Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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ria, ch'era d'una sellantaquatlrcsima
parie più leggiera del fiorentino, per
ogni marco di curia, e perciò il
peso d'ognuno risultava eguale a
quelli ch'eransi battuti al taglio di
sessantaquattro , e furono comunemente
detti Jloreni ponderis camerae,
fioroni camerae. Sicché non
è a mettersi in dubbio, che in tut-
to il secolo XIV i fiorini di came-
ra non fossero i medesimi che i
papali, e che tutte le tasse della
cancelleria apostolica, già concepi-
te a fiorini buoni di Firenze ossieno
papali, non fossero soddisfatte
con altrettanti fiorini del peso fio-
rentino, o romano. Che poi le tas-
se suddette d'altro fiorino intender
non si debbano, die dei mentovati,
si rileva chiaramente da tutti i li-
bri delle obbligazioni, che facevano
i nuovi provvisti delle chiese ve-
scovili, e dei monisteri, non che
dei corrispondenti pagamenti delle
somme da essi rispettivamente pa-
gate pel comune servizio loro con-
tingente. Delle tasse chiamate comuni
servìzi, e minuti servizi, si tratta
nel principio dell'articolo Data-
ria apostolica, ove si parla delle
Annate, e dei Qtdndennii. V. l'ar-
ticolo Tasse . Qui però noteremo
, che le obbligazioni che facevano
i prelati nuovamente prov-
visti di pagare il comune servizio,
erano pur dette Sommissioni, perchè
si sottomettevano essi jurisdi-
ctioni et coercìtioni dominorum ca-
merariorum, cioè tanto del Ponte-
fice, che di quello del sagro Col-
legio.
I fiorini papali furono anche de-
nominati Forti, perchè con questo
titolo solevansi qualificare tutte le
monete, che rispetto ad altre erano
le migliori : perciò il fiorino papa-
le, riputato più prezioso di vari
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altri, era detto florenus fortìs. Dal
1342 al i358, i fiorini forti valevano
in monete avignonesi soldi
ventiquattro di piccioli : ma
dac-
ché il fiorino papale salì al prez-
zo estrinseco di ventisei, venlotto, e
trenta soldi , rimase affatto ideale
il fiorino di ventiquattro soldi. Siccome
però aveva già preso nella
piazza gran piede, Gregorio XI Io
realizzò di nuovo nel iZji, bat-
tendo altri fiorini papali inferiori
a quelli di camera, alla legge di
carati ventitre e un quarto, e al
taglio di settantadue e mezzo per
ogni marco di curia, cosicché pe-
savano sessantatre grani. L'antipa-
pa Clemente VII residente in Avignone
, per trattenerli nel prezzo
di ventiquattro soldi riguardo alla
moneta allora corrente, li diminuì
di nuovo nel i382, riducendoli al
peso di grani sessantadue, e al fino
di sessantauno, e furono delti
florali novi Clementini , ovvero
Jloreni currentes Clementini. Il medesimo
Clemente VII fece coniare
nel 1 393 due sorta di fiorini, cioè
il fiorino d'oro, chiamato fiorino
papale di camera, a carati venti-
tre e un quarto, e al taglio di sessan-
tadue, per ogni marco di curia, e
che valeva trenta soldi, ed il fiorino
dì camera a carati ventiquat-
tro, ed al taglio di sessantatre. Il
fino, e l'intrinseco però di questi
due fiorini non differiva che di
solo mezzo grano. Si continuarono
a battere in Avignone altri fiorini,
specialmente in tempo di Giovanni
XXIII, ma di lega assai più bas-
sa, cioè a carati ventidue. Nel suc-
cessivo pontificato di Martino V,
due sorta di fiorini ivi parimenti
correvano, dei quali si fa menzione
in un codice mss. della Strozziana
di Firenze in questi termini :
Fio-