Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 19.pdf - Bibliotheca ...

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52 CUR privatamente avvisato da un mini- stro della chiesa, detto cursore, ed aggiunge che alla stessa opera attendevano talvolta i diaconi, di che scrivendo il medesimo s. Ignazio 1' e- pistola i3 ad Herone diacono, dice: « Synaxim negligas, omnes nomina- « timinquire", inculcandogli l'esat- tezza e la sollecitudine di avvisare tutti i fedeli alle sagre adunanze. Il Cancellieri nella sua opera sulle Cam- pane, a pag. i5, osserva, che le campane maggiori furono collocate sopra le torri, perchè succedendo alle trombe sacerdotali del vecchio testamento, in loro vece nel nuovo convocassero il popolo al culto dei divini ufiìcii, a cui finché durarono le persecuzioni, non erano chiamati, che dai cursori, e dai diaconi. V. il Conc. Tolet., cap. i i de offic. cast. ; il Magius de Tintinnabulis, e. i i ; e il Grimauld, nel Traitès des Cloches. Tanta era la stima, che dei cursori si faceva nella nascente Chiesa, come diffusamente descrive Carlo Bartolommeo Piazza, nel suo eru- dito Evserologio Romano nel capo XVI, Del Collegio de' cursori apostolici. Egli ne riporta in oltre onorevoli testimonianze di s. Cipria- no, del santo Pontefice Gelasio I, e di altri, e ci dice che i vescovi facevano intimare ai cursori le sagre sinassi, eh' erano le feste dei martiri, perchè a cagione delle persecuzioni i cristiani erano obbligati a celebrarle nascostamente nelle catacombe, ed altri luoghi sotterranei, senza punto badare ai patimenti che perciò soffrivano, anzi il facevano pieni di cristiano giubilo, nella speranza di soffrire il martirio, per meritare l' eterno godimento della visione di Dio. Egli è perciò, che molti di questi ministri ripor- CUR tarono la palma del martirio siccome più esposti degli altri cristiani alle ricerche dei gentili. Quindi il medesimo autore ricolma dei meritati elogi l' esempio di sì grave e benemerito ministero, chiamando i cursori della primitiva Chiesa coi più onorevoli titoli, come di depo- sitari della pubblica fede, di nunzi del governo ecclesiastico, di araldi dell'apostolico impero. E con somi- glianti, ed altri epiteti ed elogi, furono distinti dagli scrittori ecclesiastici, tanto gli antichi cursori quan- to quelli che ad essi successero. Che i cursori apostolici fossero presso la santa Sede un ordine di persone ragguardevoli nel secolo XII, lo abbiamo da quanto si legge nel- lo scisma insorto nel ii3o contro il legittimo Pontefice Innocenzo II, sostenuto dall'antipapa Anacleto II, dappoiché, tolto il conte Frangipane e pochi cursori, il Papa non avea in Roma altro sostegno, perocché l' antipapa aveva corrotto gli altri. I cursori furono spesso anche chierici, e capaci di benefizi ecclesiastici, leggendosi nella regola VII della cancelleria apostolica, che i benefizi dei cursori sono espressamente riservati alla collazione del Papa. Che i medesimi, come famigliari de'Pontefìci, li seguissero quando risiedevano fuori di Roma colla curia, ne abbiamo testimonianza dal Massimini, nel suo Trattato cri- tico medico dell' acqua . Egli, a p. 248 , e 287, narra che Bonifacio Vili, eletto nel 1294, dimorando in Anagni, beveva ogni giorno l'acqua di Anticoli, che per sicurezza mandava a prendere da tre cursori, i quali non erano impiegati che nell' andare avanti e indietro per turno a provvederla, ciocché sembra facessero anche quando quel
CUR Pontefice risiedeva in Roma, perchè a cagione de' rovinati acquedotti si penuria va di acqua buona in quella città. Ne' ruoli di Paolo IV, che sono i più antichi dell' archivio del palazzo apostolico, e ne' successivi, i cursori pontifìcii sono nel ruolo dei famigliari del Papa, ed avevano perciò la parte di pane e vino, che fruirono sinché tale distribuzione venne abolita al termine del passa- to secolo, per le note lagrimevoli vicende. Anzi risulta dai medesimi ruoli, alcuni de' quali si riportano all' articolo Famiglia Pontificia (Ve- di), che i cursori apostolici per dis- posizione di Paolo V, e di Bene- detto XIV, furono chiamati guardie del sagro palazzo. Prima di parlare dell' ufficio dei cursori pontificii, e del loro inter- vento alle funzioni, cui celebrano ed assistono il sommo Pontefice, e i Cardinali, registreremo quello della solenne funzione del possesso, colla autorità delle descrizioni, che di ogni Pontefice raccolse Francesco Cancel- lieri, nella sua storia de' solenni Pos- sessi, in conferma dell'antichità di questo ceto, e del luogo loro com- petente in tali solennità. Le prime descrizioni della funzione del possesso essendo brevi, i cursori saranno stati nominati con vocaboli generici, in cui comprendevansi altri ordini di persone. Nel possesso, che Gregorio IX prese della basilica lateranense nel 1227, si legge: Judices, et Tabelliones ( col qual vocabolo furono parecchie volte ap- pellati i cursori, detti ancora ap- parilores, et viatores) cappis ful- gebanl sericis, aureis vestibus legio- ne procerum decorata. In quello, preso da Gregorio X nel 1272, si legge, che nella basilica, prcsbylcr Cardùialis facit ibi laudes cum ta- CUR 53 bellionibus, et j'udicibus. Ma dal possesso, preso nel «4^4 ^a Innocenzo Vili, incominciando ad essere le descrizioni più circostanziate, i cursori vengono chiaramente nominati; in fatti dopo nobiles curiae, ne- potes et ajjines Cardi nalium, incedevano duodecim cursores Papae, cum duodecim vexillis rubeis, bini et bini, vestibus rosaceis induti, e- questres, si recte memini ; quindi cavalcavano altri, e poi duo alii cursores vestibus rosaceis indilli e- questres cum duobus vexillis rubeis primis de XII majoribus , in quibus (lepidi eranl duos spiritelli quos cherubini vocant, seguiti da Gabriele Cesarini gonfaloniere di Roma. Nel possesso di Giulio II del i5o3, è notato, che de mandalo Domini Papae post publicum con- cislorium fecit intimare equitationem ad Lateranum prò craslina die per cursores, quibus dedi cedulam leno- rìs subsequentis. Intimatur. ec. In quello, preso nel i5i3 da Papa Leone X, in ordine processionis ad Lateranum appresso i nobili della curia e il cavallo di Papa cum scala, procedevano vexilla XII cursorum, vexilla XIII capurionum ec. Nel possesso di Gregorio XIV del i5go, ai quarantaquattro paggi nobili romani, oltre di tre patrizi romani, che vegliavano alla loro cu- ra, per difenderli dall' impeto del popolo, a lateribus honim pucrorum hinc inde Sanctitalis suae cursores vestibus talaribus violaceis induti, capite deteclo ambulabant, clavam argenteam super humerum dexterum tenentes ; indi seguiva il detto Pontefice. Nella descrizione poi, che di questa cavalcata fece Francesco Albertonio, si legge: dalle bande de'fanciulli camminavano i dodici ,
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