Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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DAV
uscì eia quella spargendo fra'breto-
ni l'evangelica semente. Istituì va-
ri ruonisteri, e nella vallata di Ross
ne fondò il principale, dai quali
t ulti ebbe la Chiesa di Dio molti santi,
e non pochi pastori di anime. Rigi-
dissima fu la regola, che prescrisse
a'suoi monaci ; il lavoro delle tene,
il silenzio, una continua orazione,
lutto questo veniva praticato nel giorno.
La notte poi rientrati i monaci
nel monistero, attendevano alla let-
tura. Di solo pane e radici si ci-
bavano, e la bevanda era semplice
acqua mista con latte. Lungo non
era il sonno, e vestivano panni
grossi fatti di pelli di animali. Su-
scitatosi per la seconda volta il pelagianismo
in que'luoghi, nel 5i2
o 5ig, molti vescovi si raccolsero
affine di respingerlo, e fu invita-
to anche Davide, il quale con la
forza del suo sapere, dell'eloquen-
za, e, quel ch'è più. , de' miracoli,
confuse gli eretici, e li disperse.
Tanta fu la fama cui si acquistò
egli in questa occasione, che l'arci-
vescovo di Caerleon s. Dubrizio
volle cedergli il governo della sua
chiesa, e nulla giovando la sua op-
posizione, si sottomise alla fine per
obbedienza ai padri del concilio,
che così avevano approvato, e comandato.
Addossatosi il nuovo incarico,
si diede tosto con zelo sempre
più ardente al ben essere del suo greg-
ge, e tale egli si mantenne sino al-
la morte, che avvenne l'anno ^44>
contando un'età molto avanzata. Il
suo corpo ebbe sepoltura nella
chiesa di s. Andrea, ora di s. Davide.
Viene onorato il dì i marzo.
DAVIDE (s.), martire. V. Romano
(s.).
DAVIDICI o DAV1DGEOR-
GIAÌNI. Eretici discepoli di Da-
vid Giorgio, nato in Ganci nella
DAV
Fiandra. Era costui di professione
pittore da vetri, e di fede anabat-
tista. Verso l'anno i5a5, seducendo
alcuni uomini semplici, si fece
a predicare una nuova dottrina, e
formossi una setta particolare. Di-
ceva, ch'egli era il terzo David fi-
glio di Dio, non già secondo la carne,
ma giusta lo spirito, mandato
per salvare gli uomini per mezzo
della grazia, e non per mezzo del-
la morte. Negava la risurrezione
de'morti, benché egli promettesse
a'suoi discepoli di risuscitare tre
giorni dopo che l'anima di lui sa-
rebbe passata ad altra vita; negava
la necessità del battesimo, la
indissolubilità del matrimonio, la
comunione dei santi, la esistenza
degli angeli, e il dovere di dar la
vita piuttostochè rinunziare alla lè-
de. Uscito della città di Gand per
timore di venir condannato, e pre-
so il nome di Giovanni Bruci), si
avviò alla volta di Basilea, dove
morì. Il senato di quella città lo
volle dissotterrato, e ne fece ardere
le ossa.
DAVIDICI. Eretici di poca durata,
discepoli di un certo David
Dinaut, così appellato dal luogo
della sua nascita. Avea costui adot-
tati i principi i di Almerico suo
maestro, e scrisse per difender-
li. Correva allora il secolo deci-
moterzo, ed ancora esisteva in Fran-
cia un rimasuglio degli antichi cat-
tari, eretici i quali negavano l'au-
torità della Chiesa, i sagramenti,
ed altre verità. Questi credettero
di trovare negli scritti di David le
prove delle loro falsità, e ne fece-
ro un nuovo impasto assai poco
dissomigliante dall'antico loro si-
stema. Dicevano, che Dio padre si
era incarnato in Abramo, e Dio
Figliuolo in Gesù Cristo. Asseriva-