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264 DEZ di nel 1672 fu presa senza grande resistenza dai francesi in favore del vescovo di Munster, le cui truppe la presidiarono sino all'anno 1674. Nel 181 3 resistette ai russi, ed ai prussiani uniti. 11 vangelo fu annunziato nella provincia di Over-Yssel, da s. Leb- %vino patrono di Deventer, insieme a Marcellino, discepolo di s. Villibrordo. S. Lebwino converti un gran numero d' idolatri, e fabbricò una cappella sulla riva occidentale del fiume a Hiulpe, una lega cir- ca lungi da Deventer, verso l'anno 772. Assaliti dipoi i sassoni da Car- lo Magno, incominciarono a perseguitare i cristiani, e giunti a De- venter, bruciarono la cbiesa, cbe il santo aveva fatto costruire. Egli moiù in sul finire dell' ottavo se- colo, e fu sepolto nella chiesa di Deventer. Bertulfo XX vescovo di Utrecht vi fondò una chiesa colle- giata in onore del medesimo. Nel i55o, il Pontefice Paolo IV, perle istanze di Filippo II, eresse in De- venter la sede vescovile, dichiaran- dola suffraga nea della metropolitana d' Utrecht, nel territorio di ven- ticinque terre, per sessantadue mi- glia di lunghezza, e quarantasei di larghezza, assegnandole tre mila ducati d' oro dalle decime, e mille e cinquecento dal medesimo sovrano , a cui attribuì la nomina del vescovo. Ma dopo essersi i Paesi Bassi ribellati a Filippo li, nel pon- tificato di Gregorio XIV , e nel i5gi gli olandesi soppressero il vescovato, siccome seguaci delle riforme di Calvino, e Lutero. Dello stato delle missioni cattoliche delle regioni olandesi, si tratta all' articolo Olanda [Fedi). DEZA Pietro, Cardinale. Pietro Deza nacque di principesca fami- DEZ glia nella città di Toro nella vec- chia Castiglia l'anno i52o, e per- corsi gli studii in Salamanca , fu creato vicario generale dell'arcive- scovo di Compostella. Carlo V sovrano di Spagna, conosciuto il sommo ingegno eia singolare saviezza di lui, lo destinò uditore del senato Pinciano in Vagliadolid. Compiutoque- sto incarico, Paolo IV lo fece arcidiacono di Calatrava nella chiesa di Toledo, uditore del supremo consi- glio dell inquisizione, e commissario della crociata. Filippo li lo elesse presidente del regno di Granata, nel quale difficilissimo offizio ed assai sca- broso per le insidie e rivolte dei mori potenti in quel paese, così glo- riosamente si condusse, che Gio- vanni d'Austria fratello naturale del re, ivi spedito per soccorrere i citta- dini contro de'morijlo dichiarò vicario regio colla generale sopraiutendén- za dell'esercito, e tutti ad una voce i granatesi lo acclamarono padre della religione. Filippo II, per com- pensare tanti meriti, oltre al nominarlo presidente del concilio di Vagliadolid, fece istanza alla santa Sede perchè fosse creato Cardinale. Ottenne quella dignità da Grego- rio XIII a' 2 1 febbraio 1^78, col titolo di s. Prisca. Recatosi quindi a Roma, nel 1090, incominciò la fabbrica di un magnifico palazzo, che poscia fu acquistato dal Papa Pao- lo V per la famiglia Borghese, dalla quale venne in seguito sontuomente condotto a termine. Clemente Vili lo dichiarò protettore de' regni di Spagna presso la santa Sede, e lo ascrisse alla congregazione del s. offizio. A Roma sembra che non siasi del tutto conciliata la stima del popolo, per una non lieve tenacità nello spendere; tut- tavia dicono gli storici, che egli fosse
DIA liberale co' poveri. Era devotissimo a Maria, ed ottenne da Sisto V il privilegio alla diocesi di Cuenca di celebrare annualmente la festa del ss. Nome della gran Vergine, so- lennità che Innocenzo XI estese a tutta la Chiesa. Compianto dai poveri, cessò di -vivere in Roma nell'età di ottant'anni, a'27 agosto 1600, nel quale anno Clemente Vili lo avea creato vescovo suburbicario di Al- bano. Fu prima sepolto nella chiesa di s. Lorenzo in Lucina, ma dipoi la di lui salma fu trasferita in I spagna. Da Francesco Cabrerà de Morales si ha l' Orazione funebre del Cardinal Deza, fatta al sagro Collegio, la quale fu stampata in latino, e spagnuolo nello stesso anno 1600. DIACONATO. Ordine ed uffizio del Diacono (Fedi), ordine ecclesia- stico, il secondo degli ordini sagri maggiori. 11 diaconato, per cagione intrinseca ed estrinseca, è molto su- blime nella Chiesa, ed il nobile ministero de' diaconi è assai congiunto a quello de' sacerdoti, in modo da non dubitarsi essere questo un fregio dell'ordine gerarchico. Neh" ordinazione de' diaconi, che si fa per la imposizione delle mani, si dà lo Spirito Santo, con quelle parole: Accipe Spiritimi Sancitati ; e nella orazione, la quale sopra di essi si recita, dicesi : Emilie in eos, quaesumus Domine, Spirilum Sanctum, quo in opus ministerii lui fideliler exequendi septiformis graliae tuae miniere roborentur. Avendo la predicazione del principe degli apostoli s. Pietro aumentato grandemente il numero de' fedeli, gli apostoli sles- si scelsero sette uomini pieni dello spirilo di Dio, e fu dato loro il nome di diaconi, cioè ministri, per aver cura de' poveri, ed ajutarli DIA 2 65 nella predicazione. Quindi i sud- diaconi facevano le collette, e i diaconi n'erano i depositari, e gli amministratori, sovvenendo ai bi- sogni dei fedeli, e degli ecclesia- stici. Ma dell'origine de'diaconi, della loro elezione, ed ordinazione, si tratta all' articolo Diacono (Fedi). I protestanti pretesero che il diaconato nella sua origine fosse un ministero profano, che si restringesse a servire alle mense delle Agapi (Fedi), e ad aver cura dei poveri, delle vedove, e della distri- buzione delle limosine. Molti liturgi- ci, ed i teologi cattolici però sosten- gono, che sino dalla sua origine il diaconato fu un sagramento. 11 Pe- tavio, Eccl. Hierarc. lib. 3, cap. 1 ; ed il Cress. 1. I Myslàg. cap. 29, dicono ancor essi che non vi ha dubbio essere il diaconato un ordine sagro , istituito da Gesù Cristo. La Scrittura sagra , e gli sci itti dei discepoli, e degli apostoli non permettono di dubitare, che i diaconi non fossero stati isti- tuiti per assistere i preti nella consagrazione dell'Eucaristia. San- to Ignazio d' Antiochia chiamò sagri i diaconi per l' offizio, che a- vevano di ministrare il sangue di Cristo, e servire al sacerdote nei sagri ministeri : da ciò proviene che la continenza è ai diaconi ingiun- ta per maggior purità. L' età pel suddiaconato è prescritta dalla Chie- sa a ventuno anni finiti, a ventidue compiti pel diaconato, ed a ven- tiquattro anni pel sacerdozio. Egli è poi fuor di dubbio, essere il diaconato dell' ordine gerarchico, così subordinato, e congiunto al ministrare il corpo di Cristo, non alle mense solatuenle, che, come si esprime il Bellarmino, de Cler. e.
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