Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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vano i litiganti al giudizio, o si
prestavano per servigio del tribu-
nale, introdeundo stavano presso
T uscio, e nella periferia del tribuna-
le, per assistere le udienze. I veri
uscieri antiebi, addetti soltanto a
chiamare in giudizio, ed assistere
il tribunale, chiamavansi lìburni ,
et praccones. Quegli uscieri per al-
tro, eh' erano veri agenti della for-
za pubblica, e che furono a tale
oggetto istituiti da Romolo, erano
i littori, i quali facevano eseguire
gli ordini de' giudici, e de' magi-
strati. Essi arrestavano i debitori
talliti, toglievano i pegni, pianta-
vano l' asta pubblica , ed esercitavano
ogni comandata giurisdizione.
Dopo cessati i littori, la forza pub-
blica è stata sempre rappresentata
da altri consimili agenti, come gli
arcieri, la gente d' armi, e talvolta
ogni sorta di soldati, con l'assisten-
za per altro del rispettivo agenti
giudiziale. Ma in quanto ai cursori,
la loro etimologia nacque in Italia
poco prima dei tempi di Costanti-
no, in cui, cessando lo stile delle
citazioni civili, o delle denunzie
verbali, e sostituite le formolo scrit-
te per comparire in giudizio ; libur-
ni et praecones per urbem cursitan-
tes in tradendis formulis, presero la
denominazione di corridori, e di
cursori pubblici ; nome che conservano
ancora massime nella curia
romana. In varie città d' Italia per
altro, come nelle curie ecclesiastiche,
gli uscieri ed i cursori non entrano
in tribunale, ma ivi fanno il servi-
zio li notali, ed i loro sostituiti,
ovvero i cancellieri. Laonde, pre-
messe le descritte distinzioni, 1 cur-
sori destinati agli atti esecutorii,
giudiziari!, e de' mandati della giu-
stizia civile dei diversi tribunali di
Roma, come di quelli dell' A. C, e
CUR 5i
di Campidoglio, sono affatto diversi
dal collegio de' cursori apostolici,
benché i cursori del vicariato di
Roma, che debbono servire il capi-
tolo lateranense nelle principali fun-
zioni, poco differiscano nell' abito
violaceo, nella mazza d' argento, e
nel diritto di portare la berretta
clericale, come nota esattamente il
Rusponi, nella Storia dell' arcìba-
silica, pag. 1 33.
L' antichissimo ufficio dei curso-
ri apostolici si trova accennato, sino
dalla nascente Chiesa, dall'anna-
lista Raronio all'anno 44j hi cui
parla del cursore, a cui toccava por-
tare le lettere de' vescovi alle chie-
se. Tale incarico fu dappoi affidato
ai lettori, agli accoliti, ed ai suddiaconi.
S. Ignazio, vescovo di An-
tiochia, come abbiamo dal Macri,
nella Notizia de'vocaboli cccl., alla
parola Cursor, parla dell' elezione
del cursore chierico nell' epist. XI
a s. Policarpo vescovo di Smirne,
ove si espresse con queste gravi pa-
role: » Decet, beatissime Polycarpe,
» concilium cogere sacrosanctum ,
» et eligere si quem vehementer
» dilectum habetis, et impigrum,
» ut possit divinus appellari, cur-
» sor, et hujusmodi creare, ut Sy-
m riae praefectus laudibus celebret
» impigram ebaritatem vestram ad
» gloriam Dei". Da ciò si rileva
in quanto rispetto tenevasi l' uffizio
di cursore, il quale si conferiva ad
ecclesiastici d'irreprensibili costumi,
e pieni di zelo pel servizio divino.
Anche 1' annalista Rinaldi parla
dell' ufficio del cursore all'anno 58,
muri. 96, dicendoci, che nel tempo
delle persecuzioni non potendosi
raccogliere il popolo cristiano con
alcun pubblico seguo, né in luogo
determinato, veniva ogni cristiano
per ordine del vescovo, o del prete,