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DAT
essendo stato mandato legato a
Ravenna.
Giacomo Millo del Piemonte, era
vicario generale di Ancona, e poi di
Bologna del vescovo Cardinal Lani-
bertini, il quale divenuto Benedet-
to XIV, lo chiamo in Roma, lo fece
suo uditore, e nel 17 43 datario, e
suo gran favorito. Indi, nel ij53,
10 creò Cardinale, prò datario, e
prefetto del concilio. Mori nel 17^7
poco compianto, perocché i ministri
favoriti sono sempre bersaglio al-
l' invidia.
Nicola Riganti da Mol fetta, pre-
lato domestico, e sotto datario di
Benedetto XIV. Questo Papa alla
morte del Cardinal Millo, o, secondo
altri, fino da quando lo dichia-
rò legato di Romagna, concesse al
Riganti le stesse facoltà solite ad
accordarsi ai datari, come già si
disse. Questo rispettabile perso-
naggio si crede autore dell'opera
sulla dataria apostolica, già da noi
encomiata.
Alberto Guidobono Cavalchila
del Piemonte, già canonista, e cor-
rettore della penitenzieria, fu fatto
Cardinale da Benedetto XIV. Gli
sarebbe succeduto nel soglio pon-
tificio, se la Francia non avesse
pronunziata la sua disapprovazione
colla cosi delta Esclusiva [Vedi).
In premio della sua virtuosa rassegnazione,
Clemente XIII, appena
eletto in sua vece nel 1758, lo
volle a suo datario per tutto il
pontificato, ch'ebbe fine nel 1769.
11 Cardinal mori d' anni novanta,
decano del sagro Collegio, nel 1774»
e fu pro-datario anche di Clemente
XIV.
Vincenzo Malvezzi, bolognese
Cardinale di Benedetto XIV, ed arcivescovo
della comune patria Bo-
logna, da dove Clemente XIV, nel
,
D A T
1774, lo chiamò in Roma al prodatariato,
vacato per morte del
Cardinal Cavalchini. Ma essendo
morto il Papa nel settembre di
detto anno, poco esercitò tal ca-
rica.
Andrea Negrotti, romano, oriundo
di Bergamo, fatto Cardinale da
Clemente XIII. Nel conclave, in
cui fu eletto Pio VI, la Spagna,
e la Francia lo bramavano Papa.
Laonde nel febbraio 177 5, il det-
to Papa lo nominò pro-datario.
Morì nel 1789.
Filippo Campanelli di Matelica,
da avvocato della curia romana,
fu fatto da Pio VI prima uditore,
e favorito, Cardinale e prodatario
nel 1789. Mori ai 18 febbraio
1795, con minor fiducia nell'animo
del Pontefice.
Aurelio Roverella, ferrarese, ma
nato in Cesena, venne fatto udito-
re di rota da Pio VI, e nel 1 794
Cardinale, e per morte del prece-
dente pro-datario. Indi, allorché nel
1798 dai francesi fu trasportato il
Papa lungi da Roma, conferì al
Cardinale le facoltà, di cui si fece
già menzione. Anzi il Novaes, toni.
XVII, p. 86, aggiunge, che nel 1 797,
non potendo Pio VI pe' suoi incomodi
attendere talvolta agli affari,
diede le opportune facoltà al Car-
dinal Braschi, segretario de' brevi,
e al Cardinal Roverella pro-data-
rio, affinchè gli affari di loro per-
tinenza non soffrissero ritardo. Pio
VII nel 1800 confermò a questo
Cardinale il pro-datariato, che esercitò
sino alla deportazione del Pon-
tefice da Roma nel luglio 1809,
ed essendo stato ancora il Cardi-
nale deporlato, morì in Francia ai
5 settembre 18 12.
Alessandro Matteì, romano, Car-
dinale di Pio VI, decano del sagro