Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

2 3o
DEN
Fiandra, i delfini, e gli arcivescovi
di Magonza, di Treveri , e di Ar-
Jes, i quali stamparono de' fiorini
loro propri, e per lo più li fregia-
rono colle indicate impronte del
fiorentino con aggiunta di qualche
piccolo distintivo. Più tardi fece
altrettanto in Avignone il Papa
Giovanni XXII , con peso , e lega
interamente simile al fiorentino,
cioè al taglio di novantasei per
libbra, ossia di sessantaquattro per
marco, come allora battevasi nella
zecca di Firenze, e colle medesime
impronte già notate, meno la dis-
tinzione d'un proprio marchio, e
di quanto dicemmo superiormente.
Siccome alcuni malvagi presumevano
di battere fiorini coli' impron-
ta medesima de' fiorentini, ma d'in-
feriore valore, i quali confusi coi
buoni danneggiarono al commer-
cio, il Papa non solo fece venire
la matrice da Firenze, per battere
i fiorini papali, ma fulminò la scomunica
contro i falsificatori, e con-
tro un misfatto sì dannoso al pub-
blico bene. Egual conio e sistema
tennero in Avignone i Papi Clemente
VI, Gregorio XI , Urbano
VI, e l'antipapa Clemente VII.
Dopo che fu ristabilita in Roma
la residenza pontificia, sebbene i
nomi di fiorino, e durato nel secolo
XV sovente e promiscuamente si
confondessero; al fiorino buono dei
Pontefici fu appropriato il nome
di durato papale, perchè nella comune
estimazione il ducato veneto
prevaleva ai già deteriorati fiorini
di Firenze, e perciò i sommi
Pontefici prescrissero che si doves-
sero battere i fiorini d'oro, cioè i
ducati, della lega di ventiquattro
carati , secondo i ducati veneti, come
si legge negl' istromenti degli
appalti delle zecche dal i/j.32 al
DEN
1 5oo. Riguardo al peso, ed anche
al prezzo estrinseco, che i ducati pa-
pali aveano sempre conservato comune
col buon fiorino, e col du-
cato veneto, accadde ima leggiera
variazione, dappoiché nel i463 fu-
rono diminuiti di un sol punto, os-
sia quarto di grano, e di un altro
punto nell'anno seguente, in modo
che si ridussero al peso di grani
settantuno e mezzo per ogni pez-
zo Ed in tal guisa si continuò a
coniarli fino al 1 5oo : epoca in cui
si rallentò simile coniatura, attesa
l'introduzione degli scudi d'oro di
Francia; ed in sequela agli esem-
pli di Venezia, e Firenze, fu poi del
tutto tralasciata circa il 1 53 r . Laon-
de qualora dopo questo tempo fu
prescritto nella zecca pontificia il
fino dei fiorini di camera, si espres-
se, che doveva essere secondo la
lega d'oro dei ducati papali, e ve-
neti, ovvero dei papali, portoghesi
e genovesi, ma tutti antichi. Nel se-
colo decorso Benedetto XIII tentò
di rimettere in piedi la buona mo-
neta degli antichi fiorini, e ducati
sotto il nome di zerrhini, come a-
veanli coniati i veneziani , ed i
fiorentini; ma nessuna sorte di zec-
chini corrispose agli antichi fiorini
o ducati, e neppure il gigliato o ru-
spo posteriore de'fiorentini stessi.
1 fiorini papali fino a tutto il secolo
XIV furono espressi coll'aggiunta
di ramerà, o del peso di camera,
per distinguerli da alcuni fiorini
stranieri difettosi, e per determina-
re il loro giusto e legittimo peso
nei pagamenti, che dovevano farsi
alla camera apostolica. Erano del
taglio di sessantaquattro per ogni
marco di Firenze, come appunto
Giovanni XXIII avea fatto battere
i suoi. S'introdusse poi nella zecca
di Avignone l'uso del marco di cu-