Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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DEP
desimo 6. Gaetano in Napoli isti-
tuì il pio uso di suonarsi nelle
chiese le campane ad un' ora di
notte, per invitare con tal suono i
fedeli alla lecita del salmo De pro-
fundis in suffragio delle anime del
purgatorio. Questa divota pratica
volgarmente venne chiamata V Ave
diaria de* morti , per l'antico pio
costume di recitarsi {'Angelus Domini
(Vedi) alle ore ventiquattro,
detta comunemente l'Ave Diaria
Quindi sì lodevole uso vuoisi sta-
bilito per tutto il cristianesimo con
decreto del Pontefice Paolo V, dopo
che l' aveva introdotto in Roma
per la prima volta nel 1609,
e nella chiesa di s. Maria sopra
Minerva, il servo di Dio fi*. Ambrogio
Brandi romano, dell Ordine
de' predicatori, priore allora di quel
convento, e insieme provinciale, e
già predicatore apostolico di Clemente
Vili. Quindi abbiamo dal
veridico, e contemporaneo diarista
Giacinto Gigli, che nella terribile
pestilenza, la quale afflisse Roma
nel i6ì6 sotto il pontificato di
Alessandro VII, i morti erano tras-
fi riti con le barchette nel prato
presso la basilica di s. Paolo , ove
erano sepolti , e che in suffragio
de' morti di peste fu ordinata la
recita del De profundis, ad un'ora
di notte. Che sì pio costume fos-
se in questo tempo introdotto in
Roma, ovvero ristabilito, per invi-
tare i romani alla recita del salmo,
lo dice anche l'abbate Coslan-
zi, L'osservatore di Roma, t. II,
p. 45 e 4-6 del suppli mento del tomo
primo.
Qualunque sia l'origine di una
tal divozione, certo si è, che nel
detto secolo XVII costantemente si
praticava, come si legge nel breve
Unigeniti Dei FUu, d'Innocenzo XI,
.
DEP
dato a* 28 gennaio 1688, sopra
le indulgenze da lucrarsi da chi ha
qualcuna delle croci, o corone, o
rosari, che abbiano toccato i luoghi
santi, e le sagre reliquie di terra
santa. Ad eccitare per altro viep-
più la pietà de' cristiani per suffra-
gare le anime del purgatorio, Clemente
XII a' i4 agosto 17 36 emanò
il breve Coelestes Ecclesiae the-
sauros, col quale concesse l' indul-
genza perpetua di cento giorni, a
tutti i fedeli ogni volta, che al suono
della campana ad un' ora di
notte genuflessi, divotamente reci-
teranno il salmo De profundis, col
Requiem aeternam (Vedi) in fine;
ed a quelli, che per un anno intero
avranno fatto sì pio esercizio alla
indicata ora, concede per una volta
all' anno l' indulgenza plenaria in
un giorno ad arbitrio, confessati, e
comunicati. Quelli poi, che non sa-
pessero il De profundis, potranno
lucrare le dette indulgenze , recintando
un Pater noster , ed Ave
Maiia, col Requiem aeternam. Di-
chiarò inoltre Clemente XII, a' 12
dicembre del 1736, che le sud-r
dette indulgenze si possono lucrare
recitandosi il De profundis come
sopra , benché secondo la consue-
tudine di qualche chiesa, e di qual-
che luogo, o prima, o dopo l'ora
di notte, si dia il segno de' morti
come suol dirsi, col suono della cam-
pana. Finalmente il Papa Pio VI,
con rescritto de' 18 marzo 1781,
concesse le nominate indulgenze a
tutti i fedeli, se trovandosi in luo?
gin dove manca il suono della cam-
pana, reciteranno circa l'ora di not-
te il De profundis, o, non sapendolo,
diranno il Pater, etc. come
sopra si è detto. Questo salmo contiene
una fervorosa preghiera ed
invocazione a Dio, perchè ci ascolti
,