Volume - Fondazione toscana sostenibile

menti di adattamento di conoscenze sedimentate a capacità di sperimentazione e apprendimento
richiede però che venga accettata l’idea che la conoscenza come sottoprodotto
del fare non è più sufficiente e che sono necessari quei codici e linguaggi astratti che solo
la conoscenza formale e lo studio continuo permettono di padroneggiare.
Naturalmente, in un’ottica di filiera ampia, che per alcune funzioni può ricomporsi oltre
i confini locali, non tutti gli anelli sono chiamati a essere innovativi nella stessa misura e
negli stessi ambiti; ciò che conta è che all’interno della filiera esista l’attore specializzato
nella singola funzione e che sia capace di connettersi e dialogare con gli altri.
Affinché ogni componente della filiera raggiunga i livelli di efficienza adeguati occorre
che questa abbia una massa critica sufficiente, massa che se in parte può essere legata
alle dimensioni dell’attore dall’altro dipende soprattutto dalle competenze sviluppate e dalla
capacità di sfruttare quelle presenti in altre parti del sistema.
Da questo punto di vista l’efficienza della filiera dipende in larga misura dagli attori
collettivi e dai beni pubblici da essi prodotti; va da sé che anche in questo caso una eccessiva
frammentazione delle iniziative pubblico/private di supporto alle imprese, che non
raggiungono singolarmente la massa critica necessaria e che non sviluppano capacità di
dialogo fra loro e con il tessuto produttivo, rappresentano un serio ostacolo allo sviluppo
del sistema.
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