Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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3o4 DIA popolo, con che veniva, e viene fatto partecipe della benedizione. E però il diacono, acciocché i fedeli si preparino con utilità a ricever- la, dice : Humiliate capila vesira Deo. Honor. in Gemm. Kb. I, e. 16. Lo stésso accenna il Durando, lib. 6, cap. 28. I diaconi nei santi misteri recitavano anticamente certe preghiere, che perciò si appellavano preghiere diaconiche. Non solo 1' uffizio de' diaconi fu ed è di servire all' altare nella celebrazione de' santi misteri, battezzare e predicare colla permissione del vescovo, ma anticamente aveano cura di tenere il popolo nella chiesa, col rispetto, e modestia convenien- ti. E vero, che non era loro per- messo d' insegnare pubblicamente, almeno alla presenza del vescovo e del prete; ma istruivano i cate- cumeni, e li disponevano al batte- simo, ciò che le diaconesse facevano con le donne. Prima la custo- dia delle porte delle chiese era af- fidata ai diaconi, ma in seguito i suddiaconi furono incaricati di questo uffizio, indi gli ostiarii ; però le diaconesse custodivano le porte ove entravano le donne. In alcune chiese i diaconi nella festività del primo diacono e protomartire s. Stefano facevano in coro l' ufficio dell' ebdomadario, dando anche la benedizione ai lettori prima di re- citare le lezioni, come si ha da Jo. Eeleth, e. 70, Rat. dii>. off. Sulla benedizione diaconale poi diremo, che siccome nel fine della predica si fa il segno della croce sopra il popolo senza dire altro, si può dubitare se ciò possa fare il diacono, imperocché nel cap. 28, lib. 8, delle Const. Apost. si legge: « Diaconus non benedicit neque w benedictionemdat:accipit vero ab DIA »» episcopo, et presbytero". Rispon- de Hallier, doversi intendere, che il diacono non benedica colla propria autorità, ma colla ministeriale, ri- cevuta dal vescovo, o dal prete, giacché anch' egli dice col vescovo, e col prete : Domìnus vobiscum, parole che contengono e la saluta- zione del popolo, ed una certa benedizione. E secondo s. Tommaso, 3 par. qnaest. 82, art. 3 ad I: » Diaconus tamquam propinquus » ordini sacerdotali participat ali- *» quid de ejus officio," come dicemmo di sopra. In quanto ai suddiaconi, e agli altri ordini minori, se fanno qualche predica, non fanno in fine segno di croce sopra il popolo, perchè la loro potestà è limitata a certe cose, come al let- tore il benedire il pane, e i nuovi frutti. S. Valerio, vescovo di Sara- gozza, essendo vecchio ed impedito nella lingua, commise a s. Vin- cenzo diacono, poi martire, l'ufficio di predicare. Che s. Gregorio pre- dicasse essendo ancor diacono, lo attesta Giovanni diacono nella vita di lui, lib. I, e. r - 4 Sul poter dare il diacono la benedizione, gran peso dà la solennissima benedizione che si fa dal diacono nel sabbato santo del cereo, detta anche consagrazio ne, in presenza del vescovo, o del sacerdote. Il Beleth citato, de div. Offic. cap. 1 16, dice: » Cereus a diacono benedicitur; « cereus etiam praeseute episcopo, » vel sacerdote, a diacono benedici- » tur qui est minorisordinis". Nella chiesa di Costantinopoli i diaconi patriarcali si paragonavano ai Car- dinali romani, e sedevano sopra i vescovi ; e sebbene fossero dell' ordine diaconale, nulladimeno nelle messe che, come sacerdoti, celebravano nelle chiese loro titolari, da-
DIA vano le solenni benedizioni. Nel secolo XVII fu agitata una celebre controversia, se il Cardinale diacono potesse nella sua diaconia dare la benedizione solenne. Dono varie scritture e ponderazioni fatte in argomento, finalmente nella con- gregazione de' riti, tenuta ai 1 5 di settembre 1668 , fu decretato a fa- vore dei Cardinali diaconi, die potessero benedire stante le efficacis- sime ragioni ed autorità portate dai dotti Cardinali Brancacci, che in tale anno era divenuto vescovo suburbicario, ed Albizii dell'ordine de' preti, nella quale occasione il celebre Domenico Macri maltese presentò la rinomata scrittura intitolata Eiilogialogium Diaconale. Questo decreto fu posto in esecu- zione per la prima volta dal Car- dinal Decio Azzolini nella sua diaconia di s. Eustachio, assistendo alla messa solenne nella festa del detto santo ai 20 settembre 1668. Questi ed altri sono gli uffizi de' diaconi, ed è certo che sino dalla prima loro origine hanno assistito ai sacerdoti, ed ai vescovi nella celebrazione del santo sagri- fizio, e neir amministrazione dei sagramenti. V. Bingham, Orig. Ec- cl. t. I, I. 2, e. 20. Sugli officii de' diaconi si possono consultare, il Gavanto, colle addizioni del Merati, Cerimonie Ecclesiastiche', Bauldry, Manuale sacrarum caeremoniarum. Il Zaccaria nel tomo II, pag. 1 1 delle Dissert. di storia eccl. tratta dei diaconi, se, e come anticamente potessero predicare . V. il Caeremoniale Episcoporum oltre il citato Pontificale Romanum. Trovandosi gl'imperatori romani ad assistere alla messa cele- brata solenuemente dal Papa, fecero alcune funzioni da diaconi, di che VOL. XIX. , DIA 3o5 abbiamo molti esempi. Urbano V nel i368 nel giorno di Ognissan- ti coronò nella basilica Vaticana f imperatrice Elisabetta moglie di Carlo IV. Questi presentò al Papa il libro, e il corporale. Nella messa, che Giovanni XXIII cantò solennemente in Costanza nella festa di Natale, l'imperatore Sigismondo vestito degli abiti di diacono, colla spada nuda alla mano, cantò l' e- vangelo Exiit edictuni a Caesare Augusto. Trovandosi l'imperatore nella notte di Natale neh' ufficiatu- ra della cappella pontificia, cantava la VII lezione, cantando le altre i Cardinali diaconi, e la terza il Pa- pa. Ma di questo argomento, oltre quanto si è detto al voi. IX, pag. 107, 110, e 11 r del Dizionario, va letto 1' articolo Stocco, e berret- tone benedetti, ove si dice ciò che faceva l' imperatore, se a lui dal Pontefice erano donate tali insegne. 11 Cancellieri, nel tomo II, p. 83o De' Secretari, eruditamente tratta : » De diaconi, aut subdiaconi mu- ** nere ab imperatoribus praestito, » aliisque caeremoniis in eorum » coronatione servatis". A p. 84 tratta De coronatione Caroli V Bononiae in tempio s. Petronii ec. All' articolo Coronazione degl' impe- katorIj cioè al voi. XVII, p. 222, e 223 del Dizionario, si dice del piviale preso da Carlo V, nella coronazione della corona ferrea ; e della tonicella, e piviale che assun- se nella coronazione imperiale : indi a pag. 224, si dicono alcuni uf- fìzi da Carlo V esercitati nella messa pontificale di Clemente VII, dappoiché in tonicella andò all' altare, ed offrì al Papa l' ostia, e il calice, e poi gli baciò la mano. Il Sarnelli nel tomo VI delle sue lettere, ci dà la lettera XVII: » Che 20 S
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