paolo, alto cen- to sessanta piedi, e lungo trecento. Cuenca, Cóncha, è circondala di mura , che si levano ad una altezza considerabile. Le strade sono ripide, e irregolari. Quivi risiedono le principali autorità civili, e mili- tari della provincia. Nel secolo XIII i suoi lavori di lana erano assai ri- nomati, e profìcui sono i numerosi suoi alveari. Venne occupata dai mori, per cui nell'anno 1072 fu data in dote dal re moro di Si- viglia, a Zaida sposa di Alfonso IX re di Castiglia ; ma in seguito venne ripresa dai mori, cui la ri- tolse, nel 1177, Alfonso IX re di Castiglia: indi segui i destini della Spagna. Milord Pelerborough se ne impadronì nel 1709, ma dopo una vigorosa resistenza, fu ripresa dal duca di Berwick. La sede vescovile, ad istanza del mentovato re Alfonso IX, nel 11 83, fu eretta dal Pontefice Lucio III, il quale vi riunì le diocesi di Va- leria, e di Arcobriga, le cui sedi vescovili, soggette alla metropoli di Toledo, erano state istituite nel secolo quinto, il perchè pure Cuenca fu fatta sulfiaganea di Toledo, come 10 è tuttora. La cattedrale, edificio vasto, riedificato dal re Alfonso IX, con disegno gotico, è dedicata alla natività della beata Vergine Maria. 11 capitolo è composto di tre digni- tà, prima delle quali è il decano, di ventisei canonici, comprese le prebende di teologo, e penitenziere, essendo però gli altri ventiquattro divisi in due parti, cioè dieci che godono d' intera prebenda, e quat- tordici della metà, climìdiis portio- nariis. Vi sono inoltre diversi pre- ti, e chierici per l' ufficiatura, e ser- CUE vigio della chiesa. La cattedrale ha il fonte battesimale, e molte reli- quie, fra le quali è in massima "ve- nerazione il corpo di s. Giuliano. Degno di osservazione è l'episcopio vicino alla cattedrale. Nella città evvi altra parrocchia col sagro fonte con sette conventi e monisteri di religiosi, e sei di monache, ospeda- le grandioso, seminario, tre collegi ec. Ogni vescovo è tassato ne' libri della camera apostolica, con tremila fiorini. CUENCA iy Iirons occidentau- bus (Conche/i.). Città con residenza vescovile dell' America meridionale, nella repubblica dell' Equatore capo luogo della provincia dello stesso nome. E situata nella bella valle di Yunquilla assai fertile, fra i tre piccoli fiumi di Machangara, Mata- dero, e Yanuncai. Come città gran- de, le sue strade sono larghe, e dritte, ma le case costrutte di mat- toni cotti, sono assai basse, senza ornamento, ed erette senza alcun gusto. Il più bello edifìzio è il collegio fabbricato dai gesuiti. Dopo il dominio degli spaglinoli, Cuenca fece parte della repubblica di Co- lombia, la quale, essendosi divisa in tre, è compresa in quella dell' Equatore, e nel dipartimento di As- suay. In vicinanza, e al sud vi è la montagna di Tarqui, che la Condamine, Godin, e Bouguer scelsero per base del meridiano, che vi sta- bilirono nel 1742. A dieci leghe di distanza s' innalza il Paiamo di As- nay, pericoloso ai viaggiatori, che spesso soccombono per le bufere. Fra i monumenti peruviani sono a notarsi, 1' argine degl' Incas antichi sovrani del Perù, di sorprendente altezza; l'antico forte del Canar, che consiste in una collina termi- nata in piatta forma, che servì lun-
CUE gamente di alloggio agi' Incas, allor- ché dal Perù passavano al regno di Quito. Esso presenta semplicità, sim- metria, e solidità, che sono i tre caratteri dell' architettura peruvia- na. Finalmente nelle vicinanze si osserva pure l' Yaga-Chungana, o giuoco degl' Incas, il quale è un grandioso canapè ovale scavato nel vivo sasso, con comoda giacitura, dalla quale gì' Incas godevano un sorprendente punto di vista sopra l' amena valle del Gulan, inaffiata da un serpeggiante ruscello. Appres- so Cuenca si discopersero alcune miniere di mercurio. La sede vescovile fu fondata dal sommo Pontefice Pio VI, ad istanza del re di Spagna Carlo III nel 1786, ed è suffraganea della metropoli di Lima. Nel concistoro dei 17 dicembre 1787, fice ne dichiarò primo vescovo mon- il detto Ponte- signor Giuseppe Carrion-y-Marfil, della diocesi di Malaga, trasferen- dolo dalla sede episcopale di Cari- sto in partibus. Ma, considerando il regnante Papa Gregorio XVI la vastità ed ampiezza della diocesi di Cuenca, coll'autorità della bolla In supremo beati Petri, data IV kalendas februarii 1837, ne dismembrò una parte, e con essa formò una nuova diocesi vescovile, con residenza nella città di Guayaquil. La cattedrale di Cuenca è un buon edifìzio, dedicato alla Immacolata Concezione della beata Vergine Ma- ria. Il capitolo è formato di tre dignità, delle quali la principale è il decano, di quattro canonici, comprese le prebende di penitenziere, e teologo, oltre alcuni beneficiati, denominati porzionari. Nella cattedrale vi è il fonte battesimale; e la cura delle anime si esercita da due sacerdoti, col titolo di rettori, voi. xix. 5tW*mmi>< Ha» CUE 17 Vi sono nella città due altre par- rocchie munite del sagro fonte, quattro conventi di religiosi, e due monisteri di monache. Vi è il seminario , e 1' episcopio è vicino alla cattedrale. Ogni nuovo vescovo paga di tassa trentatre fiorini, secondo i registri della cancelleria apostolica. CUEVA Bartolommeo, Cardina- le. Baitolommeo Cueva dei duchi di Albuquerque, nato a Segovia nel i499j era sacerdote, che pro- digava alla patria i migliori frutti de' suoi rari talenti. Avendo im- piegato l' opera sua, e il suo ingegno a favore della santa Sede, ai 19 dicembre del 1 544? Paolo III creollo Cardinal prete di s. Matteo in Merulana, e vescovo di Cordova, ove adempiè a tutte le parti di ze- lante pastore, togliendo abusi, riformando costumi, migliorando il cle- ro, e sovvenendo ai poveri di ogni maniera. Filippo II lo dichiarò vi- ceré di Napoli. Il Cueva benefi- cò assai lo spedale di s. Giacomo degl' incurabili di Roma , cui proteggeva, e donollo di ottanta mila scudi; promosse la fondazione dello spedale pei pazzi, e furiosi nella contrada Lungara. Pio IV lo de- stinò ad esaminare alcuni Cardina- li detenuti a Castel s. Angelo, e lo deputò alla ristaurazione delle chie- se titolari di Roma. Era amicissimo di sant' Ignazio Loiola, cui chiamava suo padre. Dallo stesso Pio IV, nel 1 56o, ebbe l'amministrazione di Avellino, e Siponto, ove l'i- staurò la cattedrale, alla quale fece dono di sei candellieri di argento, e di un'alta croce di cristal di mon- te; poi riparò a sue spese il pa* lazzo arcivescovile, adornò ancora magnificamente la chiesa del suo titolo, s. Croce in Gerusalemme. Intervenne ai conclavi per la eie» 2
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