Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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ìOo DAT golava sotto il vice-legato la cancelleria, di cui erano ministri infe- riori il segretario della legazione, il custode del sigillo, il registratore, e il correttore delle bolle. Per mez- zo della dataria passavano ancora tutte le grazie temporali che si concedevano in Avignone, e nel contado Venaissino. Quindi nelle pubbliche udienze il datario assisteva il vice-legato alla destra. Era prerogativa di questo datario, rice- vere in appello le cause che gli rimetteva il vice-legato, le quali erano prima passate sotto il giu- dizio dell' uditore generale, e della rota. V. Avig_\o>e. L' officio di datario si conferiva dal Cardinal legato, a suo beneplacito ed a tempo limitato. Tuttavia si sa che Bartolommeo Guidotti, dottore bo- lognese, fu datario in vita, per breve del suo concittadino Grego- rio XV, dato in Roma a'29 aprile 1623. JNon ostante che si faces- se in Roma la provvisione di questa carica, quando era vacata per promozione, per morte, o per al- tra circostanza, 1' hanno conferita anche i vice-legati per interim col titolo ora di datario, ed ora di pro-datario. Fu deputato datario Ludovico Guion , da monsignor Corsi a' 4 marzo 1626, da monsignor di Burdesia pro-vice-legato ai 2.5 ottobre 1642, e dal Cardinale Sforza pro-legato a' 4 aprile del i64j. Monsignor Lascaris deputò datario Ludovico Arrigo Guion . Per breve tempo fu pro-datario sotto monsignor Dolci vice-legato. un religioso dell'Ordine de' predicatori sottoscritto ne' registri della cancelleria. Monsignor Mattei vice- legato, per tre mesi, e col titulo di pro-datario, ne fece esercitare 1' uffìzio allo slesso istorico p. Fau- DAT toni, dell'Ordine carmelitano, il quale per un' urgenza che lo chiamò altrove, rassegnò il pro-datariato nelle mani di monsignor A- riosto arcivescovo, e vice-legato di Avignone, che ne provvide collo stesso titolo di pro-datario il cano- nico Tache sino all' arrivo del nuovo datario da Roma. Del resto i datari dei Cardinali legati a latcre furono soggetti dotti, e pieni di esperienza, per cui molti vennero poscia innalzati alla dignità cardi- nalizia. La nobilissima famiglia Colonna {Vedi) , romana, siccome do- viziosa di benefizi di jus -patronato, ha la sua dataria, e il suo datario, e dell' una, e dell' altro per ultimo ci permetteremo un cen- no. Il terzo offiziale del tribu- nale della sagra peuitenzieria apostolica è il datario, carica che si conferisce ad un dotto prelato. A lui si appartiene di scrivere nelle suppliche la data del giorno, del mese, e dell' anno del Papa re- gnante, o della sede vacante, si- gnificando il palazzo ove il Ponte- fice risiede, ed proprio nome, e aggiugnendovi il cognome. V . Pe- MTENZ1EJRIA APOSTOLICA. •In quanto al datario, ed alla dataria della nobilissima famiglia Colon- na, è a sapersi, che il principe Colon- na, trovandosi al possesso di tanti feudi, ne' quali le provviste, o per la maggior parte, o tutte erano di suo jus patronato, molto tempo prima della estinzione dei diritti baronali, deputava persona ecclesiastica, denominata Datario, in quei luoghi medesimi le cui incumben- ze non consistevano in altro, se non che nell' avere corrispondenza diretta coi vescovi, nelle cui dioce- si erano i feudi, per prendere esat-
DAT ta informazione sulla qualità, e sui meriti dei concorrenti alle suddet- te provviste vacanti, e su di esse riferire al principe patrono, perchè la scelta potesse cadere in soggetti idonei. A formarsene un'idea, non deve tacersi, che il principe, sul finire del passato secolo aveva set- tanta feudi nel regno di Napoli, dieci in Sicilia, e ventisette nello stato pontificio. Le provviste eccle- siastiche di suo patronato in questi luoghi erano oltre il numero di seicento, consistenti in dignità principali curate, in prepositure, e arcipreture, ed ahhadie, una delle quali è distinta col titolo di abbazia mitrata, o in canonicati, in bene- fìzi residenziali, e semplici, ed in cappellanie. Succeduta nel pontifi- cato di Pio VII, l'estinzione dei diritti baronali nello stato pontificio, e la libera rinuncia emessa dal principe e contestabile d. Filippo, non che estinti i diritti baronali nei feudi di Napoli e Sicilia, il capo della casa Colonna tutlavolta conserva di presente l' onorifico diritto ne' soli ex feudi dello stato pontificio, le cui provviste superano il numero di trecento, e nelle vacanze di esse presenta con ri- spettive nomine i soggetti da se provveduti ai due Cardinali vescovi suburbicarii di Albano, e Pale- strina, ai vescovi di Ferentino A- nagni, Veroli, A latri, e Terracina. E se questi ecclesiastici, i quali godono simili prebende, per alcuna circostanza muoiano in Pioma, ben- ché in tal caso dovrebbero di re- gola generale andar soggette alla affezione della dataria apostolica, non ostante il principe Colonna fa la sua solila nomina al nuovo provvisto, a forma di commendatizia diretta al sommo Pontefice, o al suo VOL. XIX. DAT 161 Cardinal pro-datario, il quale fa spedire le opportune bolle a favore del presentato. In fine il principe gode il diritto di patronato d'una cappellania nella basilica lateranen- se, non che de' cosi detti posti, e mezzi posti di alunno nel colle- gio Capranica di Roma, e nei seminari vescovili di Palestriua, Fe- rentino, Veroli, ed Anagni. Attualmente è datario della casa Colonna d. Ilario Quadrali, abbate mi- trato di Marino, dignità appunto, alla quale nomina il principe Co- lonna. DATI Giovanni, Cardinale. Giovanni Dati, Cardinal prete de' santi Sergio e Bacco, fu crealo da Eugenio II neh' anno 825. DATI Leonardo, Cardinale. Leonardo Dati nacque in Firenze. Ab- bracciò ne'primi anni l'istituto dei predicatori nel convento di s. Ma- ria Novella, e in poco tempo ricevette la carica d'inquisitore in Bo- logna, e le più cospicue magistrature del suo Ordine . Uomo di eccellente ingegno, ed illustre per dottrina, per costume, e per allre doti, si procacciò da tutti stima, e venerazione. In seguito fu elet- to maestro del sagro palazzo, e poi generale della sua religione. Cosi egli era amato da' padri del concilio di Costanza, al quale come oratore de'fìorentini, dovette interve- nire, che l'onorarono col voto elet- tivo per la nazione italiana ne' comizi di Martino V. Fa prova eziandio delia stima ch'egli godeva, l'essere stato destinato da'padri stessi a censore della falsa dottrina di Giovanni Hus. Anche a Martino V fu carissimo, e ricevette da lui l'incarico d'intimare a' vescovi di Spaìatro, e di Candia il concilio da tenersi a Piacenza. V ha quislione i i
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