Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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iGt. DAU tra gli eruditi, come riporta il Cardella ne' Cardinali di Martino V, s'egli veramente sia stato promosso alla sagra porpora. Alcuni lo vogliono morto pochi momenti dopo la sua promozione ;. altri lo credono promosso , ma non decorato delle Cardinalizie insegne; l'Orsolini però lo annovera tra i Cardinali fiorentini. Quest' uomo morì in Firenze l'anno i4 2 5. ed ebbe il Ordine. sepolcro nella chiesa del suo DATIVA (s.), martire. Nel V secolo, tempo in cui Unerico re dei vandali infieriva contro i cri- stiani, soffrì questa santa gloriosamente il martirio in unione a s. Bonifacio, e vari altri generosi cam- pioni. Il martirologio romano ac- cenna la loro festa il dì 6 dicem- bre. DATIVO (s.), martire. V. Satur- nino dell'Africa. DALTERIO Giovanni, Cardina- le. Giovanni Dauferio, nato di no- bile famiglia in Salerno, fu promosso alla dignità Cardinalizia , colla diaconia di s. Nicolò in car- cere da Calisto II l'anno 1122. Aderì per qualche tempo all' antipapa Anacleto , che lo trasferì al- l'ordine degli anticardinali preti, col titolo di s. Pudenziana, ma poscia ravvedutosi , spirò nel bacio del Signore l'anno 11 35, sotto il pon- tificato di Innocenzo II. Il di lui nome è scritto anche in una bol- la da Innocenzo II medesimo spe- dita nel 11 33 a favore della chiesa di Pistoia. DAULIA {Daulian.). Sede vescovile della prima provincia d'Achea nell'esarcato di Macedonia, piesso Delfo, sottoposta alla metropoli d'Atene, ed eretta nel nono secolo, di cui si conoscono sei ve- DAV scovi. Al presente è un vescovato in partibus, che viene conferito dalla santa Sede, ed è pur soggetto all'arcivescovo di Atene egualmente in partibus. DAUSARA o DAUZARA. Sede episcopale della provincia Osroena. nel patriarcato di Alessandria, di- pendente dalla metropoli di Edes- sa. Commanville asserisce, che fu eretta in vescovato nel sesto secolo, e Procopio dice che in origino fu un castello fortificato dall'impe- ratore Giustiniano I. DAVIA Giannantonio. Cardinali Giannantonio Davia, bolognese di patria, ricco di famiglia, assai chia- ro per talenti, studiò ne'primi suoi anni la giurisprudenza, nella quale ebbe laurea di dottore. Poscia arruolatosi alla milizia, nel 1684, marciò colle truppe venete contro i turchi, e trovossi anche all' assedio di s. Maura. Quindi intrapreso un viaggio alla volta delle più. colte città d'Italia, giunse in Roma, e per consiglio d' Innocenzo XI fece ri- nunzia alla spada per dedicarsi al ministero degli altari. Innocenzo XI, conosciuto il di lui singolare ingegno, volle spedirlo a Brusselles in qualità d'internunzio. Da di là venne trasferito sotto Alessandro VIII alla nunziatura di Colonia, e da questa, per volere d'Innocenzo XII, a quella di Polonia. Ivi si trovò presente alla elezione di Augu- sto, duca di Sassonia : ma avendo spiegata particòlar adesione al par- tito di questo principe, i francesi lo costrinsero a ritirarsi dal suo uffizio, e trovar nella Slesia un ricovero dalle loro persecuzioni. Senonchè la di lui innocenza fat- tasi in breve tempo palese, Inno- cenzo XII non solo gli diede la conferma nel suo posto , ma lo
DAV promosse ben anco al vescovato di Rimini. Continuò ad esercitarsi nella nunziatura, e poscia dalla corte di Polonia fu trasferito a quella di Vienna; ma ritiratosi poi da questa nel 170.5, perchè non volle ri- conoscere l'arciduca Carlo in re di Spagna, prese la pastoral direzione della sua chiesa, e sett' anni dopo da Clemente XI, cioè a' 1 8 mag- gio 17 12, fu creato prete Cardinale di s. Calisto, nonché legato prima della Romagna, e quindi di Ur- bino. Nel 1726 rinunziò il governo di quella diocesi per motivi di salute, e ritornato in Roma, fece parte delle congregazioni del s. offìzio, de' vescovi e regolari, della immunità, della propaganda, ed altre cui era stato ascritto, essendo prefetto di quella dell' indice. Non tralasciò per altro di occuparsi anche degli affari dell'Inghilterra, e della Polonia, e sempre con quell'avvedutezza e prudenza, che 1' avevano cosi distinto anche per lo passa- to. Divenuto primo prete , cangiò il suo titolo con quello di s. Lo- renzo in Lucina. Tanto era egli ac- cetto al sagro Collegio, che nel conclave di Renedetto XIII ricevè una gran parte de' voti a suo favore. Morì in Roma nel 1 740, in età di ottani' anni, ed ebbe sepolcro nella chiesa del suo titolo nella cap- pella di s. Francesco Caracciolo., e poi fu trasferito in quella detta del Purgatorio. Renedelto XIV, di lui grande amico e concittadino, gli pose sotto il marmoreo busto una iscrizione, che sarà il testimonio delle virtù, le quali fecero risplendere il Cardinale Davia. DAVID (s.). Città vescovile del regno d'Inghilterra, nel principato di Galles, nella punta più occiden- tale di questo paese, e perciò vici- DAV i63 no all'Irlanda precisamente noli;» contea di Pembroke, presso il ca- nale di s. Giorgio poco lungi dal mare. Fu città considerabile, chiamata Mencvia, Davidis , e Fammi Sancii Davidis. Venne edificata su di un promontorio, ed ha una sor gente minerale assai frequentata. Commanville dice, che s. Germano di Auxerre vi fondò un vescovato verso l'anno 49°> e che s - David, il quale ne fu il secondo vescovo, vi avesse la dignità metropolitana sopra tutti i vescovi del principato di Galles ; il perchè i successori di lui per lungo tempo la conte- sero agli arcivescovi di Cantorbery. Sembra, che il Pontefice Eugenio III, del 1 1 4-5, confermasse in qualche modo la dignità metropolitana dei vescovi di s. David, i quali, in progresso di tempo, poco a poco si sottomisero a Cantorbery. Altri dicono, che il vescovo nel nono secolo divenisse arcivescovo, e che nel decimo tornasse ad essere vescovo. La cattedrale, il cui campanile ha 307 piedi di altezza, è un bello edifizio , che sembra essere opera di molti secoli addietro. DAVIDE (s.). Nacque nell'Irlanda da un principe cristiano, e quindi educato e cresciuto nella religio- ne di Gesù Cristo, si consacrò al Signore, e divenuto sacerdote seco- lare, si ritirò nell'isola di Vigth, vivendo in quel luogo sotto la disciplina del pio e dotto Paolino, che fu discepolo di s. Germano di Auxerre. Quivi egli talmente avan- zò nell'esercizio delle cristiaue virtù, che Iddio volle per premio antici- pato conferirgli ancora vivente il dono de' miracoli. Si apparecchiò in quella solitudine al ministero della divina parola, a guisa del Rattista, e quando si conobbe bene fondato,
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