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icongiunzioni familiari successive, indirettamente per l’aumento del tasso di fecondità che le donne straniere inducono nella popolazione totale presente. 6.2 Le modifiche nella struttura demografica In dipendenza degli andamenti prima descritti, la Toscana è oggi una regione che ha gli stessi abitanti di venti anni fa, ma con una struttura per età completamente diversa. In particolare, sono drasticamente diminuiti i giovani, consistentemente aumentati gli anziani (Graf. 6.3) e notevolmente cresciuti di numero gli stranieri. 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0 -336.375 Grafico 6.3 DINAMICA NATURALE E MIGRATORIA IN TOSCANA PER CLASSI DI ETÀ Valori assoluti in unità Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT +116.931 -5.846 0-4 10-14 20-24 30-34 40-44 50-54 60-64 70-74 80-84 90+ 1983 2003 +227.752 Vediamo separatamente questi due elementi di novità: con riferimento ai toscani, si può vedere che si sono “persi” oltre 330mila giovani, che sono stati compensati da oltre 110mila adulti in età lavorativa a da oltre 220mila ultrasessantacinquenni. La speranza di vita alla nascita è ormai di oltre 78 anni per gli uomini e oltre 83 per le donne e queste dinamiche hanno fatto raddoppiare in venti anni l’indice di vecchiaia (% degli anziani sui giovani) che è passato da meno di 100% a 193% (Tab. 6.4). Anche riguardo all’invecchiamento, occorre notare come sia diversificata la situazione all’interno della Toscana: le aree a più alto dinamismo economico, che hanno attratto migrazioni dall’estero ma anche dall’interno (Prato, ma anche Pistoia e Arezzo), hanno indici di vecchiaia nettamente inferiori rispetto alle aree a maggiore stabilità o stagnazione (Siena, Grosseto, Livorno e Massa). Se si cerca di verificare quanto questa diversa struttura della popolazione possa incidere sul finanziamento della previdenza si rileva che l’indice di dipendenza degli anziani (il rapporto fra gli ultrasessantacinquenni, ovvero gli appartenenti alle classi di età che non fanno più parte delle forze di lavoro, e quelli che ne fanno parte) è salito dal 24% al 35%, un valore molto alto in confronto sia all’Italia che, in maggior misura, all’Europa (rispettivamente al 28% e al 23%). 111
112 Tabella 6.4 INDICE DI VECCHIAIA NELLE PROVINCE TOSCANE % Popolazione [65+]/Popolazione [0-14] Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT Tabella 6.5 POPOLAZIONE STRANIERA NELLE PROVINCE TOSCANE Valori assoluti in unità e incidenza % Fonte: elaborazioni IRPET su dati ISTAT e stime IRPET 1981 2003 Massa 92,9 204,7 Lucca 97,0 187,7 Pistoia 95,1 183,5 Firenze 101,1 194,9 Livorno 90,0 206,8 Pisa 95,2 183,4 Arezzo 95,8 183,9 Siena 128,8 220,7 Grosseto 98,8 226,0 Prato 67,3 147,1 TOSCANA 96,9 192,6 Gli stranieri sono, da parte loro, una presenza sempre più consistente che costituisce mediamente quasi il 5% della popolazione, con una incidenza che però supera l’8% fra le classi di età centrali e raggiunge il 7% nelle province economicamente più forti (Tab. 6.5). N. indice Incid. % sui residenti 1993 2003 1993=100 1993 2003 Massa Carrara 2.265 5.822 260 1,1 2,9 Lucca 3.856 12.446 320 1,0 3,3 Pistoia 2.660 12.313 460 1,0 4,5 Firenze 16.905 54.884 320 1,8 5,7 Livorno 3.459 9.359 270 1,0 2,8 Pisa 4.088 15.505 380 1,1 4,0 Arezzo 4.074 17.226 420 1,3 5,2 Siena 3.091 11.843 380 1,2 4,6 Grosseto 2.079 7.593 370 1,0 3,5 Prato 2.937 16.226 550 1,3 7,0 TOSCANA 45.414 163.217 360 1,3 4,6 Anche per la popolazione immigrata si possono compiere considerazioni simili alle precedenti: gli stranieri arrivano in Toscana attratti dalla possibilità di trovare occupazione e si dirigono, magari con spostamenti successivi di breve raggio, verso le aree più dinamiche. Anche in questo caso Prato spicca per avere l’incidenza più elevata, seguita da Firenze (l’effetto “grande città” conta molto in questo fenomeno) e da Arezzo.
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