Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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2 38 DEN santo apostolo ; gì' inglesi 1' appellarono » Romescot, idest nummus .'> roiiianus, in legibus saxonicis >> Canuti, e. 9", et in Hcnrici I citp- 1 t j et in canonib. saxonicis Erigati regis, e. 54, apud Bromptonum, ove si prescrive: » omnis » Heorepeni reddat ad festum s. « Petri, et qui non persolverit ad » terminum illuni, deferat Romae; » et in legibus Eduardi regis, e. » 4) liarthpenny ". Fu detto moneta d' ogni fuoco, perchè ogni casa lo doveva pagare qualora in es- sa vi fossero trenta denari propri!, ed ogni casa religiosa ancora, ec- cettuata soltanto la celebre badia di s. Albano. Finalmente si chiamò limosina di s. Pietro, eleemosyna s. Petri, come viene indicato nelle leggi di Odoardo e. io, ed anche in una carta di Pasquale p. apud Edrnundum, 1. 5 hist. nov. p. 1 1 3. Nell'anno 725, Ina JVest saxonum, re dei sassoni occidentali, si recò in Pioma ad Limino. Aposto - lorum (Fedi), ed a visitare il Pon- tefice s. Gregorio II. Tornato poi il re alla sua residenza, secondo il racconto di Beda, hist. 1. 5, e. 7, prima di rinunziare al suo regno, per abbracciare la professione monastica, volle renderlo tributario al romano Pontefice, obbligando sé medesimo, e i suoi successori di contribuire ogni anno alla chiesa di Roma, un denaro di argento, da pagarsi da ciascuna casa del regno. Non deve occultarsi, che Po- lidoro Virgilio, hist. Augi. lib. 4? p. 118, dice, che Ina fece il suo regno tributario alla santa Sede circa l' anno 740 ; ma iu questo il re Ina era morto, come vogliono alcuni, o almeno era certamente monaco. Tultavolta varie sono le DEN opinioni. Nelle Miscellanee del Baluzio toni. I, dell' ediz. di Lucca 1761, in appena, mommi, hist. card. Aragon., ex tabul. lucens. p. 44 [ s ' riferisce in vece, che j Etevolfo, o Etedulfo oEtebulfo re d'Inghilter- ra, condottosi a Roma nell'anno 847, si fece confermare dal Papa s. Leo- ne IV il titolo di re, essendosi ob- bligato di far continuare alla sede apostolica l' introdotto tributo : » tributimi obtulit s. Petro de • unaquacumque domo argenteum >' minimum in anno, quod usque » hodie in Anglia servatili". In altro luogo si ripete : » Postea B.o- » mani abiit, et contulit Deo, et » b. Petro singulis anuis de qua- » libet domo totius Angliae unum w denarium, qui hodie denarius s. » Petri vulgariter appellatili', et « ipsemet ob devotionem, quam er- » ga Deum gesserat, purum de- » nariuin obtulit pura mente". Altri dicono, che Etelulfo, nel far tributario il suo regno alla Sede Apostolica, obbligasse ogni famiglia a pagare alla medesima un scellino per ciascun anno, e siccome questo credevasi offerto ai ss. A- postoli, e specialmente a s. Pietro, chiamossi de/iaio, o denaro di s. Pietro. Per altro questa legge generale sopra ogni casa fu poi limitata, e ristretta dalle leggi del re Odoardo e. io, e di Guglielmo, il bastardo, e. 18, a quelli soltanto che ave- vano, come si disse, trenta denari di moneta viva nella loro casa, giusta le leggi chiamate dagl'inglesi Da- nvlaye, che si riportano nel regi- stro di Cencio Camerario, presso il Muratori, dissertazione LXIX an- liauit. Italie. Ne fu esentata la sud- detta badia di s. Albano, perchè si narra nella vita di Offa II,
DEN intorno alla medesima chiesa: >> Quae m tanta liberalitate privilegiala re- » fulget, ut ab apostolica consueti tudine, et reciditu, qui Romescot »» dicitur anglice, denarius sancti » Petri latine, quum neque rex, » neque archiepiscopus, vel episco- >> pus, vel prior, aut quilibet de re- » gno, ab illius solutione sit im- » munis, ipsa quidem ecclesia, quae » basilica s. Petri dicitur, quieta »> est". La medesima generalità così viene confermata da Matteo West- monastericnse all'anno 704, e dal Chartular. ss. Trini tatis codemensis fol. 56 : » Unusquisque, qui ha- » bet feminam, dtbtt dare unum » denarium s. Petri, et qui non » babet, unum obulum praeter « Francalenum. Pvoberto da Monte ne dichiara autore Offa re di Merda, dicendo: >> Hic est Offa rex, qui dedit vica- » rio b. Petri romanae Uibis Pon- » tifici redditum statimi, quod vo- » catur Romescot de singulis do- » minibus regni sui in aeternum. Abbiamo dal Novaes, che Offa, re de'merciori, intraprese a titolo di religione il viaggio di Roma, e vi giunse nell'anno 793; che rendette omaggio al Papa Adriano I, confermò il suo regno tributario alla Chiesa Romana , ed accrebbe le rendite della scuola pei pellegrini inglesi , già fondata in Roma dal re Ina, la quale fu poi con- vertita nel celebre ospedale di s. Spirito in Saxia. Matteo Vestmo- nasterieuse, parlando dello stesso re Offa all'anno 794j ecc-o quanto dice: » Ex his omnibus piovinciis » dedit rex piaefalus denarium >> b. Petri, ut piatdiclum est, quod « Romescot appellatili'. Ciò si con- ferma da Matteo Paris, il quale nana : » Hoc aulem seienduui DEN a3 9 >> est quod Offa rex magnificus tem- > pore quo b. Petri vicario ro- » manae Urbis Pontifici, redditum » statulum, idest Romescot de re- » gno concessi t, spiegando così in che consistesse questo censo: « Tan- » tieni divina inspirante grafia consi- « bum invenit salubre, et in die » elastina scholam anglorum, quae » tunc Romae floruit, ingressus', » dedit ibi ex regali munificentia « ad sustentationem gentis regni » sui illic venientis singulos argen- » teos de familiis singulis, omnibus » in posterum diebus singulis annis. Ciò si ripete anche dal Brompton, il quale dice a p. 1235: » Nani, » ut dicitur communiter, illuni cen- w sum, qui Romperny sive Petros- » peny vocatur, Deo, et b. Petro » et d. Papae, qui tunc fuerat, et » successoribus suis, rex Offa pri- » mo ccntulit . Ma in foedere » Eduardi, et Gothurni regum e. » 1 6 in legibus Canuti regis e. 5, » et in legibus Henrici 1. e. 12, si » chiama Romfeah, ovvero Romfee » quasi nummus Romae dicatus, » R.omae datus ". Nel pontificato di Giovanni XIX detto XX, Canuto re d'Inghilterra si recò in Roma ben accolto, e trattato dal Papa, laonde in grati- tudine comandò a'suoi sudditi di essere diligenti di trasmettere a tal città il consueto soldo all'apostolo s. Pietro. Anche Enrico Hunlidonense, I. 6. p. i64> narra che nel 1027, «rex vero Chanutus Ro- » mam splendide perrexit, et elee- » mosynam, quae vocatur Romescot, » quam anleccssores sui dederunt » Ecclesiae romanae , perenniter » assignavit. Si aggiunge nel mo- nastico anglicano, lib. I, p. 2o5, parlando dello stesso re Canuto, che ad un tempo era pure re di Da-
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