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3io DIA « veret in sua similitudine depingi » salubriter voluit, in quo posset » a suis monachis non prò ela- » tionis gloria sed prò cognita di- » strictionis cautela intueri; ubi hu- » jusmodi distichon ipse dieta vi t : Christe potens, domine, nostri lar- gilor honoris, Indultum affidimi solita piatale gu- berna. Alcuni Pontefici viventi, come Ca- listo II, ed Anastasio IV, furono rappresentati nell'oratorio di s. Ni- colò vescovo di Mira, nel patriar- chio lateranense ( poscia incluso nell'abitazione de' padri penitenzieri della contigua basilica), col diadema quadro, perchè il primo 1' eresse nel 1124, l'altro lo restaurò. Ma i nove Pontefici loro predecessori come s. Silvestro I, s. Anastasio I, s. Leone I, s. Gregorio I, Alessandro II, s. Gregorio VII, Vittore III, Urbano II, e Gelasio II, furono rappresentati col diadema rotondo, eh' è l'argomento della santità, e culto ecclesiastico dato a' servi di Dio, come dimostrò Lambertini, de can. ss. lib. I cap. 4i- n - 22 - e n - 3o, ove tratta della santità di Alessandro II, e Gelasio II, benché da noi non denominati santi, per- chè non venerali per tali da tutta la Chiesa, ma in alcuni luoghi sol- tanto. Lo stesso dicasi degli altri Papi col diadema rotondo qui no- minati senza l'epiteto di santi. Si deve poi notare, che tali pitture nel restaurarsi sotto Benedetto XIV, furono dal pittore alterate con arbi- trio, ponendosi il triregno con tre corone ai Papi ivi dipinti. Sugl'in- convenienti del titolo di beato, e di santo, sui diademi, e sui raggi po- sti sul capo ai servi di Dio, e sulle DIA provvidenze prese da Urbano Vili, si può leggere il Garampi, nelle sue Meni. eccl. p. 43 r. 11 Sarnelli, nella lettera XXV del tomo III delle sue lettere ec- clesiastiche, parla del diadema, che si usa nelle statue. Dice pertanto, che siffatto diadema è a forma di scudo, mentre il vero diadema è propriamente una fascia, che eia-» gè mente posto dai gentili sulla testa delle statue, non era già ornamento, ma una specie di piccolo ombrello, che le difendeva dagli im- il capo, e che quello antica- bratti. Tali ombrelle in greco chiama vansi Malisei, cioè Umbellae, quae in slaluaruni capitibns solent poni, ne ab avibus conspurcentur. Furono dette Menisci, da Mene hoc est Luna, perchè erano simili al disco della luna , ed Aristotile ne' problemi chiamò 31enisci, splendor es, species lunatae, specìes Lunae nonduni completae. Tuttavolta l'origine de' diademi in tal forma devesi piuttosto ripetere dall' antica consuetudine de'romani, i quali quando tornavano dalla guerra vittoriosi, in segno della vittoria, e delle corone militari da loro ripor- tate, si mettevano in testa il pro- prio scudo rotondo. Così i santi in segno della vittoria e del trion- fo riportato dai tre comuni nemi- ci, collo scudo rotondo in capo si dipingono, e nelle statue si rappresentano V. il Saavedra nel Sim- bolo 10: e l'interprete de'sahni det- to l' Incognito, sul verso del salmo: » Domine, ut scuto bonae volun- » tatis tuae coronasti nos etc. ". Il Pignattelli, nel tomo V, consulta so, dice, che le immagini de'beati si dipingono co' raggi attorno al volto, e quelle de' santi canonizzati col diadema intorno al capo. Ma
DIA poi nel tomo X, consult. 1 88, ag- giunge, che pure quelle de'beati possono dipingersi col diadema, non essendo da veruna legge proibito » et omnia censentur permissa, quae » non reperiuntur prohibita ". Va consultato l' Alamanni de laterali, parietìnisj p. 43 : " insigne qua- » dratum quid denotet , ove trat- « ta pure , insigne quadratum vi- » vis ac mortuis aeque tribui- FINE DEL VOLUME DECIMONOKO. 6 D I A 3 1 » tur ". V. Aureola , Ghirlanda , NlMCO. DIAMPER, oDIAMPOUR. Città dell'Indos, ossia dell'Indie orientali nel regno di Travancor, sulla costa del Coromandel, vicino alla città di S. Tommaso, o Meliapor. Nel 1 5gg un portoghese arcivescovo di Goa, vi tenne un concilio per con- vertire al cattolicismo i nestoriani di queste parti delle Indie. Arduino t. X. 1
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